La segnalazione

Monza, l’insetto giapponese che attacca gli alberi: l’allarme di un cittadino

La takahashia japonica è un parassita vegetale molto infestante. Gianfranco Magni, residente a san Gerardo, lo ha notato in via Filzi. E chiede al Comune di intervenire prima che la situazione degeneri.

insetto giapponese

Monza. È un pericolo che non guarda in faccia nemmeno alla bellezza estetica e alla storia della natura presente a Monza. Arrivato da lontano, addirittura dal Giappone, a bordo di un aereo sbarcato a Malpensa, non è venuto dalle nostre parti con lo spirito del turista. La takahashia japonica, un insetto noto per i vistosi ovisacchi di colore bianco con cui orna gli alberi colpiti, è stato avvistato anche nel capoluogo della Brianza. Ed è pronto ad attaccare, con la sua capacità di diffusione, diverse specie vegetali, molte ornamentali, in più zone della città.

L’allarme è stato lanciato da Gianfranco Magni, 65 anni, residente del quartiere San Gerardo a Monza, che ha notato la takahashia japonica in via Fabio Filzi, a pochi passi da dove abita. “Ho visto le larve di questo parassita vegetale asiatico sui rami dei gelsi – racconta il pensionato – l’ho subito segnalato all’ufficio Giardini del Comune di Monza. Mi hanno assicurato che avrebbero contattato la ditta incaricata per eseguire i necessari interventi di potatura”.

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Gianfranco Magni

LA QUESTIONE

I giorni sono passati, ma nulla pare sia ancora cambiato. “Ho scritto anche alla Regione Lombardia e all’assessore Villa che, avendo la delega per il verde pubblico, è competente per una questione del genere – continua – è importante, infatti, essere veloci nell’intervento prima che la situazione degeneri e diventi più difficile da risolvere”.

Secondo quanto scrive il servizio fitosanitario regionale, infatti, la takahashia japonica “compie una sola generazione all’anno. In primavera, verso fine aprile inizio maggio, le femmine adulte producono i caratteristici ovisacchi – si legge – a fine maggio le neanidi escono dalle uova e migrano verso le foglie posizionandosi sulla pagina inferiore ove, con l’apparato pungente-succhiante, si alimentano della linfa rimanendovi fino al mese di ottobre, epoca in cui ritornano sui rami per svernare continuando a nutrirsi della linfa”.

A rallentare le contromisure contro l’insetto asiatico, che è ormai presente in diverse zone della Lombardia, compresa Monza e la Brianza, ci sarebbe anche la burocrazia. “Fin quando la Regione non emana una segnalazione sul problema della takahashia japonica non si può fare una comunicazione ufficiale, come avviene per l’ambrosia, perché i cittadini siano invitati a loro volta a collaborare” spiega Magni.

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L’APPELLO

“Sottolineo il fatto che via Filzi a Monza è vicino al Lambro che passa anche per il Parco – continua il pensionato del quartiere San Gerardo – non vorrei, quindi, che se passa ancora altro tempo, le infestazioni dell’insetto asiatico diventino ingestibili e si arrivi, magari, a tagliare quasi completamente i rami di molti alberi, finendo anche per ridurre la bellezza e l’importanza del polmone verde della nostra città”.

La possibilità di un intervento urgente contro la takahashia japonica si scontra, a quanto pare, anche con un generalizzato aumento degli insetti esotici negli ambienti urbani. “I cambiamenti climatici sempre più forti stanno destabilizzando anche questi animali – sostiene Magni – in questo caso, però, sappiamo dove è situato il parassita e non bisogna attendere oltre per debellarlo”.

“L’Ufficio Giardini si deve mobilitare, anche sulla base delle segnalazioni dei cittadini, coinvolgendo più ditte per intervenire in maniera celere ed efficace” continua. La battaglia contro la takahashia japonica, insomma, non è ancora ufficialmente incominciata. Ma il tempo a disposizione per vincerla potrebbe essere di poche settimane.

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