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Autodromo di Monza, l’impresa poderosa portata a termine in 110 giorni. Il documentario su Rai2

Venerdì 9 settembre, alle 21.15, su Rai2, andrà in onda il documentario "Tempio della Velocità".

autodromo-motori-01-copertina-by-Luca-Colnago
- Foto d'Archivio

Monza. E’ indubbio, il Tempio della Velocità è il re indiscusso delle notizie di questa settimana. Mancano pochi giorno al Gran Premio di Formula 1 che, quest’anno, si preannuncia essere un’edizione record. Si prevedono circa 350mila spettatori. Per celebrare al meglio i 100 anni dell’autodromo tanto è stato fatto: grandi celebrazioni, eventi, appuntamenti per un evento di fama mondiale che si svolgerà da venerdì 8 settembre a domenica 11.

E proprio perché in questi giorni si sta parlando moltissimo del circuito monzese, il capoluogo brianzolo torna ad essere di nuovo protagonista sul piccolo schermo: venerdì 9 settembre, alle 21.15, su Rai2, andrà in onda il documentario “Tempio della Velocità”.

LA STORIA

Era il gennaio 1922 quando l’Autodromo di Monza vide la luce: progetto dell’architetto Alfredo Rosselli con la consulenza dell’ingegnere Piero Puricelli. Un’impresa poderosa portata a termine in soli 110 giorni. Un numero che oggi torna a ripetersi perché 100 sono le candeline che verranno spente.

Angelo Sticchi Damiani, durante la conferenza stampa di questa mattina, 6 settembre, di presentazione del Gran Premio di Formula 1 ha dichiarato: “Un traguardo unico. L’autodromo di Monza è l’unico, a 100 anni, ad accogliere ancora gare sportive. Non un punto di arrivo ma di partenza, vogliamo portare avanti la sua storia”.

E allora, nel week end del GP ecco che Monza torna protagonista in tv su Rai 2 con un documentario intitolato proprio “Tempio della Velocità”.

L’attore Francesco Pannofino porterà i telespettatori a scoprire tutti i versanti del racconto, farà incontrare tutte le personalità che racconteranno aneddoti, curiosità e generalizzazioni, attraverserà un lungo secolo di storia che ha cambiato le auto, e farà conoscere il circuito sul quale si sperimentava il futuro, un futuro che ha teso sempre più ad affermare, con la mobilità, l’indipendenza dell’essere umano del ventesimo e ventunesimo secolo, la nostra idea del mondo e la nostra idea di noi nel mondo.

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