Gli portano via la targa e gli montano quella rubata: brugherese ignaro fermato dai carabinieri

Così i malviventi viaggiano sempre con veicoli “puliti” per commettere furti, rapine e altri reati.
Alzi la mano chi si è mai preso la briga di uscire di casa alla mattina e di controllare, prima di mettere in moto, che la targa della propria auto sia effettivamente la sua. Eppure, alla luce di una serie di episodi diffusi anche in Brianza, questa accortezza appare oggi una prudenza opportuna più che un eccesso di zelo. Il furto di targhe è infatti un fenomeno in crescita che offre ai malviventi un’occasione strategica per dissimulare la loro identità quando sono alla guida per mettere a segno furti, rapine e altri reati. L’ultimo caso riguarda un brugherese che, nei giorni scorsi, si è ritrovato con il veicolo fermo a un posto di controllo dei carabinieri che gli contestavano di viaggiare con targhe rubate.
L’uomo, un cittadino comune che guidava un furgone da lavoro è caduto dal proverbiale pero guardando quelle due targhe, anteriore e posteriore, che non corrispondevano a quelle del suo mezzo. Le due targhe risultavano rubate da un altro veicolo, sempre a Brugherio, un paio di giorni prima. Erano “sporche”, insomma, e quindi costituivano per i colpevoli un fattore di rischio. Potevano, per esempio, far scattare gli allarmi dei sistemi di lettura targhe degli impianti di videosorveglianza comunali. O essere notati nei controlli delle forze dell’ordine. E così, infatti, è stato nel caso di Brugherio.
LA TECNICA
Per ovviare a questo problema, i malviventi rubano targhe pulite e le applicano sui loro mezzi in modo da viaggiare sicuri. Contestualmente applicano alle auto pulite le targhe rubate e già compromesse in modo che i proprietari, almeno i meno attenti, non si accorgano del furto e, semmai, vengano fermati al posto loro. E’ per questo, pare, che il brugherese intercettato dai carabinieri ha viaggiato per un paio di giorni portando a spasso targhe rubate anziché le sue originali. Quelle erano e sono tuttora plausibilmente installate su macchine usate per commettere reati. Risultano ancora irreperibili e non è escluso che a breve vengano nuovamente rimpiazzate e montate sui mezzi di qualche altra vittima. La buona fede del conducente del furgone è stata accertata, ma l’episodio insegna che dare un occhio alla targa ogni tanto, può scongiurare qualche guaio con le forze dell’ordine.