Dalla storia al libro

“La memoria dei luoghi”: Erminia Belli racconta le tre vite di Guido Susani

Patriota e mazziniano, imprenditore tessile, appassionato di scienza e tecnologia: ecco chi era Guido Susani (e perché ospitò a Rancate di Triuggio Louis Pasteur).

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Erminia Belli presenta "La memoria dei luoghi"

Questo dicembre, e per la precisione il 27, ricorre il bicentenario della nascita di Louis Pasteur, il chimico francese considerato il padre della microbiologia. Un’occasione che Bellavite Editore ha voluto celebrare pubblicando un libro che è un gioiello di documentazione storica: “La memoria dei luoghi”.

Generico marzo 2022

Frutto dell’appassionata ricerca di Erminia Belli, dalla lettura scorrevole, il volume ripercorre la vita (anzi, come dice il sottotitolo, le tre vite: “Dai gelsi della Brianza ai salotti di Parigi”) dell’imprenditore e filantropo Guido Susani, che ospitò nella sua villa di Rancate di Triuggio il celebre scienziato. Non si trattò di un soggiorno di piacere, ma di un momento cruciale di ricerca e studio, nel tentativo di risolvere le cause dell’epidemia che stava devastando gli allevamenti dei bachi da seta di Susani, insieme a quelli di tutta Europa. Piccolo spoiler: Pasteur, poi, ce la fece.

Il libro da leggere per gli appassionati della Brianza (e non solo)

“La memoria dei luoghi” è un libro fatto così, apparentemente pacifico come la (ex) campagna brianzola, e in realtà fittissimo di eventi, sottotrame, colpi di scena e personaggi incredibili. MBNews ne ha parlato con la sua autrice, la consulente d’impresa Erminia Belli, al suo primo libro (“per me era un sogno… e ce l’ho fatta!”), irresistibilmente entusiasta: “Mi piacciono le storie che si intersecano con la Storia. Man mano che indagavo su Guido scoprivo cose che mai mi sarei immaginata!”.

La ricerca stessa è partita un po’ per caso, da un trasloco, una ristrutturazione, e un imprevedibile lockdown. Nel 2003 infatti la monzese Belli acquista a Rancate Villa Monterosso, costruita nell’Ottocento da Guido Susani, la ristruttura e, nel 2005, vi si trasferisce. Del vecchio proprietario di casa sa pochissimo, ma ne è curiosa: finché nel 2020, complice la pandemia, decide di di dare anima, corpo e inchiostro a quella storia, cominciando una ricerca che dai materiali online l’ha portata a Milano e Mantova, ma anche a Londra, a Parigi e in Borgogna.

Ma insomma, chi è stato Guido Susani?

Patriota, politico, fervente attivista della causa risorgimentale, imprenditore illuminato, filantropo, cultore della scienza, europeista: non basta una parola sola per descrivere Guido Susani (1823-1892), di cui colpisce sia la straordinaria modernità del carattere e delle inclinazioni, sia la poliedricità di interessi. Da qui le “tre vite” del sottotitolo.

Nato a Mantova da famiglia ebraica, si trasferisce a Milano e studia ingegneria a Pavia. Curioso, amante dell’innovazione, viaggia per l’Europa e si appassiona alla politica, entra in contatto con Mazzini e partecipa alle lotte per l’indipendenza del Lombardo-Veneto. Entra in Parlamento, redige lo statuto di fondazione del nascente Politecnico di Milano, ma poi, coinvolto nello scandalo delle Ferrovie Meridionali, si dimette e si trasferisce in Brianza, dove intraprende una carriera imprenditoriale nell’allevamento dei bachi da seta. Qui si impegnerà anche a favore della comunità locale, costruendo un asilo infantile e una sala per l’allattamento per le madri lavoratrici, e un locale mensa per gli operai e le operaie del suo stabilimento. Ma Susani non restò in Brianza fino alla fine: a più di 60 anni, dopo una serie di lutti e dispiaceri, cambiò ancora una volta vita, trasferendosi a Parigi giusto in tempo per assistere all’Esposizione Universale del 1889.

