Arcore, dove i Fratelli d’Italia applaudono la sinistra

Bilancio tornato in consiglio comunale dopo la bocciatura dalla stessa maggioranza. Stavolta è passato ma due Fratelli d’Italia restano in forte contestazione.
Crisi di maggioranza ad Arcore: Fratelli d’Italia resta spaccato in due tra i contestatori del sindaco Maurizio Bono e i suoi seguaci, in consiglio comunale. Dal fronte dei meloniani, un consigliere (Giovanni Timpano) ha attaccato duramente il sindaco, l’altro (Fabio Varrecchia) ha appoggiato più volte il centrosinistra: a microfono, perché restasse agli atti. Scintille, qualche muso lungo, il completo silenzio del primo cittadino rispetto alle domande dei contestatori e Varrecchia che si autocensura: “rinuncio alla mia dichiarazione di voto perché qui dentro c’è la querela facile“. La seduta, d’altra parte, era di quelle attese con impazienza: all’odg c’era l’approvazione del Bilancio Previsionale che il mese scorso ha rimediato la bocciatura con tre voti contrari dalla stessa maggioranza. Stavolta ne ha rimediati due ed è passato.
Il pollice verso, alla bocciatura del 20 dicembre, era arrivato da Daniela Sperti (Lista Bono) e dai due “Fratelli” Timpano e Varrecchia, in rotta con Bono da quando ha licenziato il vicesindaco Pino Tozzi. Lo strappo con la Sperti è stato ricucito all’Epifania, pur a caro prezzo: una marcia indietro, per ora a parole, sul progetto di restyling di piazza Pertini che con il suo milione di euro di spesa non piaceva alla Sperti. Ma la pace non è gratis e a pagare dovrebbe essere l’assessore Nicolò Malacrida che a quel progetto ha dedicato lavoro e immagine. Lui non ha proferito parola.
IL J’ACCUSE DI TIMPANO AL SINDACO

A parlare invece è stato Timpano, uno dei due Fratelli d’Italia di Arcore che non hanno digerito il siluramento di Tozzi (seduto tra il pubblico) . Prima di votare nuovamente contro il Bilancio come Varrecchia, ha contestato a Maurizio Bono “di non aver saputo gestire la crisi politica da lui creata con il caso Tozzi. Le sembrava mai possibile pensare che tutto sarebbe andato bene? Ha voluto minare dall’interno il nostro partito non curandosi dei danni che poteva crearci e che ha creato, questo per me è imperdonabile“. E ancora: “lei ha l’obbligo di risolvere la crisi, perché lo chiedono i cittadini di Arcore, lo chiedono tutti i soggetti qui coinvolti i quali devono riuscire a lavorare serenamente, lei non può escludere nessuno dei qui presenti che compongono a sua maggioranza”. E poi il riferimento velato all’offerta di pace che i contestatori hanno fatto un paio di settimane fa in un incontro con il sindaco e che per ora è caduta nel vuoto: la testa dell’assessore Lorenzo Belotti. Su questa pretesa Bono non si è ancora espresso ma pare poco probabile che acconsenta. Timpano ha chiuso così il suo j’accuse: “mi auguro che lei, sindaco, possa quanto prima ricompattare la squadra che la sostiene e non elemosinare i voti per restare al suo posto”.
Il riferimento è alla Sperti che da parte sua ha ribaltato il suo voto sul Bilancio da negativo a positivo e ha dichiarato di avere avuto un confronto franco e costruttivo con il sindaco e di essere finalmente tornata in aula con l’animo sereno. Un ringraziamento a microfono anche al sacrificio di Nicolò Malacrida.
L’opposizione ha fatto la sua parte, soprattutto attraverso le parole di Luca Monguzzi e Michele Calloni secondo i quali l’Esecutivo dovrebbe delle spiegazioni politiche su quanto sta accadendo al suo interno.
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