Cronaca

Ignora il divieto di avvicinamento alla ex moglie e finisce nuovamente agli arresti domiciliari

Vent'anni di sottomissione con botte, offese e umiliazioni e poi lo stalking. L'ex marito finisce nuovamente ai domiciliari.

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Alle spalle una storia finita, ma l’uomo non accetta questo fatto e avrebbe, secondo l’accusa, continuato a a perseguitare la donna anche attraverso un’escalation di messaggi oltraggiosi e di natura sessuale. Non solo, stando al racconto della donna, l’uomo sarebbe arrivato persino a intrufolarsi dentro casa sua. Per questo motivo nei giorni scorsi i carabinieri della Compagnia di Seregno, al termine degli accertamenti di polizia giudiziaria, hanno tratto in arresto, per i reati di lesioni personali aggravate e atti persecutori l’ex marito della donna, un 49enne operaio, pregiudicato per reati contro la persona e residente a Barlassina. Ora l’uomo è ai domiciliari.

LA VICENDA

Le indagini, coordinate dalla Procura di Como, hanno permesso di applicare la misura cautelare nei confronti del 49enne il quale, dallo scorso anno, avrebbe reiteratamente posto in essere condotte persecutorie introducendosi di nascosto all’interno dell’abitazione della donna, facendosi trovare nei luoghi dalla stessa frequentati, minacciando e molestando e, in alcuni casi aggredendola violentemente.
Un vero incubo per la vittima che è caduto in pesante e perdurante stato d’ansia e paura, tanto da ingenerarle un fondato timore per la propria incolumità e quella dei suoi prossimi congiunti.

La prima richiesta di auto della donna è avvenuta il 1° marzo 2021, in seguito al primo accesso furtivo dell’ex compagno, il quale si sarebbe introdotto all’interno dell’abitazione scavalcando il cancello esterno. Tali condotte, suffragate da più ripetuti e successivi interventi dei carabinieri, sarebbero poi divenute una vera e propria abitudine accompagnati anche da pedinamenti sul luogo di lavoro della donna o durante i suoi spostamenti in compagnia del loro figlio minorenne.

L’uomo avrebbe continuato a perseguitare la donna anche attraverso un’escalation di messaggi oltraggiosi e di natura sessuale inviati mediante l’applicazione WhatsApp con forti conseguenze sulla personalità della stessa, tali da costringerla ad alterare le sue abitudini di vita, a modificare gli orari di uscita dalla propria abitazione, finanche a non rimanere mai da sola, a non frequentare locali pubblici e a non essere libera di rincasare in tarda serata.

Dai racconti della donna, l’indole aggressiva dell’uomo, si sarebbe manifestata sin dal lontano 1998, allorquando lo stesso, sotto l’influenza dell’alcol, l’avrebbe sottoposta a continui maltrattamenti, costringendola a subire un regime di vita domestica segnato da violenze fisiche con pugni e calci e angherie psicologiche fatte di insulti e vessazioni, controllando sempre i suoi spostamenti e impedendole di frequentare le proprie amiche e vietandole di utilizzare il telefono cellulare.
Su tali condotte improntate alla completa sottomissione della donna, in data 09 febbraio 2022, il Tribunale di Como, Ufficio del GIP, si era già espresso attraverso l’emissione di un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari – poi sostituiti con il divieto di avvicinamento – confinando l’uomo nel proprio comune di residenza e vietando allo stesso di comunicare in qualsiasi modo con la ex moglie anche al fine di tutelare la tenera età del figlio ad oggi 17enne.

Nonostante i divieti, nello scorso mese di marzo, lo stesso si sarebbe nuovamente avvicinato all’abitazione della donna, episodi sui quali l’Arma ha svolto ulteriori accertamenti che hanno quindi portato all’aggravamento della misura cautelare con la nuova sottoposizione dell’indagato agli arresti domiciliari. Rimane ferma la presunzione di innocenza della persona indagata.

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