Donne, che impresa!

Intervista a Elena Natali, la signora delle zip di Brugherio

La chiamano "Lady Zip". Elena Natali gestisce l'azienda di famiglia, la LCA di Brugherio, leader nel settore delle chiusure a lampo.

Generico aprile 2022

In azienda la chiamano “Lady Zip”. Un soprannome dato anni fa da un cliente a Elena Natali e che ora, complice la passione che mette nel gestire l’azienda di famiglia, la LCA Natali di Brugherio, le è rimasto addosso: come un distintivo, o meglio, come una delle sue chiusure a lampo. Che a volte, confessa con un sorriso, resta sveglia a disegnare tutta la notte.

“Mio padre, Fabrizio Natali, è un progettista meccanico e ha fondato la LCA nel 1977 – racconta -. È partito da zero: ha deciso di mettersi in proprio quando l’azienda per cui lavorava ha dovuto chiudere, ha messo a frutto l’esperienza acquisita e ha realizzato la propria linea di macchine per chiusure lampo, in un piccolo laboratorio nel garage sotto casa. Alla fine è arrivato a essere un leader mondiale del settore, con macchine riconosciute come uniche nel suo genere. E oggi è ancora il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via, sempre lì a far disegni e schizzi, non ha mai perso la sua passione iniziale”.

Un entusiasmo a lampo

Voce squillante, tono deciso, ma soprattutto tanto entusiasmo: Elena Natali ha 50 anni e quando parla del suo lavoro lo fa con la convinzione di chi sa che è il più bello del mondo. Un colpo di fulmine scoppiato quando era ancora bambina. “Mi sono avvicinata molto presto all’azienda di mio padre, d’altra parte quando stavo da mia nonna il suo soggiorno era sempre invaso da chiusure lampo, che al tempo erano pure tutte nere, beige e grigie! Allora il mercato di riferimento era territoriale, pensato per i distretti del mobile di Meda e Lissone. Ho cominciato a fare qualcosa già alle medie, quando arrivavano i fax in inglese e mio padre, che non li capiva, li passava a me. Poi, con il liceo linguistico, sono entrata ufficialmente in azienda: il sabato andavo a lavorare non perché mi fosse richiesto, ma perché mi piaceva. Tanto che dopo la maturità ho iniziato il percorso universitario, ma gli ho preferito il lavoro in azienda: le zip per me erano molto meglio di diritto economico! Oggi i miei ormai hanno 75 anni e il grosso della gestione è in mano a me, anche se mio padre è ancora la mente portante”.

Generico aprile 2022

Com’è stato entrare in azienda?

“Ho avuto un padre e una madre che non hanno mai dato nulla per scontato. Mi dicevano, giustamente, “non puoi gestire un’azienda se non sai come si fa”. Mi sono messa a gestire l’amministrazione in loco, fino a quel momento se ne occupava mia madre, ma da casa. Ho iniziato con i primi programmi di contabilità, poi ho voluto il Pentium 200: una spesa folle, un computer gigante! Insomma, sono stati inizi rocamboleschi, ma me la sono cavata”. Una gavetta che ha avuto i suoi vantaggi: “Tutto quello che mi sono costruita me lo sento mio”.

Negli anni, spiega Natali, il mercato delle zip è andato via via scemando. “Ai tempi mio padre scelse la lampo più difficile, quella a spirale, che copre il 10% del mercato. Non è di lusso, come quella di metallo, né sportiva, come quella in plastica, ma non è nemmeno particolarmente costosa, o che possa dare un valore aggiunto”. Per produrla la LCA utilizza il poliuretano: Fabrizio ci mette il tecnico, Elena lo stile. “Tutti i grossi produttori la fanno, perché è più leggera rispetto a quella in metallo, ma sempre visibile. Ma con l’arrivo dei prodotti cinesi sul mercato, c’è stata la necessità di uscire dalla semplice lavorazione. Abbiamo iniziato a fare prodotti più particolari, anche un po’ pazzi, e andare per fiere. Anche per questo non facciamo vendita diretta”.

Generico aprile 2022

Per una donna è stato difficile inserirsi in un ambiente maschile?

“I no di mio padre erano rivolti proprio a questo: lui è il primo dei misogini, anche se non lo ammetterebbe mai. La sua è una figura molto ingombrante, mi sono dovuta prendere il posto di fianco a lui nell’ambito di quello che a lui non piace. I miei non mi hanno nemmeno mai detto “brava”, ma le mie soddisfazioni me le sono prese in modo laterale, quando ci dicono che facciamo lampo che si fanno notare. E paradossalmente tutti i no che ho ricevuto, il farmi prendere tutto con le unghie e con i denti, mi ha portato a poter spiazzare con la competenza quegli uomini che pensano che sia lì solo in quanto figlia del capo. Invece o ne so più di loro, o so benissimo di cosa parlano… o comunque, se proprio, almeno faccio almeno le domande giuste”.

La LCA Natali è un’azienda a conduzione familiare, ma pur sempre un’azienda, con 11 dipendenti. Anche per questo Elena Natali parla con cognizione di causa quando dice che “Nella nostra società resta una misoginia di fondo a cui non si scappa. Io poi sono divorziata, mi sono dovuta subire tutta la serie di battutine… ma ho visto anche tanti maschi messi sull’altare del loro diritto di nascita mandare a capottare aziende storiche per la loro incompetenza”.

Generico aprile 2022

È difficile conciliare lavoro e vita privata quando si è imprenditrice?

Conciliare che cosa? – ride -. È tutto incastrato, ed è tutto insieme: non saprei rispondere. Però quello che faccio funziona! Forse anche perché quello che faccio mi piace, mi diverte ancora. Un nostro rappresentante mi aveva detto “tu ormai sei rovinata, sei come tuo padre: non ti toglierai mai le lampo di dosso”… mi sa che aveva ragione”.

Un consiglio a chi vorrebbe intraprendere la sua strada?

Per me è ancora valido il detto secondo cui “Chi fa il lavoro che gli piace non lavorerà mai un giorno”. Se fai un lavoro che ami hai sempre un punto di riferimento fuori dal tunnel, e finisci per essere talmente testardo che la luce la vedi sempre. Io lavoro tanto anche con il Consolato di Monza dei Maestri del Lavoro, sono 10 anni che mi portano classi a profusione, mi piace da morire collaborare con i ragazzi. Se riesco ad accendere qualcosina nelle loro menti è come se depositassi un piccolo seme”.

Seme che qualche volta sembra attecchire. Nei temi che gli studenti scrivono dopo la visita, infatti, si trovano frasi come “[Elena Natali] mi ha fatto capire che un lavoro, per essere svolto nel migliore dei modi, deve piacere“; “All’inizio ho sottovalutato questa fabbrica, poi ho scoperto che sotto le cerniere, tirando la zip, si racchiude il lavoro di molte persone”; “Mi ha insegnato che la cosa più importante è quella manciata di polvere magica da spargere sui nostri desideri: è la passione!”

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