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Sindacati in piazza a Monza per il 1° maggio per pace e lavoro

Un Primo Maggio all’insegna della pace, quello celebrato oggi da Cgil Cisl Uil territoriali.

Generico maggio 2022
Da sinistra Mirco Scaccabarozzi segretario generale Cisl Monza Brianza Lecco, Angela Mondellini segretaria generale Cgil Monza Brianza e Abele Parente, segretario generale Uil Monza Brianza

Monza. Un Primo Maggio all’insegna della pace, quello celebrato oggi da Cgil Cisl Uil territoriali. L’iniziativa si è svolta in piazza Roma. La colonna sonora della manifestazione è stata assicurato dal gruppo brianzolo Mov. Ribadita la condanna dell’aggressione russa ai danni del popolo ucraino, le tre organizzazioni sindacali hanno chiesto il ritorno alla stabilità internazionale.

Il discorso ufficiale è stato tenuto da Angela Mondellini, segretaria generale Cgil Monza Brianza, a nome delle tre sigle sindacali, rappresentate da Mirco Scaccabarozzi, segretario generale Cisl Monza Brianza Lecco, e Abele Parente, segretario generale Uil Monza Brianza. «Dopo due anni di pandemia – ha detto Angela Mondellini – , l’economia del territorio si stava riprendendo. Ci siano trovati di fronte a questa guerra, che ha messo in forse il rilancio».

La responsabile della Cgil brianzola, parlando delle conseguenze della crisi ucraina, ha evidenziato l’importanza di un’accoglienza «per tutti». «Il Primo Maggio – ha aggiunto – è la Festa dei lavoratori, ma anche di chi ha perso il lavoro e dei pensionati. Di fronte all’aumento del costo della vita, dobbiamo impegnarci per mantenere intatto il potere di acquisto, attraverso la contrattazione e le politiche sindacali.

La crisi ha aumentato le disuguaglianze: la forbice tra chi sta bene e chi sta male si è divaricata. Questa forbice deve essere richiusa».«Sul territorio – ha precisato Mirco Scaccabarozzi – la situazione stava migliorando, nonostante alcune criticità, come la scarsità delle materie prime. Sotto il profilo occupazionale, chiediamo un cambiamento della natura dell’occupazione, verso una maggiore qualità del lavoro. Attualmente solo il 32% delle lavoratrici e dei lavoratori ha un contratto a tempo indeterminato. Il Pnrr può essere un’occasione per una svolta, ma dobbiamo vigilare affinché gli interessi delle mafie vengano neutralizzati».

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