Assistente Materna, la nuova figura professionale che aiuta le mamme (ma che forse non serve a niente)

Non è ancora nata (se ne parla nel 2024) ma già sta facendo parecchio discutere. Scelta azzeccata quella del governo Meloni? Lo abbiamo chiesto alle mamme e alle ostetriche della Brianza
Brianza. C’è una nuova professione che si affaccerà al mondo del lavoro dal prossimo 2024: l’Assistente Materna. Per istituirla il Governo ha intenzione di stanziare tra i 100 ed i 150 milioni di euro. Ma di cosa si occuperà esattamente? L’Assistente Materna avrà il compito di accompagnare le madri nei primi sei mesi di vita del bambino con un rapporto personale diretto. Non solo risponderà telefonicamente, o con videocall, ma andrà direttamente a domicilio per sostenere le donne nei primi sei mesi dopo il parto. Ma non era una figura professionale che già c’era? O meglio, cosa cambia tra Assistente Materna e Ostetrica? MBNews ha cercato di capire che differenza c’è tra queste due professionisti, intervistando due ostetriche libere professioniste sul territorio di Monza e Brianza.
ASSISTENTE MATERNA? NO GRAZIE! ECCO LA RISPOSTA DELLE OSTETRICHE LIBERE PROFESSIONISTE
“Come la penso? Che è uno spreco di soldi”. Chiaro e diretto è il pensiero di Eleonora Bernardini, ostetrica libera professionista di Seregno che MBNews ha raggiunto telefonicamente per un commento sull’Assistente Materna.
“Una scelta poco sensata – aggiunge – perché, oltre a sprecare risorse economiche, non fa altro che confondere le mamme che non sanno più a chi rivolgersi. Ci sono le ostetriche per questo, o le Doule, che senso ha una nuova figura professionale simile come l’Assistente Materna? Abbiamo in Italia i consultori che chiudono e spariscono perché non ci sono fondi”.
Dello stesso pensiero è anche la dottoressa Cetty Riggio, ostetrica libera professionista che lavora sia a Milano che ad Arcore: “abbiamo il 60% in meno dei consultori, addirittura le puericultrici sono state tolte dagli ospedali, riadattandosi poi a lavorare come libere professioniste. Il sistema, in un certo senso, le ha tagliate fuori – commenta – le persone formate ci sono, laureate e specializzate. Non stiamo parlando di persone che hanno alle spalle solo un corso di formazione di sei o nove mesi come invece prevede l’Assistente Materna. Forse un laureato costa di più?”
Per diventare Assistente Materna, infatti, non sarà necessario frequentare un lungo percorso universitario ma basterà seguire un corso di formazione della durata di sei o nove mesi, che fornirà le competenze sufficienti per rispondere ai dubbi dei genitori nella gestione del neonato fino ai 6 mesi di vita e, addirittura, a gestire complicanze come la sindrome depressiva post partum.
“Non è la persona che ti aiuta in casa, ma è una persona che magari ti dà anche dei consigli non richiesti – continua Cetty Riggio – addirittura si parlava di ridurre le chiamate al pediatra grazie a questa figura”.

Insomma la loro posizione è chiara, come conclude Eleonora Bernardini: “abbiamo già le risorse, vanno solo impiegate meglio per implementare e migliorare quello che già c’è sul nostro territorio, non inventare nuovi lavori che non hanno una vera e propria collocazione perché ci sono già figure professionali simili”.
L’ORDINE NAZIONALE OSTRETRICHE: “SCONCERTATE E INDIGANTE”
“Pur comprendendo il nobile fine di voler garantire un aiuto alle madri, non possiamo che esprimere la nostra più totale disapprovazione unitamente al nostro totale disappunto sulla questione – si legge nella lettera inviata da FNOPO al Ministro della Salute Schillaci (Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica) – Le cure post-natali a sostegno della neomamma rappresentano il “core” dell’attività dell’ostetrica che osservando e promuovendo la fisiologia, sa riconoscerne tempestivamente la deviazione e la comparsa di e situazioni patologiche che possono richiedere l’intervento anche di altri specialisti. La competenza dell’ostetrica che si reca al domicilio delle neomamme, inoltre, può permettere di riconoscere tempestivamente situazioni di violenza domestica o di fragilità psico sociale attivare e conseguentemente percorsi adeguati multi professionali”.
E chiudono: ” Restiamo sconcertate e indignate di fronte al fatto che il decisore possa immaginare
di poter creare nuove figure professionali che vanno tra ‘altro a sovrapporsi per competenze a quelle già
esistenti.”
E le mamme cosa ne pensano?
Attraverso i social, MBNews ha interpellato sulla questione anche alcune mamme chiedendo loro se sarebbero felici di essere seguite ed aiutate dall’Assistente Materna.
“Non mi affiderei mai a una figura professionale che non abbia esperienza in questo campo ma solo un corso di formazione della durata di sei/nove mesi . Per me è una proposta insensata”, risponde mamma Martina. Qualcun’altra, invece, fa leva proprio sulla confusione che questa nuova figura professionale sta creando e, infatti, ci chiedono: “ma non è la stessa cosa che fa l’ostetrica?”.
Altre mamme, ancora, non hanno ben chiaro come “nascerà” l’Assistente Materna. Cioè come verrà formata per assistere le madri in questo delicato compito e ci scrivono: “D’accordo se sono persone con esperienza in ambito familiare / ospedaliera e in possesso di una laurea breve”. Cosa che al momento non è prevista perché, come detto poco sopra, per diventare Assistente Materna bisognerà seguire solo un corso di formazione di pochi mesi.
E poi c’è anche chi storce il naso sulle modalità in cui questa figura aiuterà le mamme, cioè anche attraverso videocall e non solo con assistenza domiciliare: ” Ci siamo anche noi puericultrici formate ed esperienzate ad affiancarsi alle mamme e non solo nei primi 6 mesi di vita, ma fino a 6 anni, aggiornandosi in continuazione con le ultime linee guide del OMS! Non si può aiutare 360 gradi una mamma solo tramite chiamate o sui social!”