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A Lissone l’assessore silurato Sala graffia in conferenza stampa: “cacciato come un pirla, voglio le scuse”

ruggero sala conferenza

“Rivoglio indietro la mia dignità di persona, non si sputtana la gente così e 30 anni di carriera politica io non li butto via”. Un one man show, la conferenza stampa di Ruggero Sala, vicesindaco fatto fuori dalla giunta il 30 dicembre. “L’ho saputo dalla telefonata di un amico mentre ero al volante”, ha raccontato nella serata di ieri, 12 gennaio, in un’affollatissima Sala Polifunzionale a Lissone, senza nascondere amarezza e rabbia per una scelta che ritiene legittima, nella sostanza, ma inflitta a tradimento.

La sua lettura dei fatti riconduce tutto a una questione personale “tra me e una persona, anzi, tre persone”. Il sindaco Laura Borella è stata nominata esplicitamente una volta sola, plausibilmente per errore, perché è parso chiaro fin da subito che Sala non le avrebbe riconosciuto nemmeno l’onore dell’esser chiamata per nome, “questa gente non la conosce per niente la città – ha detto – vanno in giro con il tom tom, se no, non sanno dove andare e di Lissone non gliene frega niente“.

Generico gennaio 2023

QUESTIONE PERSONALE

La questione personale cui ha fatto riferimento Sala consiste in una serie di critiche che l’assessore di Fratelli d’Italia ha mosso in questi mesi alla sua stessa maggioranza, su diverse questioni, dal rinnovo della sede agli alpini per soli 4 anni alle transenne in centro da spostare per ragioni di sicurezza, al lampione che non c’entra nulla con la pubblica illuminazione, ai ripensamenti sulla ztl. Dulcis in fundo, il progetto per la riqualificazione del Cdd per persone disabili di via del Pioppo che, malgrado i costi elevati, non risponderebbe a tutte le esigenze espresse dall’utenza finora. “Allora la motivazione del sindaco Borella è che io la aggredisco. E allora, le bottigliette che Meroni lanciava a Zagari, le parolacce che dicevo al sindaco Monguzzi (scusandomi subito dopo)? La politica è confronto, anche scontro, ma si resta lì ad argomentare. Con questa amministrazione andiamo in chiesa, non a fare politica. E ci diciamo cose sottovoce. Io ho provato a dirle sottovoce, le ho dette alzando la voce, ma i paletti sono ancora in piazza, il lampione non funziona e le cose vanno avanti così”. Pollice verso in generale, a consuntivo, su tutto l’operato dell’attuale giunta: “dovevamo fare la differenza con la Monguzzi ma stiamo facendo peggio. Ma il sindaco ha perso un’occasione perché con me in giunta avrebbe avuto un capro espiatorio perfetto. Massimo Rossati, Serena Arrigoni, i cittadini non sanno chi sono. Ma sanno chi sono io, mi riconoscono per strada.

 

E ADESSO?

Al di là delle spiegazioni e del regolamento di conti, Sala ha lasciato intravedere un grosso tema: il futuro di questa amministrazione. Due dei consiglieri di Fratelli d’Italia, Omar Foligno e Stefano Arosio, erano in prima fila alla conferenza stampa e Arosio ha anche preso la parola per confermare la scarsa comunicazione della giunta Borella e criticare i modi del siluramento del “birel”, soprannome del vicesindaco. Come si comporteranno con le alzate di mano in consiglio comunale? Come ricuciranno (se lo faranno) il rapporto di fiducia con il loro assessore di riferimento rimasto in giunta (e favorevole al licenziamento), Camarda? Se la cerchia del dissenso si allargasse, l’intera maggioranza, ancora ai primi passi del mandato, vacillerebbe. “Ma noi non siamo all’oratorio – ha detto Sala – e vediamo se ci sono i presupposti per andare avanti”. Condizione sine qua non, le scuse del sindaco, “perchè sono stato cacciato come un pirla qualsiasi”.

L’OPPOSIZIONE

Generico gennaio 2023

Stanno a guardare cosa succede i consiglieri di opposizione, presenti in larga parte alla conferenza. In seconda fila, Concettina MOnguzzi, ma soprattutto Fabio Meroni, l’amico di sempre di Sala, pur su barricate spesso diverse. “Se bisogna andare avanti con questa amministrazione prendete una decisione – è stato l’appello ai consiglieri che rinnoverà in sede di assemblea – ma se avete anche un solo dubbio, mandateli a casa prima del 24 febbraio, perché altrimenti consegnereste la città al commissariamento”. Sala da parte sua non ha nessuna intenzione di defilarsi, lo ha detto chiaramente, continuerà a restare sulla scena civica, magari in un’associazione. Magari in un “dietro le quinte” ma tanto palese quanto lo sarebbe il palcoscenico.

REGIONALI

Non sfugge infine, per restare sul piano della politica, la crucialità del momento, con le regionali alle porte, le tante candidature che vengono dal territorio e l’attesa di capire quali saranno i rapporti di forza tra i big del centrodestra Fratelli d’Italia e Lega. Poco importa ai meloniani come si metterà: a Lissone il posto vacante va di diritto a loro. Un vero ginepraio sul quale vien da chiedersi se il sindaco e i suoi fedeli di giunta abbiano fatto le strategiche riflessioni, prima di licenziare Sala.

 

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