Pietro Villa, l'”ultimo fabbro” di Besana: l’artista che dà una seconda vita al ferro di scarto

MBNews è stata in visita alla bottega del besanese che trasforma il ferro in arte. Segni particolari? Le sue opere le regala. Tra i personaggi noti: Silvio Berlusconi e Eugenio Corti
Besana. Mani callose, da lavoratore instancabile. Occhi vispi e curiosi, da vero sognatore. E’ questo che subito ci ha colpiti quando abbiamo incontrato Pietro Villa, classe 1939: l’”ultimo fabbro, come lui ama definirsi per una conoscenza della tecnica oggi praticamente introvabile, di Villa Raverio, frazione di Besana. Un arzillo 85enne che ci ha accolti nella sua officina, al civico 17 che, ad essere onesti, a noi è persa più un vero e proprio museo: la sua passione, infatti, è quella di dare una seconda vita a materiale ferroso creando oggetti unici. Opere d’arte. Dalla Tour Eiffel in miniatura, a Napoleone in sella al suo cavallo, ai libri in rame incisi a mano, fino alle più “semplici” – si fa per dire – figure di latta e sculture varie. Se ne contano a migliaia. La particolarità? Pietro Villa le sue opere le ha sempre donate. E infatti, girando per Besana, non è raro passare davanti ad una delle sue sculture, come il cavallo in ferro che si trova in Piazza, proprio a pochi passi dal Municipio. Ma se ne trovano anche a Costa Masnaga e Cassago. Pure a Monza, nella sede della Questura. Nel 2021, l’artista e fabbro besanese, ha realizzato (in soli due giorni, ndr) il “Centauro” che è stato regalato alla Polizia Stradale: uno dei tanti “fiori all’occhiello” nel lunghissimo curriculum di Pietro Villa.

PIETRO VILLA, L’ULTIMO FABBRO
Neanche a dirlo, quando incontriamo Pietro Villa nella sua officina, lo troviamo intento a lavorare ad una scultura. Un nuovo cavallo. L’ultimo l’aveva realizzato solo qualche giorno prima, tutto d’un fiato, facendosi guidare solo dall’esperienza, dalle sue capacità tecniche e dalla passione: “forse è il più alto che ho realizzato, tutto fatto con ferro di recupero – spiega – è alto più di 2 metri. Io non ho più spazio e quindi lo dono volentieri. Chiedo in cambio solo un po’ di visibilità quindi mi farebbe piacere potesse essere installato magari in qualche spazio pubblico o aiuole”.
Quella di creare oggetti partendo da pezzi di ferro è sempre stata una sua passione fin da ragazzino, “facevo dannare i miei professori”, ci racconta. Poi da studente è diventato anche professore di applicazioni tecniche in diversi Istituti tecnici del territorio. Pietro Villa si può definire un’artista poliedrico perché, oltre alle sculture in ferro, durante la nostra visita nella sua bottega, ci ha mostrato anche diversi scritti e ricerche da lui prodotti e pubblicati. Per esempio, suo è stato il lavoro di restauro delle circa 10 pietre miliari presenti a Besana che nel 2021 lo ha tenuto parecchio impegnato. Non solo. Grazie alla sua arte, Pietro Villa ha avuto l’onore di stringere la mano a Silvio Berlusconi a cui aveva donato un libro in rame inciso a mano: “quando Berlusconi scelse di scendere in politica presentò un programma, io ho riprodotto quella lettera e la incisi su un libro che gli regalai – ci racconta – ne feci un altro quando il Milan vinse la Coppa Campioni e fui immensamente grato quando, nel 2021, trovai il mio libro esposto nella grande mostra “Milan 110 e lode”.
E per rimanere sempre in campo politico, qualche anno fa, il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana pubblicò un post social ringraziando Pietro Villa per le sue opere, in particolare per il presepe che ogni anno allestisce in un campo di Villa Raverio. “Credo sia davvero un bel gesto per la comunità, che non va dato per scontato anche se si ripete negli anni e che aiuta tutti ad una riflessione sul Santo Natale”, aveva scritto.
Degno di nota anche il suo omaggio ad Eugenio Corti, grande scrittore di Besana scomparso nel 2014. “Quello in piazza a Besana, è proprio il Cavallo Rosso (romanzo storico dell’autore, ndr) – spiega Villa – a Corti regalai anche uno dei miei libri in rame in cui incisi il primo capito del suo libro”.

CHE FINE FARANNO TUTTE LE OPERE DI PIETRO VILLA?
Non basta certo un articolo di giornale per riassumere la lunga carriera d’artista di Pietro Villa. Il suo curriculum è davvero ricco, così come la sua bottega è ricca di oggetti in ferro. Una passione che, come detto, lo accompagna da sempre e che, insieme a lui è cresciuta e si è evoluta dando vita a veri e propri “cicli artistici”. C’è il filone del “Recovery art” in cui si da una seconda chance alle cose: “dono nuova vita a padelle, barattoli, ferri da stiro e a tutto quello che normalmente finirebbe in discarica”, dice. Ma c’è anche il ciclo “Explosions“, vere e proprie esplosioni di materiale ferroso deformato e stressato e sottoposto a crepe e tagli. Interessante il ciclo “Distruzione del mito” dove soggetti antichi ed epici vengono “rovinati” da chiodi che ne cambiano l’immagine classica. Fino alla “collezione” un po’ POP nella quale Pietro Villa ha giocato con diversi elementi, classici e moderni, come la riproduzione del viso di Re Carlo d’Inghilterra o il profilo di Donald Trump.

“Dovrebbe aprire davvero un museo per mostrare a tutti le sue opere”, suggeriamo. Pietro Villa sorride. Ma non ci dà risposta. Il finale di questa storia, allora, rimane in sospeso.