Mobilita' sostenibile

Importiamo il modello Amsterdam a Monza? Ma ecco a che punto sono le ciclabili in città

L'artista Yuri Romagnoli ha realizzato un bike murales nei pressi della stazione. Un segnale di sensibilizzazione su un tema che in città, secondo Fiab e non solo, ha visto pochi fatti concreti negli ultimi anni.

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Monza. L’attesa è stata decisamente lunga. Del resto se si parla di bici, i tempi e la velocità sono per forza di cose rallentate. Battute a parte, il bike murales appena realizzato in via Caduti del Lavoro, a due passi dalla stazione ferroviaria di Monza, era previsto da “Importiamo il modello Amsterdam”, uno dei progetti vincitori del Bilancio partecipativo 2017 del Comune di Monza.

Ma alcune lungaggini burocratiche e le limitazioni imposte dal Covid-19 hanno posticipato di quasi 3 anni l’opera, frutto della mano di Yuri Romagnoli, 41enne noto artista e writer nel campo della street art, originario di Chiaravalle, in provincia di Ancona, che ha lavorato anche sui bozzetti ideati dagli studenti del Liceo Artistico “Nanni Valentini” di Monza.

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L’OBIETTIVO

Il tempo che si è aggiunto rispetto alle aspettative iniziali, però, non ha tolto nulla all’attualità di “Importiamo il modello Amsterdam”. Che, ispirato alla capitale olandese, dove ci sono ben 400 chilometri di piste ciclabili e il 60% di tutti gli sposamenti urbani sono effettuati con le due ruote, nella sua prima versione, pensata da Loredana Priori, attivista di Fiab MonzainBici, proponeva perfino un percorso ciclabile su corso Milano.

L’obiettivo del progetto, che ha ricevuto un finanziamento di 8mila euro, infatti, è convincere chi vive a Monza che la bicicletta è un modo non inquinante e più veloce e salutare per gli spostamenti urbani. Un cambio di mentalità reso ancora più in salita dal fatto che nel capoluogo della Brianza ci sono solo 28 chilometri di piste ciclabili, spesso malridotte e non ben connesse tra loro.

E i quasi 100 metri del bike murales, che rendono più colorata la stazione ferroviaria, i numerosi manifesti in città con lo slogan “La bici fa bene alla circolazione”, possono anche sensibilizzare le persone sull’importanza delle due ruote. Per rendere davvero la mobilità urbana sostenibile, però, ci vuole decisamente qualcosa in più. A partire dalle azioni e dalle scelte delle istituzioni locali.

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BICI PROTAGONISTE

“Dopo il lungo stop, soprattutto per il Covid, ad ottobre 2021 il Comune, che supporta “Importiamo il modello Amsterdam” attraverso l’Ufficio comunicazione, ha voluto riprendere in mano il progetto – racconta Priori – Yuri Romagnoli, che da anni con le sue opere punta a spronare le persone ad usare la bicicletta, ha preferito aspettare ad aprile perché l’inverno, con l’umidità e la pioggia, non è il periodo migliore per realizzare un murales”.

Con l’arrivo della primavera, la promessa dell’artista marchigiano è stata mantenuta. “In due giorni ha disegnato a modo suo, firmandosi con Hopnn, che in cirillico significa Yuri, tante biciclette e simboli di diverse forme e colori, con alcuni richiami a Monza – continua – c’è da dire che Yuri ha lavorato da solo, perché purtroppo gli studenti del Valentini che dovevano materialmente collaborare all’interno della modalità didattica Alternanza Scuola Lavoro, con il ritardo sui tempi iniziali previsti per la realizzazione, si sono nel frattempo diplomati”.

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Loredana Priori, Yuri Romagnoli

Il bike murales nei pressi della stazione ferroviaria di Monza, un luogo non scelto a caso perché simbolo dell’intermodalità bici-treno, è sostanzialmente diviso in due parti. “In quella bassa sono riprodotti alcuni dei bozzetti che avevano ideato i ragazzi del Valentini – spiega la promotrice di “Importiamo il modello Amsterdam” – nella parte alta, invece, ci sono, colorati in bianco e rosso, alcuni dei personaggi che spesso compaiono nelle sue opere, ma anche una monachella, il re e la Regina Margherita con tanto di pizza, tutti in bici, mezzo che vince sul traffico, vince nella vita di tutti i giorni e aiuta a migliorare l’umore”.

CICLABILI DIMENTICATE

Se una rondine non fa primavera, come dice un vecchio proverbio, figuriamoci se un murales da solo può cambiare la situazione, certamente difficile, della mobilità sostenibile a Monza. Che nei giorni scorsi MBNews ha portato anche all’attenzione dei candidati sindaci alle prossime elezioni comunali.

“Il mio giudizio sullo stato attuale della situazione è assolutamente negativo – afferma, senza mezzi termini, l’attivista di Fiab MonzainBici – l’attuale Giunta del sindaco Allevi non ha fatto niente di quanto promesso”.

“In particolare le tre corsie ciclabili a Monza su via Mentana, via Boito e Corso Milano, da realizzare semplicemente con segnaletica su strada attraverso delle bike lane, sono rimaste lettera morta – continua – ci è stato detto dal Comune che, non essendo previsto un cordolo, non si garantirebbe la sicurezza del ciclista, ma si tratta di scuse perché a Milano il sindaco Sala ha fatto scelte coraggiose arrivando anche a sacrificare parcheggi per fare posto a queste corsie ciclabili a basso costo”.

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Per la promotrice di “Importiamo il modello Amsterdam”, insomma, la fase 2 anche sulla mobilità sostenibile, che l’attuale amministrazione comunale aveva annunciato nel post lockdown da Covid-19, non c’è mai stata. “Non abbiamo visto né nuovi chilometri di percorsi ciclabili né continuità per collegare i vari spezzoni della rete ciclabile esistente né la connessione con alcuni punti sensibili della città e nemmeno una revisione del Biciplan – sostiene – Monza su questo tema non è al passo con i tempi e sta perdendo la grande occasione fornita dagli incentivi dell’Unione Europea sulla mobilità sostenibile e dolce”.

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LE PROSPETTIVE

Il sindaco Allevi ha recentemente dichiarato che il PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile), di cui Monza è ancora priva, verrà concluso entro il 2022. Il 28 aprile al Teatro Binario 7, intanto, sul tema ci sarà un incontro pubblico inserito in un percorso di partecipazione dei cittadini.

Il primo cittadino, che si è ricandidato alle prossime amministrative, rivendica la presenza di “14 stazioni di bike sharing, che diventeranno 22 entro l’estate e che vengono già oggi utilizzate 2500 volte all’anno; due velostazioni che diventeranno 3 entro il 2022, quasi 500 monopattini e 80 colonnine per la ricarica delle auto elettriche entro l’anno; il servizio di car sharing eVai con 19 punti di noleggio”. I mezzi ci sono, ma di fatto mancano le infrastrutture sicure, le strade riservate e dei percorsi continui. Un risultato, insomma, a metà, un po’ come nelle maggior parte delle città italiane.

Numeri che non soddisfano i suoi avversari politici alla prossima tornata elettorale per il Comune di Monza, ma nemmeno Fiab MonzainBici. L’associazione cicloambientalista, che avrebbe voluto un maggior appoggio dell’amministrazione cittadina anche sull’idea di chiudere le strade adiacenti ai plessi scolastici mezz’ora all’entrata e mezz’ora all’uscita dei bambini, ha recentemente proposto interventi di urbanistica tattica. Chissà se almeno su questo Monza riuscirà a prendere spunto da Milano. O meglio ancora da città modello come Parigi o Amsterdam.

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