Monza, dalle bomboniere arcobaleno ai quadretti con le vulve: il genio creativo di Alice “Arighepois”

23 febbraio 2023 | 07:29
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Monza, dalle bomboniere arcobaleno ai quadretti con le vulve: il genio creativo di Alice “Arighepois”
Alice Anfuso "Arighepois" e una delle sue creazioni

Nel suo shop online si trova un po’ di tutto: dagli arcobaleni ai cuori (anatomici), passando per i cervelli, fino alle vulve. Sì perchè proprio la vagina, simbolo di vita, va incorniciata ed esposta con orgoglio.

Alice Anfuso, nota come “Arighepois“, è una creativa made in Monza. 38 anni, sposata e mamma di due bambini, di professione è un’artista. Bomboniere, orecchìni, collane, centrotavola, party kit: il suo estro spazia a 360 gradi. Nel suo shop online si trova un po’ di tutto: dagli arcobaleni ai cuori (anatomici), passando per i cervelli, fino alle vulve. Sì perchè proprio la vagina, simbolo di vita, va incorniciata ed esposta con orgoglio.

monza quadretti vulve Alice Anfuso Arighepois

“Una vagina d’oro è qualcosa da appendere?” qualcuno le ha domandato sui social. “La mia riposta è sispiega Alice alla redazione di MBNews. “Per me è vita, potenza, dunque perchè non incorniciarla?”.

Alice è un vero vulcano di idee. Qualche anno fa lavorava in uno splendido negozietto di abiti vintage in via Prina, a Monza. Il gusto certo non le manca e, dopo l’esperienza in atelier, si è buttata a capofitto nella sua nuova avventura.

Ora è ricercatissima per le sue bomboniere e per gli allestimenti delle feste di compleanno a tema. A renderla nota i suoi dolcissimi arcobaleni in lana personalizzabili. Spille, ciondoli, girocollo: se incontri qualcuno per strada che li indossa puoi stare certo che si tratta di una sua creazione.

Ma Alice è famosa anche per i suoi quadretti “anatomici”. Dal cuore, al cervello, alla vulva, appunto, che la monzese ha voluto omaggiare incorniciandola.

COME NASCE UN’ARTISTA: LA STORIA DI ALICE “ARIGHEPOIS”

Che lavoro vuoi fare da grande? È la classica domanda che si fa ai bambini in età di asilo o alle elementari, io ricordo perfettamente che rispondevo: la pittrice. Sono sempre stata creativa, ho sempre avuto fantasia ma, come succede a molti creativi, non ero in grado di vedermi con gli occhi degli altri, non ero in grado di monetizzare ciò che facevo e, soprattutto, sono sempre stata molto critica” ci racconta Alice.

Laureata a Brera in valorizzazione dei Beni Culturali, ha sempre amato la moda, soprattutto quella vintage, e ha cercato di mettere la sua vena creativa nei negozi tramite allestimenti, vetrine, ed eventi.

“Ho cominciato ad avere un buon consenso da parte degli altri a ricevere complimenti e a maturare sempre più esperienza. Come spesso accade la maternità mi ha fermata, e soprattutto, nel 2018 abbiamo scoperto e appurato che il nostro primo figlio fosse nello spettro autistico. Ci siamo scontrati con una realtà che ormai appartiene a molte famiglie, ma che non sapevamo gestire, ci siamo scontrati con il sistema sanitario, con la burocrazia ma soprattutto con il nostro dolore” prosegue.

“Come famiglia abbiamo e stiamo continuando a dare tutto e ci riteniamo comunque fortunati, ma indubbiamente per seguire bene il nostro bimbo il lavoro di uno dei due doveva essere “sacrificato”…. Sacrificammo il mio per ovvie ragioni. Dopo qualche mese, quando la situazione si è un po’ rasserenata, quando abbiamo capito la strada che dovevamo percorrere, non mi è più bastato essere solo mamma. Avevo bisogno di ritrovarmi nel mio ruolo di lavoratrice ma, non potendo rientrare come dipendente e con l’elasticità di una dipendente che lavora in un negozio, ho deciso di aprire la partita Iva lavorando sempre per dei punti vendita per l’aspetto social e creativo”.

