Monza. “I dati sono il nuovo petrolio” afferma Simone Crevenna, Sales Manager di Security Lab, azienda di Meda specializzata in servizi di cyber security, nel corso dell’evento “Privacy | Cyber security | Insurance: Un’alleanza strategica” organizzato da Confimi Industria Monza e Brianza.
Parole che, anche in considerazione di quanto ormai siano alti i costi del carburante, fanno capire l’importanza, soprattutto oggi, della privacy, della sicurezza informatica, della protezione della riservatezza dei dati e della responsabilità di chi ha il compito di detenerli. Anche, forse soprattutto, per le aziende, senza distinzione di settore.
“La cyber security è ancora troppo spesso considerata marginale, mentre, invece, nella realtà, anche soltanto sotto l’aspetto dello spionaggio industriale, se ci pensiamo, difendere i dati in proprio possesso è molto importante” spiega Edoardo Ranzini, direttore di Confimi Industria Monza e Brianza, associazione imprenditoriale che in totale raggruppa 45mila aziende, con circa 600 mila addetti complessivi e un fatturato complessivo di circa 85 miliardi di euro annui.
IL TEMA
I dati, in particolare quelli personali, hanno ormai un valore che va al di là della semplice questione sicurezza. E, quando vengono aggregati in maniera organizzata, diventano molto appetibili per la loro capacità di dare informazioni, definire caratteristiche e abitudini, anche di acquisto.
“Tutti questi aspetti nelle aziende fanno riferimento al diritto alla riservatezza, alla responsabilità di chi detiene i dati del personale dipendente, delle categorie più deboli” afferma Mario Paladini, amministratore unico della Mima Consulting, una giovane società che offre servizi e soluzioni innovative nei settori consulting, privacy, security e technology.
Per un’azienda dare valore alla protezione della privacy è sempre più spendibile anche dal punto di vista commerciale e della propria presenza sul mercato di riferimento. “L’attenzione alla tutela dei dati definisce ormai l’identità distintiva di un’azienda – continua Paladini – tanto che grandi realtà produttive, soprattutto multinazionali, preferiscono avere a che fare con fornitori adeguati, attraverso l’uso di infrastrutture di data security, sotto il profilo della privacy, della protezione fisica ed informatica dei dati”.
UN TREND IN CRESCITA
La cyber security è, quindi, per le aziende non tanto un costo, quanto un vero e proprio investimento per tutelare e sviluppare la propria attività. E lo dimostra anche l’aumento esponenziale degli attacchi informatici.
“L’Italia, dopo Stati Uniti e Francia, risulta al terzo posto tra le nazioni più attaccate da ransomware, programmi che attaccano infrastrutture informatiche di organizzazioni sia pubbliche che private e richiedono il pagamento di un riscatto per sbloccare il sistema dalle limitazioni imposte” spiega Crevenna di Security Lab.
L’Italia, dove solo negli ultimi mesi hanno fatto scalpore gli attacchi subiti dai siti, tra gli altri, delle Ferrovie dello Stato e di Armani, sul tema della sicurezza informatica ha molto terreno da recuperare rispetto ad altri Paesi.
“Gli attacchi informatici generano disservizi gravi che impattano sui clienti e possono arrivare a compromettere il rapporto di fiducia tra un fornitore e un grosso player aziendale, che a volte è il destinatario finale – continua – le armi che abbiamo per contrastare tutto questo sono la tecnologia, con prodotti e soluzioni che supportino ogni singola fase del processo di detection, notification e remediation, l’intelligence per conoscere quanto più possibile delle violazioni e la competenza di un team di persone reali che hanno le conoscenze per adottare una strategia difensiva”.
IL CYBER RISK
Subire un attacco hacker è un’eventualità che può causare numerosi danni. Dall’interruzione della propria attività con una perdita economica da parte dell’impresa all’aumento dei costi di lavoro, fino ai costi di ripristino. Un quadro complesso che ha fatto nascere una nuova era nel mondo delle assicurazioni.
“Il cyber risk ha aperto per il nostro settore un nuovo capitolo, che è legato al fatto che la dimensione virtuale sta progressivamente prendendo il posto della dimensione fisica del nostro agire” sostiene nel corso dell’evento di Confimi Monza e Brianza Giuseppe Dogliolo di Vimass Agenzia Allianz, una realtà storica per la Brianza, che affianca più di 7mila clienti ogni giorno dal 1952, con una rete di circa 40 collaboratori e partners strategici tra dipendenti, intermediari assicurativi e promotori finanziari.
Sul fronte della cyber protection, Allianz ha studiato prodotti specifici per le Pmi. Che sono tutelate fino ad un milione di euro per i danni involontariamente causati a terzi in conseguenza di violazione della privacy, della riservatezza e della sicurezza informatica. Oltre ad avere fino ad un milione di euro in caso di perdita economica dovuta all’interruzione dell’attività.
Per provare a vincere le diverse battaglie della sicurezza informatica, che pone continuamente sfide nuove, non bastano soltanto gli strumenti a disposizione. Ci vuole anche una maggiore sensibilità da parte delle imprese per abbattere una serie di falsi miti che minimizzano un problema in grado di colpire chiunque.
“Negli Usa un’azienda su tre possiede una polizza assicurativa sul cyber risk – conclude Dogliolo – in Italia, nonostante il 71% delle imprese abbia una copertura di responsabilità verso terzi, solo il 9% è tutelata contro il cyber risk”.
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