Bilancio

Acsm Agam, l’effetto della guerra in Ucraina nei dati del primo trimestre 2022

Il risultato netto del gruppo, dai 13,3 milioni di euro, contabilizzati nel primo trimestre 2021, passa a a 10,2 milioni di euro.

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Ricavi in aumento e utile netto in diminuzione. Il caro energia e la guerra in ucraina si riflettono prepotentemente sui numeri di Acsm Agam, la multiutility dell’energia. I risultati finanziari del primo trimestre 2022 parlano di ricavi saliti a 218,8 milioni di euro, in forte incremento rispetto al 2021 (128,6 milioni di euro). Un’impennata dovuta principalmente allo straordinario rialzo dei prezzi dei vettori energetici connesso al particolare contesto in cui versano tutti i mercati in questo periodo e per lo sviluppo delle attività di efficientamento energetico (ecobonus e superbonus 110%).

Di contro, scende il risultato netto del gruppo che dai 13,3 milioni di euro, contabilizzati nel primo trimestre 2021, passa a a 10,2 milioni di euro.

Gli investimenti del Gruppo nel trimestre sono pari a 12,4 milioni di euro, in lieve flessione rispetto al corrispondete trimestre 2021 (15,7 milioni di euro).

L’effetto della guerra in Ucraina

“L’inizio dell’esercizio 2022,- ha comunicato ACSM Agam in una nota stampa- se da un lato, con riferimento all’andamento della pandemia, lascia trasparire segnali positivi visto anche l’approssimarsi della data della fine emergenza, dall’altro tratteggia sensibili criticità derivanti dalle tensioni tra Russia e Ucraina, sfociate in conflitto a fine febbraio, e alle possibili evoluzioni e conseguenze.

In particolare, le tensioni tra Russia e Ucraina, oltre ai gravi impatti a livello umanitario, stanno generando tra le varie criticità anche un rallentamento della produzione industriale ed una brusca volatilità dei prezzi delle commodities energetiche che si somma a quella già riscontrata a partire dall’ultimo trimestre 2021.

L’importanza delle forniture di gas e altre commodities fossili della Russia nei contesti italiani, ed europei più in generale, è molto elevata in quanto beni non sostituibili con altre fonti nel breve periodo.  Questo comporta, pertanto, livelli di rischiosità elevati sia in Italia che in Europa, anche in termini di disponibilità di fonti energetiche a copertura degli attuali fabbisogni, dato che le fonti energetiche stesse potrebbero, secondo alcuni degli scenari possibili, essere utilizzate quale strumento di ritorsione”.

Le previsioni per il 2022

Per quanto riguarda invece il futuro, “il Gruppo – si legge nella nota- ritiene di mantenere anche per il 2022 risultati positivi seppur in diminuzione sia in relazione alle variazioni di perimetro che ai primi possibili impatti legati al contesto citato”.

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