“Ti prendo a schiaffi davanti al bambino”, così gli strozzini minacciavano le vittime

Minacce, violenze e timore per sè e i propri cari: gli aguzzini miravano a creare a una spirale di terrore per farsi consegnare i soldi e saldare i debiti contratti.
“Non fare il furbo, lascia il bambino a casa o ti prendo a schiaffi davanti a lui“. “Se a fine mese non sei pronto vedi te come ti cucino quella bella faccia da porco che hai”. Queste sono alcune delle frasi intercettate dai carabinieri di Limbiate e pronunciate per convincere le vittime a pagare. I “polli”, così li chiamavano gli strozzini. Minacce, violenze e timore per sè e i propri cari: gli aguzzini miravano a creare una spirale di terrore per farsi consegnare i soldi e saldare i debiti contratti.
Un meccanismo di soldi a strozzoche per, almeno 10 malcapitati, era un incubo senza via d’uscita. A portare la luce in fondo al tunnel i militari dell’Arma che, dopo tre anni di indagini, hanno smantellato il clan. Estorsione e usura, questa la pesante accusa che ha fatto scattare le manette per cinque persone.
Le vittime erano le più disparate: un 37enne di Limbiate, un piccolo imprenditore, caduto in pesanti difficoltà economiche a causa della dipendenza da cocaina e dalla separazione con la moglie. E ancora un 58enne di Bollate, eun giovane 22enne che, per un prestito di 700 euro era stato costretto a contrarne altri con soggetti diversi per poter pagare le rate. Un tormento che gli era costato ben 100mila euro a fronte di un debito di droga di poche migliaia di euro (15mila).
Sequestrati contati, Rolex e assegni. Gli indagati si trovano nel carcere di Monza.
