Il marchio

Pentole Agnelli, Confimi Monza e Brianza a confronto con più di un secolo di storia fotogallery

Gli imprenditori under 40 sono andati a Lallio a scoprire un brand nato nel 1907 e ormai giunto alla quarta generazione. Le attuali difficoltà internazionali non fermano la crescita dell'azienda bergamasca.


Non viviamo tempi facili da tanti punti di vista. L’aumento dei prezzi, anche dei trasporti e della logistica, la difficoltà di reperimento delle materie prime e di personale specializzato stanno incidendo in maniera pesante sull’attività di quasi tutte le aziende. La Baldassare Agnelli Spa, dal 1907 produttrice delle famose pentole e di strumenti di cottura professionali, non fa eccezione. Ma, grazie all’esperienza consolidata in 115 anni di vita, ad un marchio riconosciuto nel proprio settore e, soprattutto, ad una catena di produzione e fornitura quasi del tutto interna o, comunque, italiana, la Baldassare Agnelli, con sede a Lallio, in provincia di Bergamo, sta riuscendo a reggere agli urti dell’oggi e, addirittura, ad avviare progetti di crescita per il prossimo futuro.

Un’eccellenza tutta lombarda, parte del Gruppo Agnelli, giunto alla quarta generazione e guidato dai fratelli Baldassare e Paolo, leader nel settore dell’estrusione dell’alluminio con 13 aziende, oltre 300 impiegati e un fatturato di oltre 160 milioni di euro, che il Gruppo Giovani Imprenditori di Confimi Industria Monza e Brianza e Apindustria Bergamo hanno potuto conoscere dal vivo in un evento particolare.

LA VISITA

Il 22 giugno, per i giovani imprenditori e i figli di imprenditori under 40 di Confimi, la scoperta della Baldassare Agnelli, che fino al 1985 aveva la sua sede nel luogo in cui è nata nel 1907, in via Fantoni in centro a Bergamo, è partita dalla storia.

La prima tappa di questo tour all’insegna di una storia familiare e imprenditoriale ricca di spunti e interesse è stata, infatti, il Museo della pentola. Un luogo che è una sorta di scrigno in cui sono racchiusi tecniche di lavorazione dell’alluminio, documentazione risalente anche a più di cento anni fa e gli strumenti utilizzati dai primi operai della Baldassare Agnelli.

“In questa sala, che ha porte, finestre e lampadari dell’antica fabbrica, oggi il casale della famiglia Agnelli, ci sono presse, torni, stampi e oggetti curiosi, come uno spremi-limone – spiega Danilo Amigoni, Direttore Generale della Baldassare Agnelli e Cicerone d’eccezione nella circostanza – sono la testimonianza della storia di un’azienda italiana, che si è evoluta, ha attraversato oltre un secolo di storia, due guerre mondiali, il boom economico, ma in fondo si basa ancora sulla stessa tecnologia e sull’alluminio”.

Nel Museo della pentola il Gruppo Giovani Imprenditori di Confimi Industria Monza e Brianza e Apindustria Bergamo ha potuto vedere anche foto d’epoca e cimeli. Come il diploma di orafo che Baldassare Agnelli conseguì nel 1905. La manualità e la precisione serviranno di lì a poco al fondatore dell’azienda bergamasca per lavorare l’alluminio e capire le potenzialità di un elemento che è tra i più presenti in natura, è molto più leggero dell’acciaio ed è sempre più utilizzato.

UNA CRESCITA COSTANTE

“Le pentole per una cottura professionale, usate dai grandi chef e dalla ristorazione, restano il nostro prodotto di riferimento, ma negli ultimi 17 anni abbiamo raddoppiato il numero delle referenze, arrivando a 3mila” aggiunge Amigoni. Che, poi, nella visita allo stabilimento mostrerà come, a partire da dischi di alluminio di diverse dimensioni, spessore e lega, vengono realizzate pentole, tegami, teglie, casseruole e tutto quello che può servire per cucinare nel modo migliore i cibi più vari.

