Il teatro a scuola

Monza, le “Rane” del Liceo Zucchi fanno ridere e riflettere sull’attualità della guerra

La commedia di Aristofane è stata rivisitata e messa in scena dagli studenti al Teatro Manzoni. La riscoperta dei valori antichi per salvare l'umanità uno dei temi principali.

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Monza. Nel Settecento il filosofico napoletano Giambattista Vico parlava di “corsi e ricorsi storici” per indicare il ripetersi di cicli di eventi nella storia umana. Chissà se aveva un’opinione simile anche Aristofane, commediografo greco vissuto tra il V e il IV secolo avanti Cristo.

Di sicuro l’autore de “Le rane”, commedia teatrale scritta un anno prima della fine della sanguinosa guerra del Pelopenneso, persa da Atene contro Sparta, non poteva immaginare che l’incapacità dell’uomo a smettere di combattere contro i propri simili, uno dei messaggi alla base di questa sua opera teatrale, potesse essere ancora così attuale in questi giorni caratterizzati dal conflitto in corso tra Russia ed Ucraina.

Il concetto di un animo umano quasi naturalmente portato alla guerra è talmente non scalfito dal passare del tempo che, dopo quasi due millenni e mezzo, “Le rane” di Aristofane sono state messe in scena, venerdì 20 maggio, al Teatro Manzoni di Monza dagli studenti del Liceo classico e musicale “Bartolomeo Zucchi”.

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UN CAPOLAVORO IMMORTALE

La rappresentazione, inserita nell’attività di “Koralion”, lo storico laboratorio di teatro classico dell’istituto di piazza Trento e Trieste, ha attualizzato l’opera del grande commediografo greco introducendo il linguaggio del teatro-danza accompagnato dalla musica pop di Michael Jackson.

Una scelta che nulla ha tolto, anzi probabilmente ha aggiunto, al testo originario de “Le rane” e al suo invito a puntare sul potere della poesia, del teatro e della cultura in generale per “salvare” l’uomo dalla sua parte malvagia.

“Nella nostra solita alternanza tra commedia e tragedia, quest’anno abbiamo scelto uno dei migliori esempi del primo gruppo, ma quando abbiamo cominciato a prepararla non sapevamo che avremmo messo in scena “Le rane” di Aristofane proprio in un periodo di grande preoccupazione per la guerra tra Russia ed Ucraina” afferma la professoressa Emanuela Gravina, referente del progetto “Koralion”, nome derivante dal colore delle pareti della palestra dove si svolgono le prove degli spettacoli.

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“Come per Aristofane, che scrisse l’opera anche per stemperare il dramma di Atene in difficoltà nella guerra con Sparta, speriamo che la nostra rappresentazione sia stata un’occasione per fare due risate nel drammatico contesto attuale in cui stiamo vivendo – continua – di sicuro i 53 studenti, che hanno preso parte a questo spettacolo, diretto da Silvano Ilardo, sono molto soddisfatti di essere tornati su un palco dopo due anni di stop e rallentamenti per colpa del Covid-19“.

STUDENTI SUL PALCO

Proprio la pandemia, che l’anno scorso aveva costretto il laboratorio teatrale del Liceo Zucchi a portare “Le Baccanti” di Euripide, senza pubblico, nei Giardini della Villa Reale di Monza, è stata per gli studenti-attori un ostacolo, ma anche una spinta ulteriore a prepararsi nel modo migliore.

“Alcuni studenti hanno iniziato il laboratorio “Koralion” tre anni fa e non erano ancora riusciti ad esibirsi dal vivo davanti al pubblico – spiega la professoressa Gravina – in particolare, poi, ci tenevamo tutti a portare sul palco soprattutto quelli che quest’anno si diplomano e, quindi, concludono il loro percorso al Liceo”.

La voglia di sentirsi parte di una comunità scolastica che vada al di là delle singole classi, ha portato un numero molto elevato di studenti a candidarsi per far parte del cast de “Le rane”. Che nella settimana dal 23 al 31 maggio andrà in scena all’Idroscalo di Milano nell’ambito del Festival LAIVin action, un progetto sostenuto da Fondazione Cariplo.

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“A malincuore abbiamo dovuto fare una selezione e, nonostante alcune parti principali, come quelle di Xantia, servo di Dioniso, protagonista della commedia, di Eschilo e di Euripide, siano state sdoppiate, abbiamo dovuto escludere alcuni studenti” confessa la referente del progetto “Koralion”.

IL VALORE DEL TEATRO

L’antichità come guida e punto di riferimento, anche da riscoprire, lungo il sentiero che attraverso il presente ci conduce nel futuro, è un altro degli elementi fondamentali della trama de “Le Rane”. Non a caso Dioniso, che scende nell’Ade per riportare in vita Euripide e restituire alla tragedia il suo grande splendore, dopo aver incontrato anche il Coro che dà il titolo all’opera e messo in piedi una sfida a colpi di versi tra lo stesso Euripide ed Eschilo, finisce per preferire proprio quest’ultimo.

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Sarà Eschilo, infatti, poeta saggio, difensore dei valori etici e politici del mondo antico, a prevalere su Euripide, poeta innovativo, interprete della crisi del presente. Tornerà con Dioniso dall’Ade ad Atene per salvare la città sconfitta da Sparta. “Riscoprire i valori antichi è una lezione scritta a lettere chiare che oggi abbiamo quasi completamente dimenticata” sostiene la professoressa Gravina.

“Ogni comunità ha bisogno di porre al centro la cultura in generale – conclude – per questo il teatro, in particolare, andrebbe rivalutato come rito formativo collettivo e forma di aggregazione imprescindibile. Con il laboratorio “Koralion”, noi cerchiamo di dare un piccolo segnale in tal senso”.

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