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LA RINASCITA

“Gli Arcobaleni per me simboleggiano la mia rinascita dopo quel periodo così cupo. – prosegue nel suo racconto – Sono stati la prima cosa che ho creato quando mi sono sentita più serena e tuttora sono in vendita presso la mia seconda casa, ovvero il negozio di Francesca Fior Di Pensieri che si trova in centro Monza. Con lei collaboro da anni nel periodo di Natale, in quello delle cerimonie, e insieme teniamo anche dei corsi creativi. Successivamente ho sperimentato la resina e ho creato questi cuori e cervelli all’interno di una cornice e soprattutto personalizzabili, perchè trovo che sia la carta vincente. Tutto quello che io creo lo faccio principalmente per me e perché mi piace, gli do un significato particolare e spesso è un intreccio di ciò che io vivo: per questo spesso dico che il mio scopo non è tanto quello di piacere a tutti quanto quello di arrivare a toccare il cuore di pochi. So perfettamente che non tutti appenderebbero il quadro con una vulva nella propria casa, ma mi fa sempre sorridere quando invece questo mi viene richiesto. Anche quello è stato un tentativo, la prima l’ho fatta per me ed è appesa in camera. Mio marito ormai è abituato alla mia creatività particolare, ma soprattutto trovo non sia una cosa da nascondere, di cui vergognarsi ma certamente riconosco che non sia per tutti”.

LE “MARIONETTE”: PERCHE’ NELLA VITA “CI VUOLE CUORE” …

E in ultimo sono arrivate le marionette, un lavoro intitolato “Ci vuole cuore”: un messaggio d’amore e di empatia, per tutti coloro che vivono una situazione difficile, e per tutto quello che anche uno sconosciuto con un sorriso o uno sguardo può fare.

“La difficoltà che mi è stata data mi ha fatto soffrire molto ma a volte penso che non avrei mai avuto il coraggio di abbandonare un lavoro sicuro e fare quello che realmente desideravo. Sono da sempre fermamente convinta che ci sia un perché a tutto, devo ancora capirlo a 360° ma forse questo è un inizio”.

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Tra le tante opere della monzese, infatti, “Le Marionette“. “Una mattina io e mio figlio aspettavamo fuori sul marciapiede che arrivasse il nostro turno per la psicomotricità. Le solite facce, i soliti bimbi di sempre. Alcuni più calmi, altri più agitati, come quel bimbo, avrà avuto 10 anni” ci racconta Alice. “Ad un certo punto ha cominciato a gridare, ad agitarsi. La mamma cercava di calmarlo ma con poco successo. Gli sguardi … a volte fanno male quando sei in una situazione di disagio. Quando succedono queste cose io evito di far sentire i miei occhi su di loro perchè non ne hanno bisogno. Ma certa gente guarda, è curiosa, certa gente vuole sentirsi fortunata per quello che ha, rispetto alla fatica che invece avranno quella mamma e quel papà. Non serve sentirsi più fortunati, non serve giudicare, non serve guardare. Ci vuole cuore. Mio figlio intanto continuava ad infilare foglie nella grata. Il bambino è entrato ed io ho incrociato lo sguardo della mamma. Un mezzo sorriso mio, perchè non c’è nulla da ridere ma ti voglio dire che succede dai, che fa niente, che è “normale” e noi lo sappiamo. E ti domandi perchè, ti domandi perchè a un bambino, perchè questa fatica, come veniamo scelti, perchè veniamo scelti e da chi. Io mi sento fortunata – prosegue Alice – Ma non fortunata rispetto ad altri, io mi sento comunque fortunata perchè ho scelto di tirare fuori tutto l’amore che posso e non la rabbia. E a tutti gli altri vorrei solo dire che davvero ci vuole poco, ci vuole cuore. Questa è la storia delle “marionette””.