Il focus

Terremoto in Turchia e Siria, al via la raccolta fondi della “Insieme si può fare” Onlus

L'organizzazione umanitaria, fondata dieci anni fa da Lorenzo Locati, opera nei territori colpiti dalla devastante emergenza. Consegnati i primi pacchi alimentari agli sfollati.

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In decine di migliaia sono morti sotto le macerie di case e palazzi. Probabilmente, mentre continua a salire il bilancio delle vittime del terremoto che ha colpito l’Anatolia del Sud tra Turchia e Siria, alla fine delle ricerche dei dispersi, non sapremo mai quanti hanno perso davvero la vita in una notte in cui la Terra ha tremato come rare volte nella sua storia.

I numeri, in ogni caso, non potranno mai restituire il senso di una tragedia immane che ha distrutto famiglie, quartieri, intere città di un territorio già devastato da una povertà diffusa e, in Siria, da una guerra civile distruttiva, capace, ormai dal 2011, di fare centinaia di migliaia di morti e milioni di rifugiati.

Proprio nel cuore di questa martoriata area geografica, su cui le difficoltà sembrano accumularsi una sull’altra, per affrontare l’emergenza creata da un terremoto che ha sprigionato una potenza pare a quella di 200 bombe atomiche, è pronta a fare la sua parte anche “Insieme si può fare”, Onlus monzese nata nel 2013 con una prima missione di beneficenza denominata “Pasqua in Siria”.

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Lorenzo Locati (il primo da destra) in un'immagine di repertorio

DARE UNA MANO, MEGLIO DUE

“A Reyhanli, in Turchia ai confini siriani, è partito il nostro primo aiuto straordinario, piccolo, ma concreto e mirato” annuncia Lorenzo Locati, ex professore di Educazione fisica al Liceo artistico Nanni Valentini di Monza e fondatore di “Insieme si può fare”.

Settantacinque pacchi alimentari sono in queste ore in distribuzione alle famiglie più disagiate e a quelle che hanno avuto danni in questa zona – continua – qui sorge la Plaster School, una realtà di solito frequentata da 85 bambini, alcuni dei quali portatori di handicap, che ora, con le lezioni sospese, è diventata rifugio per 9 famiglie e 18 bambini“.

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L’impegno della “Insieme si può fare” Onlus, che in dieci anni di volontariato e solidarietà ha inviato ai confini tra Siria e Turchia oltre 40 container di aiuti umanitari e messo in campo numerosi progetti, soprattutto a favore dell’istruzione dei bambini e per aiutare anche le loro famiglie, sta cercando nuove strade per fare del bene.

“Abbiamo avviato una raccolta fondi con causale “Emergenza terremoto” (il codice IBAN di Insieme si può fare Onlus è IT95E0623020401000015299145) – afferma Locati – abbiamo già fatto una cospicua donazione e ne faremo un’altra prossima settimana. L’obiettivo immediato è fornire ad una delle tante strutture in cui sono state portate le migliaia di sfollati numerosi pacchi secchi, cioè confezioni di cibo pronto da mangiare, visto che non è possibile cucinare”.

LA SITUAZIONE

In un terremoto così devastante, come accade sempre negli episodi improvvisi ed estremi, il confine sottile tra morire e restare in vita può essere determinato da una distanza di pochi metri o qualche impercettibile secondo.

“È difficile comprendere una tragedia di così vasta portata – spiega Locati che proprio nei prossimi giorni avrebbe dovuto recarsi di persona in Turchia per seguire i diversi progetti portati avanti dalla “Insieme si può fare” Onlus – eppure nella sfortuna di un lutto che sta spegnendo la speranza di ripresa a centinaia di migliaia di persone, noi siamo stati tutto sommato fortunati”.

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“Non contiamo danni particolari ai campi profughi in cui operiamo e alle nostre strutture – continua – non registriamo morti tra i nostri referenti sul posto, che si stanno dando da fare come matti per aiutare la popolazione”.

Dalla furia della terra che ha tremato forte e a lungo, sono uscite praticamente indenni anche “Casa dell’Accoglienza”, sede della Onlus monzese nella capitale della Siria, Aleppo, dove si svolgono corsi di sartoria e da tempo si fornisce un sussidio a 60 famiglie musulmane e cristiane e “Casa Speranza”, una struttura/riformatorio che ospita 44 bambini non scolarizzati sorpresi a rubare e mendicare.

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“Se gli edifici sono rimasti in piedi e registriamo solo la rottura delle condutture idriche nella nostra “Casa Accoglienza”, dobbiamo fare i conti con lo choc che il terremoto ha provocato nei bambini – afferma la dottoressa Noura Warrak, vicepresidente di “Insieme si può fare” Onlus – si è risvegliata in loro la fragilità mai del tutto superata per i traumi della guerra e dei bombardamenti“.

Mentre accade tutto questo, il rumore delle armi non si spegne nemmeno di fronte alle macerie. “Il regime di Bashar al Assad ha bombardato i ribelli a 25 km da Aleppo” afferma Locati. Peggio di un terremoto di magnitudo 7.9 della Scala Richter, che resta comunque un fenomeno naturale, ci sono le scelte e le decisioni di alcuni uomini. A volte dalle conseguenze perfino più deleterie.

 

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