Monza. Sette anni per una vita umana sono l’inizio di un cammino ancora pieno di speranze, gioie e dolori. Per una sfida, importante ed innovativa, come quella del Centro Maria Letizia Verga, sette anni sono un tempo di primi bilanci, ma anche un’ulteriore occasione per invitare tutti a “guardare il futuro negli occhi con noi”.
Che è anche, non a caso, lo slogan della campagna di comunicazione del Comitato Maria Letizia Verga, la Onlus monzese nata nel 1979 e capace di mettere insieme, nella lotta contro la leucemia infantile, medici, ricercatori, operatori sanitari, genitori, volontari e sostenitori in una sorta di famiglia molto allargata.
L’INIZIATIVA
Il compleanno del Centro Maria Letizia Verga, un edificio di quattro piani che, dal 2015, unisce in un sistema integrato tutto quanto serve per la ricerca, la cura e l’assistenza ai malati e alle loro famiglie, assume quest’anno un sapore particolare.
Perché questo luogo, costituito da Day Hospital, spazi per i servizi sociali, reparto di degenza, un Centro trapianti midollo osseo, laboratori per la ricerca e una palestra Sport Therapy, è diventato il simbolo del lungo percorso di una realtà considerata ormai un’eccellenza italiana nel campo della ricerca contro la leucemia del bambino. Ma ha bisogno di essere sostenuto.
Ed allora fino alla fine del mese di giugno sarà possibile aderire ad un’apposita raccolta fondi attraverso l’acquisto della nuova T-shirt del Comitato Maria Letizia Verga.
“Su di essa, disponibile in due versioni, bambina e bambino, sono raffigurati due disegni realizzati dal famoso pittore e grafico Riccardo Guasco, con il quale è nata un’amicizia durante un’iniziativa della Pasqua 2021 – fanno sapere dal Comitato – la T-shirt è disponibile online sul nostro sito e presso il Centro Maria Letizia Verga. Scegliendola è possibile sostenere i progetti di ricerca, cura e assistenza a favore dei bambini e ragazzi in cura presso il Centro e le loro famiglie”.
IL SIGNIFICATO
La T-shirt d’autore, su cui spiccano un cannocchiale e la scritta “guarda il futuro negli occhi”, ha l’obiettivo di segnare un altro piccolo passo in avanti nelle molteplici attività del Centro. Che è la casa dei progetti più innovativi del Comitato Maria Letizia Verga, una realtà profondamente collegata all’Ospedale S. Gerardo.
Dalla medicina di precisione, che consente di definire una terapia personalizzata, alla patente genetica. Dall’immunoterapia adottiva Car-T, una terapia cellulare che colpisce in maniera mirata uno specifico bersaglio tumorale alla rivoluzione genomica che si basa anche sulla capacità di utilizzare le nostre normali difese, anticorpi e cellule, per renderle più performanti contro i tumori.
LA SFIDA
Chi ha dato l’impulso a tutto questo, quel Giovanni Verga che nel 1979 decise di costituire il Comitato che porta il nome della figlia morta a 4 anni per colpa della leucemia infantile, si è detto più volte convinto che tanti sogni sono diventati realtà, ma la strada non è ancora finita.
Perché se nel 1979 la leucemia infantile uccideva nel 75% dei casi e, invece, oggi oltre l’85% dei bambini malati di questa patologia guarisce, c’è sempre un bambino in più da salvare. E così, nel corso di oltre 40 anni di vita, il Comitato, che ha investito più di 80 milioni di euro in ricerca, cura ed assistenza, ha affinato le tecniche per avere la meglio su un nemico così duro da sconfiggere definitivamente.
Dopo il trasferimento nel 1982 della sede del reparto di Ematologia pediatrica dalla Clinica De Marchi di Milano all’Ospedale San Gerardo di Monza, dove nasce una nuova Clinica pediatrica, quella dell’Università Milano-Bicocca e un nuovo Centro di Ematologia pediatrica, nel 1994 sorge la Fondazione “Matilde Tettamanti Menotti De Marchi”.
Nel 1999 viene creato il Residence, posto di fronte all’ospedale San Gerardo, che da allora ha ospitato centinaia di famiglie di bambini malati. Nel 2002 ecco il Laboratorio di Terapia Cellulare “Stefano Verri”, successivamente autorizzato alla produzione di farmaci sperimentali. Nel 2015, appunto, il Centro Maria Letizia Verga.
Si potrebbe pensare che tutto questo sia persino tanto. Evidentemente, però, non ancora abbastanza. Perché quel 15% che manca per raggiungere la totalità di guarigioni dalla leucemia infantile non è solo un numero. Si tratta di vite umane, che allo loro tenera età hanno ancora più diritto di “guardare il futuro negli occhi”.
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