Ambiente

Nel parco di Monza oltre 100 piante uccise dalla siccità

Il Consorzio lavora in emergenza contro caldo, vento secco e principi d'incendio: la situazione è grave

siccità parco monza
Vigili del fuoco nel parco

Prati gialli come la paglia, fioriere bruciate dal sole e alberi morti o in sofferenza. Le piogge di questi due giorni hanno dato una boccata d’ossigeno ma la siccità in Brianza non è una questione di poche settimane, è dallo scorso autunno che perdura. Lo sottolineano gli esperti del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza spiegando che, solo nel polmone verde monzese, sono un centiniaio le piante morte. Che il quadro sia serio è cosa nota, lo dimostrano le ordinanze sul consumo dell’acqua mai così restrittive, come quella emanata da Regione Lombardia questo mese.

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IL COMMENTO DEGLI AGRONOMI

“Da inizio anno le precipitazioni registrate nel Parco sono appena 100 mm di pioggia rispetto alla media di 600 mm dell’ultimo decennio -hanno spiegato il Consorzio e i suoi agronomi – la situazione è quasi drammatica. In pochi giorni si vedono piante ingiallire e perdere le foglie fino al completo disseccamento. I prati non sono più in grado di crescere e vengono bruciati dalla calura estrema. Interi filari di alberi e macchie boscate sono allo stremo. Ogni settimana viene aggiornata la conta delle piante morte, che ad oggi si stima siano superiori al centinaio. Alcuni viali hanno l’aspetto autunnale con le foglie quasi completamente cadute a terra”.

INTERVENTI D’EMERGENZA

Il personale tecnico e gli operai del parco con i mezzi disponibili bagnano le aiuole e i filari, ma è un lavoro impegnativo: nel parco ci sono più di 5.000 piante lungo i viali alberati. Nell’emergenza, si interviene su più fronti: sono stati riattivati vecchi impianti di irrigazione ed è operativa un’autobotte alla quale dalla scorsa settimana si è aggiunta quella dei vigili del fuoco volontari di Lissone per le piante dei viali. Nel fine settimana inoltre la Protezione civile ha inviato una squadra di pronto intervento per il rischio di incendi boschivi.

POZZI DI PRIMA FALDA

E poi c’è la soluzione dei pozzi irrigui di prima falda. “Nell’attesa di precipitazioni i tecnici sono al lavoro per riattivarli -hanno spiegato dal Consorzio- l’obiettivo è poter predisporre nei prossimi mesi di sistemi più efficienti. Andranno ripristinati oltre 200 ettari di prati e sostituite le piante morte”. Operazioni che faranno registrare per la comunità anche un costo economico oltre che ambientale.

GLI INCENDI E I MOZZICONI DI SIGARETTA

Il rischio degli roghi, anche dolosi, è un problema nel problema. Il Consorzio ha informato che i suoi operai sono intervenuti la settimana scorsa per spegnere un principio di incendio che “avrebbe potuto devastare una grande area boschiva se non fermato in tempo. Si è trattato di un incendio doloso che è stato già denunciato alle forze dell’ordine che stanno intensificando i controlli”. L’episodio riporta in primo piano la riflessione sull’opportunità di vietare il fumo nel parco. Una riflessione che al momento non ha però portato a provvedimenti. In questo quadro si rinnova l’appello ai fumatori a prestare la massima attenzione e a non gettare i mozziconi a terra, tanto meno se accesi. Oggi non è solo una questione di senso civico ma potrebbe essere la salvezza della risorsa verde urbana più preziosa della Brianza.

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