Monza in Bici, “5 anni di importanti occasioni mancate”

27 maggio 2022 | 15:25
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Monza in Bici, “5 anni di importanti occasioni mancate”

L’associazione cicloambientalista monzese tira le fila degli ultimi 5 anni sul tema della mobilità ciclabile. Ecco cosa ha funzionato e cosa no, a loro parere, durante l’amministrazione Allevi.

Monza. Importanti occasioni mancate. Così FIAB Monza in Bici, l’associazione cicloambientalista monzese, tira le fila sull’operato della giunta Allevi sul tema delle mobilità ciclistica. In una lunga e approfondita nota stampa gli amanti delle due ruote commentano come la città sia troppo poco cambiata in questi ultimi 5 anni sui temi non solo della mobilità, ma anche dell’inquinamento atmosferico e della visione moderna di città.

“L’istinto sarebbe quello di stilare un vero e proprio elenco di quello che avrebbe potuto essere e non è stato – commenta l’associazione. – Partecipiamo periodicamente a corsi di aggiornamento su questi temi e sappiamo che raggiungere l’obiettivo di rendere le città completamente ciclabili, moderando la velocità delle auto,  non è più un’utopia e non richiede opere faraoniche e tempi infiniti. Ciò che è stato fatto e che l’amministrazione rivendica ci sembra insufficiente e ci lascia con l’amaro in bocca“.

Monza in Bici: ecco il commento delle cose fatte negli ultimi 5 anni

Monza in Bici ha messo l’attenzione sui trend positivi che stanno vivendo molte città europee, oggi sempre di più bike friendly, e sulla funzione sociale della bicicletta come mezzo non solo di spostamento ma anche come strumento di socializzazione e di incontro. La città di Monza, a loro parere, ha perso molte occasioni.

La più grossa secondo l’associazione è quella sfuggita in piena pandemia, con il decreto legislativo n°34, che emettevanuove regole in fatto di mobilità ciclistica,applicabili immediatamente e a costi sostenibili. “Molte città grandi e piccole, hanno colto al balzo queste opportunità – proseguono – per fare spazio alle biciclette sulla strada, per raggiungere scuola e lavoro in sicurezza: le corsie ciclabili, le corsie ciclabili per doppio senso ciclabile (sulle strade a senso unico), le case avanzate ( per regolare la sosta delle bici agli incroci, riservando loro uno spazio davanti alla fila delle auto ferme al semaforo ), l’uso ciclabile di corsie preferenziali, le strade scolastiche, le strade urbane ciclabili, Ebis ( a 30 km/h ), con precedenza alla bici. Tutti interventi, per intenderci e volendo semplificare, che necessitano di una semplice mano di vernice e di regole nuove, per ridisegnare gli spazi e riequilibrarli in favore  dell’utenza più debole della strada.
Nulla è stato fatto in emergenza – continua l’associazione. – Abbiamo solo assistito alla pubblicizzazione di tre nuove corsie ciclabili  ( in C.so Milano, Via Mentana, Via Boito), per le quali erano stati stanziati modesti finanziamenti e subito dopo abbiamo assistito a una improvvisa retromarcia, senza se e senza ma, cioè senza alcun margine di contrattazione. Sono seguite in consiglio comunale dichiarazioni da parte di esponenti della Lega, che andavano nella direzione di sminuire quanto invece si stava realizzando in altre città, tra cui Milano, forse per motivare una posizione (di non fare nulla in emergenza ), che ci è parsa davvero ideologica e reazionaria, perchè arroccata su posizioni vecchie, addirittura contrarie a quanto legiferato e caldeggiato dal governo stesso e dai suoi esponenti”.

Cosa è stato fatto e cosa no: tempi lunghi, ma qualcosa di positivo resta 

L’associazione ha riportato ciò che a Monza è stato fatto e cosa no sul tema delle ciclabili (“lo facciamo per corretta informazione”) e ha indirizzato ai candidati sindaco la lettera-appello con cui FIAB chiede agli amministratori un impegno sulla ciclabilità come strumento contro la crisi energetica. “Speriamo venga raccolto dal prossimo primo cittadino di Monza, chiunque sarà”, commenta l’associazione.
Un plauso per i nuovi stalli per le bici in città, le realizzazione delle piste Brumosa e Borgazzi/Bettola, il tratto di Via Fermi, il piazzale davanti alla scuola del Mosè Bianchi e i servizi di sharing. Male soprattutto la mancata realizzazione del PUMS (lo hanno commentato anche i candidati sindaco di Monza che abbiamo intervistato sul tema della viabilità), la scarsa manutenzione delle piste e i mancati interventi sulle strade scolastiche per limitarne il traffico.
A noi sembra – conclude l’associazione-  che gli interventi fatti in questi cinque anni siano stati pochi per una città grande come Monza, i tempi di realizzazione lunghi e il modo di procedere non molto al passo con i tempi e i cambiamenti importanti, a cui abbiamo assistito in questi anni di pandemia e con le future sfide legate alla transizione ecologica, un tema urgente, che ci tocca tutti da vicino, a cui ora si è aggiunto quello della guerra in Ucraina”.