Capisco perché hai voluto farne un libro…

“La storia di Guido è ricchissima. Inizialmente volevo fermarmi a 180 pagine… ma c’era talmente tanto materiale che sono arrivata a 290“.

C’è anche spazio per l’amore?

“Certo! Susani si sposò tre volte, ma il grande amore della sua vita fu Orsola Robecchi, la prima moglie. Una storia romanticissima e modernissima: bella, colta, anticonformista, Orsola Robecchi quando lo conosce ha già 36 anni, 8 più di lui, ed è già sposata. Lui la aspetta per 12 anni, e finalmente si sposano, a Londra… solo che probabilmente non si sposarono davvero, si limitarono a inviare delle partecipazioni! Non c’è alcun certificato di matrimonio, e anche alcune lettere degli amici testimoniano questa ipotesi. Una cosa insolita per l’epoca, che denota anche grande fiducia reciproca”.

Dopo la morte di lei Susani sposò Margherita Greppi, più vecchia di lui di 7 anni, e infine, quando si trasferì a Parigi, Marguerite Thérèse Manifacier. “Della terza moglie inizialmente non sapevo nulla, nemmeno il nome. Poi ho trovato l’anagrafe online della Borgogna: che cosa meravigliosa il web, mi ha permesso di avere accesso a tantissima documentazione!”.

Com’è stata la ricerca?

“Devo fare una doverosa premessa: non sono una storica, solo un’appassionata che si è messa sulle tracce di Susani come una detective. Ho esaminato i documenti degli archivi, sono stata all’attuale Parini, ho visto i registi, le pagelle del ginnasio e del liceo… ma i reperti più belli ed emozionanti sono le lettere: ti restituiscono la voce dell’autore e lo spaccato di vita di un’epoca. Soprattutto quelle scambiate quando Susani e i suoi amici sono ragazzi!”.

“In particolare ho trovato tre grossi corpi di lettere: uno a Emilio Cornalia, direttore del Museo di Scienze Naturali di Milano e suo ex compagno di scuola, a cui chiede consigli quando, trasferitosi a Rancate, comincia a operare nel campo dei bachi da seta. Un altro a Ludovico Frapolli, anche lui mazziniano, e l’ultimo al suo compagno di università, Paolo Jacini, anche lui nel campo del tessile”.

Con la sua attività nel tessile, Susani ha avuto anche un impatto notevole sulla Brianza. In questa zona l’allevamento dei bachi da seta, i cosiddetti “cavalieri”, era fondamentale per l’economia.

“Sì, perché per i contadini la raccolta dei bozzoli del baco, in primavera, era la prima entrata dell’anno. Molti compravano le uova e le allevavano in casa. Per le filande, viceversa, era un’industria ad alto valore aggiunto: il filato della seta grezza aveva grande ritorno economico. Si tratta di un’attività che ha anche plasmato il territorio: le colline sopra Monza, e fino a Lecco e Varese, erano ricoperte di gelsi. Che ora non ci sono più, o quasi: l’allevamento dei bachi, ridottosi già dopo la prima guerra mondiale, è scomparso del tutto dopo la seconda”.

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Con il patrocinio del comune di Triuggio e il Consorzio Villa Greppi, “La memoria dei luoghi” non è a scopo di lucro: il ricavato dell’opera andrà all’associazione Amici della Natura di Triuggio. Un gesto di attenzione verso il territorio, che sta ricambiando con interesse e voglia di conoscere meglio la figura di Susani: alla serata di presentazione del libro, lo scorso 30 novembre a Triuggio, la sala consiliare era affollata di un pubblico attento, trascinato dall’entusiasmo dell’autrice in una girandola storica e documentaristica.

“Ho avuto il privilegio di leggere una bozza” ha commentato il sindaco di Triuggio Piero Giovanni Maria Cicardi in merito a “La memoria dei luoghi”. “Mi aspettavo una dimensione piccola, estremamente locale… ho trovato tutt’altro: uno spaccato di Milano e della Lombardia nella seconda metà dell’800, un momento di grande sviluppi e respiro europeo“.

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