Calcio Monza, l’importanza dei dettagli: dal Cagliari alla Juventus, ecco dove migliorare

Dopo la sconfitta in pieno recupero contro la Juventus, la parola d’ordine in casa biancorossa è “Ripartire”. Attenzione però a non ripetere gli errori commessi contro bianconeri e rossoblu nelle ultime due partite…
Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: perdere contro la Juventus è del tutto accettabile, così come raccogliere un pari a Cagliari nella migliore prestazione stagionale degli isolani.
Tuttavia il pareggio dell’U-Power Stadium contro i bianconeri è decisamente amaro, se si ripensa al film di una partita che il Calcio Monza aveva recuperato nel finale, dopo un secondo tempo condotto quasi interamente nella metà campo avversaria. Pessina e compagni hanno palleggiato per l’intera ripresa di fronte ad un muro bianconero composto da cinque elementi più addirittura un sesto (Danilo) nell’ultimo scorcio di gara. Le statistiche descrivono due squadre fedeli ad opposte interpretazioni del calcio. Qualche numero? Un tiro in porta del Monza contro 7 della Juventus. Il 66% del possesso palla a favore dei biancorossi, dato che sarebbe ancora più elevato se considerassimo la sola ripresa.
Tralasciando poi una non piccola coda polemica – dall’esultanza “sfacciata” di Gagliardini davanti a Rabiot, alle immagini che mostrano l’inesistenza del corner del vantaggio bianconero – proviamo a focalizzarci sugli insegnamenti di questo Monza-Juventus, senza peccare di presunzione e ricordando sempre la forza degli avversari, apparsi ben più solidi e affiatati rispetto alla partita dello scorso campionato.
Tridente bocciato
Con Colombo non al meglio, Raffaele Palladino ha preferito un inedito tridente “leggero” all’inserimento di Maric dal via. L’asse Machìn-Ciurria-Colpani ha creato però pochissimi problemi alla difesa di mister Allegri: Machìn non si è praticamente mai visto nei 45’ disputati, con Ciurria che ha combinato qualcosa di più solo abbassandosi molto per dialogare con Colpani, anch’egli sottotono. Di certo anche il campo intriso d’acqua avrà limitato l’estro e il dinamismo dei biancorossi, ma Bremer e Gatti hanno stravinto i duelli individuali forti di una prestanza fisica incomparabile con gli avversari. Decisamente meglio il Monza nella ripresa, con l’inserimento di una punta di ruolo: Colombo non ha inciso, ma ha consentito alla squadra di rendersi più pericolosa con un Ciurria decisamente più in palla sull’esterno. Dopo il primo tempo di Cagliari – con il Monza messo sotto in mediana – un altro spezzone di partita con la squadra in difficoltà dal punto di vista tattico.
Emozioni o dettagli?
Due reti subite entrambe a pochi secondi da due episodi favorevoli, celebrati (giustamente) con gioia ed esultanza. Sarà una coincidenza, ma i biancorossi hanno subito il gol di Rabiot (nettamente il migliore in campo del match) subito dopo la strepitosa, doppia prodezza di Di Gregorio su Vlahovic e immediatamente al seguito dell’illusorio pareggio di Valentin Carboni: Raffaele Palladino non ha mancato di sottolineare le responsabilità dei singoli (Mota, nella circostanza del gol di Gatti, ma non è ovviamente un solo giocatore ad aver determinato il risultato), ma probabilmente tutto il gruppo non ha gestito al meglio – in termini di concentrazione e lucidità – gli ultimi 180 secondi di gioco, che sono putroppo per il Monza risultati decisivi.
Dettagli? Sì, ma destinati a fare la differenza. Gli ultimi due match ci hanno ricordato la caratura dei valori di una Serie A magari meno spettacolare e “di livello” rispetto a qualche anno fa ma forse ancor più combattuta dalla settima piazza in poi: sono i dettagli a fare la differenza, dal 1′ di gioco sino al triplce fischio, sia che si giochi contro una Juventus seconda in classifica o contro un Cagliari attualmente penultimo. E saranno proprio i dettagli a fare la differenza in classifica al termine del torneo di Serie A…