Lavoro

Primo maggio, Mondellini (Cgil Monza e Brianza): “Lottiamo contro la precarietà”

In quest'intervista la segretaria generale, alla vigilia della festa dei lavoratori e delle lavoratrici, analizza le principali problematiche di un contesto socio-economico difficile anche nel nostro territorio.

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Angela Mondellini

La festa del Primo maggio si celebra in Italia e in gran parte del mondo da circa 130 anni. Il nostro Paese ratificò, infatti, nel 1891 la decisione dei delegati socialisti della Seconda internazionale che due anni prima avevano scelto il 1° maggio come festa dei lavoratori e delle lavoratrici.

Nel 2022, anche a Monza e in Brianza, la ricorrenza ormai così vicina non può che fare i conti con un contesto sociale ed economico di preoccupazione ed incertezza. Stiamo vivendo, infatti, tra la fine, forse, di una pandemia, che ha pesantemente condizionato la nostra vita per oltre due anni, e la guerra tra Russia e Ucraina, con tutte le conseguenze e gli sviluppi ancora imprevedibili di un conflitto sul suolo europeo, ma dalle possibili e nefaste proporzioni globali.

Come sta incidendo tutto questo sulla vita e l’economia di Monza e della Brianza? Quali le problematiche principali sul fronte del lavoro nel nostro territorio? E le possibili soluzioni? Alla vigilia del Primo maggio, abbiamo provato a chiederlo ad Angela Mondellini, dal 2018 Segretaria generale della Cgil Monza e Brianza. Che, in quest’intervista, chiede alla politica di fare in fretta scelte decise, di sistema.

A partire dai salari e dalle pensioni, “perché se non si interviene in maniera tale da innalzare i consumi – afferma Mondellini – il rischio è di entrare in una spirale di crisi che finirà per coinvolgere pesantemente anche la produzione”.

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L’INTERVISTA

Manca poco al Primo maggio. Da Segretaria della Cgil Monza e Brianza, in questo 2022 che lavoro ci troveremo a festeggiare?

Alla recente inaugurazione della Scuola di Formazione Politica dell’associazione Alisei, Gianna Fracassi, vice segretaria generale della Cgil nazionale ha detto che la Costituzione italiana è fondata sul lavoro, ma bisognerebbe anche specificare che deve essere buono, nel senso di equo dal punto di vista salariale e rispettoso della dignità delle persone.

Oggi, invece, tutti gli indicatori ci parlano di un lavoro frantumato, instabile e, anche alla luce delle attuali spinte inflazionistiche, sempre meno pagato. Uno scenario di grande difficoltà che colpisce soprattutto i giovani, vittime di contratti part-time e precari dalle molteplici forme.

La pandemia e la guerra tra Russia ed Ucraina come stanno incidendo sulla situazione del mercato del lavoro?

Prima di tutto, mi lasci fare un appello perché la guerra si fermi. I risvolti negativi sono notevoli, non soltanto dal punto di vista umanitario. Occorre lavorare perché l’Europa torni protagonista nello scacchiere geo-politico internazionale.

Rispondendo, poi, alla sua domanda, sicuramente il Covid-19 ha ingenerato forte tensione, in particolare in alcuni settori come il turismo, il terziario e la ristorazione. Le restrizioni economiche frutto del conflitto tra Russia e Ucraina, poi, stanno bloccando alcune filiere logistiche e produttive. Ad essere colpite, anche a Monza e in Brianza, sono soprattutto le aziende più energivore, quelle della gomma-plastica, del vetro e della siderurgia.

A Monza e in Brianza, dato questo quadro di grande preoccupazione, ci sono casi aziendali particolarmente critici?

Direi di no, per fortuna, ma sicuramente segnalo che l’automotive, un settore molto importante per il nostro territorio, versa in uno stato di crisi sul quale è assolutamente necessario recuperare il tempo perduto sino ad ora. Sono molti, infatti, i campanelli d’allarme, anche se non bisogna generalizzare perché, ad esempio, c’è chi in questo settore non sta avendo problemi, come la ST Microelectronics di Agrate, che fa anche componentistica per automotive.

Quali sono le possibili soluzioni per cercare di invertire un trend negativo che anche nel nostro territorio sta mettendo seriamente a rischio il potenziale di crescita avviato nel 2021?

Prima di tutto la politica deve smetterla di limitarsi a prevedere misure tampone sul caro bolletta e sul caro energia. Ci vogliono scelte di sistema, cambiamenti che consentano uno sviluppo di lungo periodo. In particolare occorre accelerare la progettualità relativa al PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che deve servire per investire soprattutto sui settori ad alta innovazione, di cui anche Monza e la Brianza è ricca.

Sono necessarie più risorse per la transizione ecologica e la digitalizzazione delle imprese. Infine credo sia opportuno fare una politica salariale diversa perché la crisi attuale riguarda molto il sistema economico, ma anche le persone.

Su quest’ultimo punto, quali interventi sono più urgenti?

Con un’inflazione che viaggia oltre il 6%, il peso sulle buste paga e sulle pensioni, soprattutto quelle più basse, è notevole. La tendenza naturale delle persone, quindi, è quella di aumentare il risparmio.

Così facendo, però, non si spende e la crisi sta diventando anche produttiva. Ecco perché la politica deve mettere nel sistema risorse per un innalzamento dei consumi, quindi più soldi nelle tasche delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati. La discussione sul salario minimo potrebbe essere utile ad affrontare il tema dei lavoratori sottopagati, spesso vittime dei contratti pirata.

Di cos’altro c’è bisogno per riuscire a mettere in moto un meccanismo che abbia anche effetti duraturi?

Si faccia una riforma complessiva che dica quali sono i limiti della flessibilità nel mondo del lavoro. Non è possibile che ci sia una giungla di molti contratti diversi per garanzie e tutele. Si stabilisca un percorso lineare di inserimento, seguito dall’apprendistato e dall’assunzione a tempo indeterminato.

La lotta alla precarietà continua ad essere una delle nostre priorità. Ricordo che nel 2016 la Cgil ha raccolto tre milioni di firme per una proposta di legge che è la “Carta dei diritti universali del lavoro”. Purtroppo giace come lettera morta in Parlamento. Evidentemente il Governo, nonostante nel recente passato ci fosse stata qualche apertura con il ministro Orlando, ancora non considera questo tema centrale.

Il Primo maggio è anche, forse soprattutto, l’occasione per ricordare chi soffre di più le storture del mercato del lavoro attuale. Cosa si sente di dire ai giovani?

Voglio invitarli a diventare protagonisti del proprio destino, a contestare anche l’esistente, a non prendere tutto come qualcosa di ineluttabile, che non si può cambiare.

Spero anche che i giovani capiscano che non è normale non avere un lavoro di qualità o arrivare a 40 anni per vedere stabilizzata la propria condizione lavorativa. Le giovani generazioni devono contestare e manifestare non solo, come giustamente fanno, per i diritti civili e contro i cambiamenti climatici, ma anche perché la precarietà non sia la loro condizione di vita.

L’APPUNTAMENTO

Non ci rimane che segnare in agenda l’appuntamento del Primo Maggio 2022. Cgil, Cisl e Uil territoriali, infatti, hanno deciso di darsi appuntamento domenica alle ore 10 a Monza, in piazza Roma, per la tradizionale Festa dei lavoratori. Il titolo quest’anno è “Al lavoro per la pace”.

Parleranno delegate e delegati delle organizzazioni sindacali prima dell’intervento conclusivo di Angela Mondellini, segretaria generale della Cgil di Monza e Brianza.

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