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Pinni Ferrari, la fiaba sul gatto di Monza che corre anche in Autodromo

La pubblicazione, che punta a raccogliere fondi per l'oasi felina, è anche un modo originale per avvicinarsi al prossimo Gran Premio. L'autrice, Anna Russo, ci racconta cosa si nasconde dietro questa storia quasi vera.

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Il gatto Pinni, protagonista della fiaba

A Monza l’aria di Formula 1 si respira già da qualche giorno. Sono cominciati, infatti, il 3 settembre i festeggiamenti ufficiali per i 100 anni dell’Autodromo. Poi da venerdì 9 settembre, con le prime prove libere, inizierà il weekend del prossimo Gran Premio d’Italia, che si correrà nel Tempio della Velocità l’11 settembre.

I tifosi della Ferrari, nonostante un campionato che ormai sembra aver già consegnato il ruolo del vincitore all’olandese della Red Bull, Max Verstappen, sperano in una vittoria soprattutto di Charles Leclerc. Che sulla pista di Monza è già arrivato primo nel 2019. E, magari, proprio nell’anno del centenario dell’Autodromo, riuscirà a ripetersi anche con i buoni auspici di “Pinni Ferrari – Il gatto di Monza più veloce del mondo”.

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Anna Russo al Monza Book Fest

La fiaba, scritta ed illustrata da Anna Russo, è una storia a fumetti quasi vera, come l’autrice avvisa sin dalla copertina, che vede proprio il pilota monegasco della Ferrari tra i personaggi principali. Ovviamente insieme al protagonista assoluto, il gattino Pinni del titolo.

Che non solo esiste davvero e, come accade nelle pagine del libro, da animale nato libero, si è perso più volte. Ma cercherà anche di dare una mano, con una parte del ricavato delle vendite della fiaba, a raccogliere fondi per l’oasi felina di Monza, inaugurata quest’anno (per acquistare il libro si può scrivere a pinniferrari@libero.it).

L’INTERVISTA

Anna, tu sei l’autrice di questa fiaba a fumetti che ruota intorno a Monza e al suo Autodromo, ma sei anche la proprietaria di Pinni, il gattino protagonista di questa storia quasi vera. Come ti è venuta l’idea di scriverla?

Amo gli animali e i gatti in particolare. Sono tra coloro che con il Comune di Monza avevano siglato con la precedente amministrazione il Patto di cittadinanza perché si trovasse un rifugio per quei gatti, anziani e non in buone condizioni di salute, che non possono essere adottati e nemmeno restare, o tornare, alle colonie feline d’origine.

Con l’intervento delle autorità e di uno sponsor privato è stata acquistata un’area in via Procaccini, dove sorge l’ex Macello, che dopo 3 anni di lavori quest’anno è stata attrezzata per ospitare la prima oasi felina di Monza. La gestione e la cura della struttura, con tutte le spese necessarie, è però affidata ai volontari. Così ho pensato di dare il mio contributo scrivendo questo libro e donando parte del ricavato proprio all’oasi felina.

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La copertina del libro

La fiaba che hai scritto è ambientata in una Monza particolarmente attenta ai diritti dei gatti. Ci sono molti riferimenti alle istituzioni locali, in primis alla figura del sindaco. Come mai questa scelta?

Prima di tutto, forse non molti sanno che il sindaco è responsabile dei gatti liberi della propria città. Monza poi è tra le poche città italiane che ha un ufficio per i diritti degli animali che, tra le altre cose, fornisce informazioni utili alla ricerca e indicazioni sulle strutture del territorio da contattare in caso di scomparsa dei nostri amici animali.

Inoltre, come indico all’inizio del mio libro, in Italia le istituzioni sono sempre stata sensibili a questo tema. Basti pensare nel 1871 tra i fondatori della “Società Protettrice degli Animali contro i mali trattamenti che subiscono dai guardiani e dai conducenti” c’era Giuseppe Garibaldi e la prima legge per la tutela degli animali risale al 1913.

Nella storia quasi vera di cui è protagonista, Pinni gira per il centro di Monza, si perde inseguendo il volo di un aeroplano con la scritta G.P., finisce nel Parco e, poi, addirittura sulla Ferrari di Leclerc, che in qualche modo vince il Gran Premio anche con il suo aiuto. Quale scopo hanno tutti questi riferimenti?

Quando ho pensato a questa fiaba e al pubblico di lettori, soprattutto bambini, ho voluto scriverla anche con l’intento di raggiungere una serie di obiettivi, oltre a quello principale di sostenere l’oasi felina. Ecco perché la presenza attiva e costante di sindaco e assessori vuole trasmettere l’importanza dell’impegno civico di chi ha il compito di governare una città.

C’è, poi, una valenza turistico-ambientale che si esplica attraverso il Parco, l’Autodromo, ma anche il Convento della Monaca di Monza e realtà meno conosciute come gli Alabardieri del Duomo, un corpo esclusivo che in Italia hanno solo Monza e Roma. Molto importante nel racconto anche l’aspetto della comunità che si stringe intorno alla ricerca di Pinni. Il senso di partecipazione collettiva è un valore che dovrebbe essere maggiormente valorizzato.

Oasi Felina Monza
Un'immagine dell'oasi felina

Il tuo gatto, Pinni, nella realtà si è perso davvero nel 2017, come abbiamo documentato anche noi di MBNews. Come andò quella volta?

Pinni è un gatto nato libero che da solo è venuto a casa mia circa 8 anni fa. Per la sua natura ha bisogno di uscire, spesso si allontana, ma poi torna sempre. Cinque anni temevo, invece, fosse scomparso. Con l’aiuto di MBNews e di altre testate locali, oltre al tam tam che girò tra associazioni, veterinari e cittadini comuni, Pinni è stato ritrovato dopo due settimane.

Oggi il mio gatto continua a far perdere le sue tracce ogni tanto, ma ben prima che diventasse obbligatorio, l’ho dotato di un microchip che ne facilita la ricerca in caso di scomparsa. Ecco perché il microchip è uno dei consigli che ho voluto inserire nelle ultime due pagine del mio libro per chi perde il proprio gatto.

La pubblicazione di “Pinni Ferrari – Il gatto di Monza più veloce del mondo” è stata per te anche uno sforzo economico non indifferente. Come stai pensando di promuoverne la vendita?

Ho appena partecipato al Monza Book Fest in piazza Roma. Ovviamente spero che i giorni del Gran Premio favoriscano la visibilità della fiaba di Pinni che è in vendita nelle librerie della città. Farò pervenire una copia al direttore marketing della Ferrari e sto cercando il modo di far avere a Charles Leclerc l’unica copia della mia opera che ho fatto pubblicare in francese. Se dovesse vincere ancora a Monza, chissà che non possa festeggiare anche leggendo questa storia quasi vera.

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