Politica

Chiusa l’inchiesta interna sull’emergenza Covid: in regione è scontro maggioranza-opposizione

Approvata la relazione della maggioranza fra le proteste dei consiglieri di opposizione.

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“Regione Lombardia ha operato attivamente, instancabilmente e con ogni mezzo a propria disposizione per contrastare il deflagrare di un evento sconosciuto e inatteso” e che, pur attenendosi alle disposizioni nazionali, la stessa Regione ha dovuto fare i conti con una “mancanza di informazioni scientifiche e di indicazioni operative dal parte dello Stato”, aspetto che “ha causato un grave ritardo nell’attivazione della macchina organizzativa”.  “Ciononostante Regione non ha risparmiato gli sforzi e in taluni casi ha anticipato le disposizioni nazionali con l’unico scopo di offrire a tutti i cittadini -nessuno escluso- le cure di cui avevano bisogno”. È questa in sintesi la versione sulla gestione della prima fase dell’emergenza Covid 19 validata dal voto al Pirellone, dove la maggioranza di centrodestra ha approvato in aula la relazione con 43 voti a favore e 21 contrari. Ma l’approvazione è arrivata solo nel tardo pomeriggio perchè in mattinata è stata bagarre con le minoranze che prima cose fra tutte hanno lamentato con forti rimostranze in aula l’assenza del presidente Fontana e dell’assessore al Welfare Letizia Moratti per un tema tanto importante che è costato un anno e mezzo di lavori con 40 sedute e 66 audizioni.

E’ così scattata la protesta delle opposizioni con il rifiuto di iniziare il dibattito, l’occupazione dei banchi della giunta e per finire la sospensione della seduta. Il Consigliere Luigi Piccirillo è stato anche espulso dall’Aula perchè non lasciava i banchi della Giunta nonostante i richiami della presidenza. “E’ incomprensibile e ingiustificabile l’assenza dei membri della maggioranza nel momento in cui si doveva discutere di un tema così importante che ha segnato la vita dei lombardi e dell’intero paese negli ultimi due anni” ha commentato Raffaele Erba, consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle – Nelle relazioni della Commissione d’Inchiesta Covid venivano evidenziate tutte le criticità emerse nella gestione della pandemia che hanno reso vulnerabile il nostro già fragile sistema sanitario. Eppure, chi governa la Lombardia ha pensato bene di non presentarsi in aula dimostrando di non avere tempo per esaminare i propri errori. Un atteggiamento inspiegabile e poco rispettoso verso i cittadini lombardi che hanno sofferto a lungo l’inadeguatezza e l’impreparazione di una Giunta che, dopo numerose scelte errate e superficiali, ha dimostrato di non essere all’altezza delle aspettative”.

Fontana, in congedo per impegni istituzionali, arriva a sorpresa alle 12.30, quando la discussione è ormai stata rinviata. I lavori ripartono alle 15, con le versioni opposte di centrodestra e centrosinistra finchè a sera arriva l’approvazione della relazione di maggioranza e si boccia quella di minoranza. Sono stati respinti gli ordini del giorno: a firma di PD e M5S, che intendeva chiedere l’approvazione della Relazione di minoranza; a firma del gruppo M5S con richieste di iniziative di modifica di norme statali e regionali riguardanti la sanità; a firma di Elisabetta Strada (Lombardi Civici Europeisti) e Jacopo Scandella (PD) sul tema della medicina territoriale; a firma di Michele Usuelli (+Europa) e Niccolò Carretta (Misto) a sostegno e integrazione della relazione di minoranza. Un ordine del giorno a firma di Luigi Piccirillo (Gruppo Misto), con la richiesta di commissariamento della sanità lombarda, non è stato posto ai voti perchè ritenuto inammissibile.

“Sono contento che le proteste e la sospensione lavori di questa mattina abbiano portato in aula il presidente Fontana – commenta il consigliere del Pd Jacopo Scandella che poi durante il suo discorso denuncia – Non credo che la commissione d’inchiesta sia stata messa in condizioni di rispondere fino in fondo alla domanda di verità e giustizia che veniva dalle persone per diverse ragioni, come l’ostruzionismo da parte della maggioranza a cui vanno aggiunte le gravi lacune documentali”. E poi il consigliere incalza “Hanno usato la teoria dello Tsunami per nascondere le inefficienze del primo periodo e poi hanno scelto di restringere il campo d’azione dell’inchiesta ai soli primi mesi della pandemia così da non trattare i problemi sopraggiunti durante la seconda e la terza ondata come, per esempio, gli errori commessi sui vaccini antinfluenzali, i problemi causati dalla piattaforma Aria, l’insufficienza delle Usca – prosegue Scandella. Il lavoro della commissione ha però fatto emergere non solo alcuni gravi errori riguardanti la prima fase ma anche le gravi disfunzioni legate alla sanità territoriale del sistema lombardo”.

Duro anche Marco Fumagalli del M5S che ha sottolineato come “purtroppo la commissione d’inchiesta non è servita perché Regione Lombardia ha confermato di non aver imparato nulla, approvando una riforma del sistema sanitario regionale, la Fontana-Moratti, che promuove ancora il modello del ‘si salvi chi può (permetterselo)’, trasformando la salute in un business, favorendo i profitti privati e smantellando la sanità territoriale. Un modello che ripercorre gli stessi errori per effetto dei quali la nostra regione e i suoi cittadini hanno pagato alla pandemia il tributo più tragico di tutta Europa”.

Pronta la replica della Lega: “Le opposizioni in consiglio regionale lombardo sfiorano veramente il ridicolo. Prima hanno preteso di fare una commissione d’inchiesta sul Covid sperando di individuare chissà quali mancanze da parte della Regione con il risultato boomerang, per loro, di mettere a nudo solo le mancanze oggettive durante la prima ondata del Governo Conte bis, del loro Governo giallorosso, e adesso non avendo altri argomenti di polemica si arrampicano non sugli specchi ma sui banchi della giunta, tirando fuori che il presidente e gli assessori non sono presenti in aula. Polemiche sul nulla, come accade da quattro anni con questa opposizione lontana anni luce dai bisogni e dai problemi concreti e quotidiani dei lombardi.” dichiara l’on. Fabrizio Cecchetti, vice capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati e coordinatore della Lega Lombarda per Salvini Premier.

 

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