Pietre per ricordare

Vimercate, pietra d’inciampo alla memoria di Vincenzo Vergani

La cerimonia si terrà il 5 maggio. La pietra sarà posata sul marciapiede antistante l’edificio di Vittorio Emanuele 65

pietre di inciampo 1 mb
- Foto d'Archivio

Il 5 maggio sarà posata, sul marciapiede antistante l’edificio di Vittorio Emanuele 65, la pietra d’inciampo alla memoria di Vincenzo Vergani, il giovane vimercatese deportato e ucciso nel campo di concentramento di Dora Mittelbaum nel 1944, la cui figura è stata rinvenuta grazie alle ricerche del Comitato Pietre d’Inciampo della Provincia di Monza e Brianza, al quale la Città di Vimercate ha aderito nel 2021. Il Comitato lavora con lo scopo di conservare e trasferire alle giovani generazioni la memoria delle vittime brianzole della barbarie nazista e fascista durante la seconda guerra mondiale, deportate e uccise perché ebree oppure (come nel caso di Vergani) considerate disertori e traditori del regime dittatoriale.

A questo scopo si è fatto promotore del progetto “Pietre per ricordare”, dello scultore tedesco Gunther Demnig, che ha realizzato la pietra dedicata a Vergani: Vimercate entra così a far parte delle numerose città europee dove Demnig ha posto le pietre d’inciampo; parte di una rete in continuo allargamento, che oggi conta 75.000 pietre d’inciampo.

“Inciampare nella memoria è un atto che interrompe la nostra quotidianità, ci porta a reagire fisicamente a qualcosa di immateriale come la vicenda di una persona che non c’è più, – commenta l’Assessora alla Promozione della Città, Elena Lah – La città diventa un luogo in cui la memoria vive e interagisce con il presente, per ricordarci che l’oggi è stato modellato anche dal sacrificio di chi quel luogo l’ha vissuto prima di noi.”

VINCENZO VERGANI

Vergani era nato a Vimercate nel 1912 ed era stato chiamato alle armi a 21 anni, quando viveva con i genitori e i fratelli nella Còrt del Portòn, in via Vittorio Emanuele, dove oggi sorge l’edificio con il civico 65. Quando l’8 settembre 1943 fu annunciato l’armistizio, Vergani intraprese, insieme ad altri commilitoni, il trasferimento verso l’Italia dalla Croazia, dove il suo battaglione era stanziato. Nel frattempo però la Divisione di cui faceva parte fu sciolta e Vergani fu arrestato a Fiume, internato in Germania e destinato allo scavo forzato dei tunnel e all’assemblaggio dei missili nel campo di concentramento di Dora-Mittelbau, dove morì di stenti e fatica nel febbraio del 1944.

Come Vergani furono deportati a Dora Mittelbaum migliaia di prigionieri sia politici che militari di svariate nazionalità. Si stima fossero circa 60.000. Fra questi 1.435 italiani di cui, contro ogni convenzione internazionale, 861 militari dell’ex-esercito regio. Almeno 20.000 prigionieri persero la vita come il giovane soldato vimercatese. Per molti anni il nome di Vergani è rimasto negli elenchi dei soldati italiani dispersi. Gli archivi comunali riportano di lui solo una lettera scritta alla famiglia durante le prime settimane di prigionia e il verbale redatto nel 1947 dal Distretto Militare di Monza, che attestava la sua irreperibilità. Le ricerche del Comitato Pietre d’Inciampo hanno poi riportato alla luce il suo nome e la sua drammatica vicenda.

LA DATA

Per la commemorazione l’Amministrazione Comunale ha scelto, anche su indicazione del Comitato Pietre d’Inciampo, una data dal forte valore simbolico: il 5 maggio si ricorda infatti la liberazione dei campi di sterminio di Mauthausen e di Gusen, avvenuta nel 1945. A Mauthausen in particolare trovarono prigionia e morte numerosi brianzoli, partigiani e operai.

Vimercate accoglie già una pietra d’inciampo, posata nel 2016 in memoria di Fausta Finzi, sopravvissuta ai campi di sterminio e deceduta nel 2013, che non era vimercatese di nascita ma, dopo la prigionia, trascorse buona parte della sua vita in via Monte Grappa, dove la pietra la ricorda per le generazioni a venire.

MBNews è anche su WhatsApp. Clicca qui per iscriverti al canale e rimanere sempre aggiornato.
commenta