Polemica

Monza, Ciclofficina mobile sfrattata da Largo Mazzini. Il Comune propone la stazione

Nessuna richiesta di chiusura attività, ma il furgone - per questione di decoro urbano - non può più rimanere posteggiato lì dove è stato per anni. Senza quello però Ermanno Bernardi è impossibilitato a lavorare. Quale sarà il destino finale della storica attività?

ciclofficina mobile
La ciclofficina

Monza. “La Ciclofficina di Largo Mazzini può tranquillamente proseguire la sua attività, non è stata revocata nessuna autorizzazione”. Queste le parole del sindaco Dario Allevi e l’Assessore al commercio Massimiliano Longo dopo lo tsunami mediatico causato dalla notizia della petizione online lanciata da Ermanno Bernardi, padre della Ciclofficina mobile, dopo che – come lui stesso ha spiegato – gli era stato comunicato che tanti monzesi si sarebbero lamentati della presenza del furgone accanto al gazebo.

Una notizia che ha fatto velocemente il giro del web sollevando non poche polemiche. Basti pensare che la petizione online ha superato in poche ore più di mille firme (precisamente 1.369, ndr) a cui si aggiungono quelle raccolte in loco, in Largo Mazzini, dallo stesso Bernardi nella giornata di ieri, giovedì 14 aprile. A sollevare per primo la questione il candidato sindaco Paolo Piffer, tra l’altro anche primo firmatario della raccolta firme, che aveva dichiarato: “Ermanno con la sua Cicloffocina mobile offre un servizio importantissimo alla città incentivando l’utilizzo della bicicletta e promuovendo la cultura della sostenibilità ambientale. Sarebbe davvero grave se fosse messo nelle condizioni di non poter più lavorare”.

E il furgoncino, elemento di disturbo di tutta questa storia, è proprio l’elemento fondamentale che dà ad Ermanno le condizioni per poter svolgere il suo lavoro nella Ciclofficina Mobile.

A distanza di un giorno dall’uscita della notizia sull’imminente chiusura della storica attività di Largo Mazzini, arriva la controbattuta da parte dell’Amministrazione comunale di Monza che avanza una proposta. O meglio un compromesso: cambiare postazione. Via la Ciclofficina mobile da Largo Mazzini per iniziare una nuova era vicino alla stazione.

LA PROPOSTA

“Il Comune non ha mai vietato al titolare di svolgere regolarmente il proprio lavoro; come da concessione rilasciata dall’ufficio SUAP nel 2021, può infatti continuare a effettuare servizi di riparazione, nonché vendita di ricambi e accessori per biciclette, nelle giornate di martedì, giovedì, sabato e festivi – si legge in una nota stampa divulgata poco fa dall’Amministrazione – La Polizia Annonaria vigila sul rispetto delle regole ed effettua costanti controlli sulla base delle autorizzazioni rilasciate. In questo caso, al titolare dell’attività non è stata contestata la presenza della struttura, regolarmente ubicata, bensì il posizionamento del furgone, che non può sostare in quell’area”.

Per quale motivo? “Già dal 2019, infatti, la Commissione Comunale per il Commercio sulle Aree Pubbliche aveva fornito alcune indicazioni da seguire per chi presentasse richiesta di occupazione di suolo pubblico nel centro storico – si legge – Tra queste: è fatto divieto di tenere sul posto il veicolo di servizio e utilizzare ‘l’autonegozio’, è consentito il solo carico e scarico, previo rilascio dell’autorizzazione di accesso nei varchi da parte dell’ufficio ZTL (che si occupa delle Zone a Traffico Limitato); inoltre l’occupazione non deve provocare danni al manto stradale e alle strutture e, per una questione di decoro urbano, deve rispondere alle caratteristiche individuate dall’Amministrazione per mantenere un’immagine coordinata, così come condiviso con i rappresentati di categoria”.

PARTITA ANCORA APERTA

Quale sarà quindi il destino della Ciclofficina mobile? Chiude oppure no la storica attività di Largo Mazzini, che sta a cuore a tanti monzesi?

“Abbiamo chiesto al titolare se volesse disporre di un altro posteggio, sempre in centro, ma vicino alla stazione, dove fosse possibile comunque parcheggiare anche il furgone, proprio per andare incontro alle sue esigenze e alla sua clientela, ma questa opzione è stata respinta” proseguono Allevi e Longo. “Noi abbiamo sempre avuto a cuore il commercio cittadino e continueremo ad averlo, siamo aperti al dialogo e propensi a trovare nuove soluzioni per cercare un punto di unione. Con tutti”.

 

 

 

 

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