L’80% del nostro mercato è in Italia con produzioni nostre o, comunque, made in Italy – afferma il Direttore Generale della Baldassare Agnelli – stiamo cercando di colonizzare l’estero anche attraverso gli chef italiani e un recente accordo con Amazon, anche se negli altri Paesi, soprattutto del Nord Europa, l’alluminio non è utilizzato ed apprezzato come da noi”.

Con il passare dei decenni e delle generazioni, l’azienda bergamasca, una delle poche del suo settore che è rimasta sempre in mani italiane e della stessa famiglia, non ha cambiato la propria voglia e capacità di restare al passo con i tempi.

“Recentemente abbiamo acquistato due nuove presse che ci consentono tempi più rapidi ed efficienti di produzione – aggiunge Amigoni – negli anni scorsi abbiamo via via aumentato le dimensioni del nostro stabilimento e realizzato un magazzino nuovo, che contiene più posti pallet e ci consente di gestire meglio il semilavorato pronto all’occorrenza per soddisfare anche le improvvise richieste di grossi clienti”.

L’ANALISI

Un’azienda dalla storia così lunga non può sottrarsi al confronto con il Gruppo Giovani Imprenditori di Confimi Industria Monza e Brianza e Apindustria Bergamo sulle difficoltà che l’attuale congiuntura internazionale, tra Covid-19 e guerra tra Russia ed Ucraina, ha creato in uno scenario di profonda incertezza.

“Durante il lockdown, come attività di filiera essenziale, siamo rimasti sempre aperti, ma con il personale al minimo e ricorrendo per la prima volta nella nostra storia alla cassa integrazione – spiega il Direttore Generale della Baldassare Agnelli – per fortuna, nonostante l’aumento dei prezzi e la difficoltà di reperimento delle materie prime, che hanno subito un incremento del 220% tra novembre 2019 e marzo 2022, ma anche dei costi energetici, sempre più esorbitanti con punte di oltre il 400% rispetto ad un anno e mezzo fa, contare su una catena di distribuzione corta e nazionale sta facendo la differenza nell’avere più facilmente la merce in casa”.

Fare i conti con i ritardi di spedizione, con l’aumento vertiginoso dei noli e dei tempi di transito e con i limiti, ormai completamente emersi, dell’equilibrio su cui si regge la globalizzazione, è una condizione da cui nessuno può scappare. I dazi antidumping dell’Unione europea sugli estrusi e, quello, ormai prossimi, sui laminati d’alluminio provenienti dalla Cina stanno cercando, comunque, di aiutare il mercato.

La Baldassare Agnelli, forte del suo know-how e di spalle rese forti da oltre un secolo di esperienza, guarda avanti con un certo ottimismo. “Nel 2023 le Trafilerie Alluminio Alexia, l’azienda del Gruppo Agnelli che lavora l’alluminio, avrà una nuova pressa e 6400 metri quadri di nuova produzione, che potranno richiedere la necessità dell’assunzione di 120 persone sul doppio turno – annuncia Amigoni – ecco perché stiamo cercando dipendenti specializzati, ma facciamo fatica a trovarli e riceviamo molte candidature non appropriate”.

Angelo Agnelli

L’occhio di riguardo al sociale e agli aspetti di carattere ambientale, con l’uso in particolare dei pannelli solari, già sufficienti a coprire la maggior parte del fabbisogno energetico della Baldassare Agnelli e delle altre aziende del Gruppo industriale bergamasco, sono un altro dei punti forti di questa storica realtà lombarda.

La passione, l’impegno, la tenacia e l’intelligenza sono componenti essenziali del nostro brand, che con le pentole professionali nei decenni ha saputo venire incontro ai bisogni e alle necessità di cuochi e ristoranti fino a conquistare la ribalta televisiva nazionale con Masterchef” afferma Angelo Agnelli, figlio di Baldassare che, come il nonno omonimo, fondatore dell’azienda, è stato anche nominato Cavaliere. Onori e competenza che si tramandano nel tempo.

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