Allargare il fronte contro il “metodo Pedemontana” a tutti i 55 sindaci della Brianza, un altro tentativo – il terzo dopo due lettere ufficiali già inviate al Pirellone e rimaste senza risposta – di aprire un confronto vero sul futuro dell’autostrada e poi valutare un’azione legale a tutela del territorio. Sono i prossimi passi con cui i 13 sindaci del territorio vimercatese interessati dal progetto della Tratta D Breve della Pedemontana proseguiranno la battaglia non solo contro i progetti visti finora della nuova autostrada ma, soprattutto, contro il metodo seguito finora da Lombardia Regione e Cal spa, Concessioni Autostradali Lombarde, di gestire l’opera.
“Un’opera calata dall’alto, senza alcun confronto con il territorio interessato e con ogni decisione presa allo scuro di tutti”, spiega il sindaco di Agrate Brianza Simone Sironi in uno degli interventi introduttivi dell’incontro pubblico organizzato lunedì sera, 5 dicembre a Vimercate, con tutti i 13 colleghi della Brianza Est dove dovrà passare la tratta finale di Pedemontana per connettersi all’A4.
“Noi sindaci abbiamo visto per la prima volta lo studio di fattibilità della Tratta D Breve a settembre 2021 già fatto – spiega Sironi – e da allora, nonostante le nostre richieste, non c’è stata alcuna interlocuzione tra chi ha preso le decisioni e le istituzioni locali. Dallo scorso maggio abbiamo inviato sollecitazioni e richieste formali, attraverso i canali istituzionali e con anche la mediazioni della Provincia, per avere un incontro con Regione su Pedemontana ma ad oggi neanche ci è stata data una risposta”.
E’ questo il cosiddetto “metodo Pedemontana”, decisioni su un’opera pubblica dal forte impatto ambientale, economico e sociale prese da una cerchia ristretta di politici ed istituzioni, nel silenzio e senza confronto con le realtà locali, fino al giorno prima di intervenire sul territorio. L’incontro di lunedì con i 13 sindaci della Tratta D dal titolo “Il Vimercatese unito si mobilita” è stato organizzato per presentare pubblicamente una sintesi del percorso seguito finora dalle istituzioni locali per conoscere i progetti previsti per la Brianza Est, il loro impatto sul territorio e quindi cercare di aprire un confronto per intervenire nelle decisioni, e quindi sono stati presentati i prossimi passi che verranno seguiti.
“Intendiamo allargare la questione da noi 13 sindaci della Tratta D ai nostri colleghi della Tratta C e B2 – spiega Francesco Cereda, sindaco di Vimercate -. Ogni tratta ha le sue caratteristiche e ogni amministrazione ha i suoi orientamenti ma una cosa che accomuna tutti, e che tutti i sindaci della Brianza hanno sempre detto anche i favorevoli a Pedemontana, è la mancanza di condivisione del progetto. Nessuno del territorio ha mai avuto un confronto con Regione o Cal sulla realizzazione dell’opera”.
Il primo passo che verrà quindi fatto per cercare di allargare il fronte a tutta la Brianza sarà quello di presentare in ognuno dei 55 Consigli comunali brianzoli una mozione che comunichi agli enti preposti formale parere di contrarietà alla realizzazione dell’opera “stante la totale mancanza di condivisione con i territori e considerati i progetti ad oggi approvati” e che impegni ogni Comune ad “attivarsi in tutte le sedi istituzionali affinché si possa avviare un fattivo confronto in merito a nuove soluzioni progettuali affinché le eventuali nuove infrastrutture possano dirsi chiaramente sostenibili sotto il profilo economico-finanziario, ambientale e paesaggistico”.
Il secondo passo dei 13 sindaci del vimercatese è stato sottoscrivere una nuova lettera e protocollare una nuova richiesta formale di apertura di un tavolo politico di confronto “sottolineando le scandalose vicende in merito alle informazioni nascoste ai sindaci per tutto questo tempo”. Mentre il terzo passo riguarda la valutazione di rivolgersi alla giustizia e “in questi giorni alcuni sindaci – conferma Cereda – hanno avuto incontri conoscitivi con degli studi legali per capire se quanto avvenuto finora su Pedemontana possa avere margini per un intervento legale e se ci sia possibilità di attivare tutele di legge per i territori coinvolti”.
commenta