24 febbraio - 24 marzo

Ucraina, un mese di guerra: il punto sull’accoglienza a Seregno

Circa centocinquanta profughi sono ospiti nelle strutture messe a disposizione da Comune, parrocchie ed enti assistenziali. Il direttore di Casa della Carità Moretto: "L'Oratorio di San Rocco diventerà un hub di prima accoglienza, ci aspettiamo centinaia di arrivi nelle prossime settimane".

Generico marzo 2022
Casa della Carità di Seregno

La crisi della Donbass. Dopo settimane di tensioni e il riconoscimento russo delle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, all’alba del 24 febbraio l’esercito di Mosca ha invaso l’Ucraina. Bombardamenti, città rase al suolo, milioni di civili in fuga. Fin dal primo giorno, manifestazioni per la pace hanno riempito le piazze, i colori giallo blu a testimoniare la vicinanza per il dramma del popolo ucraino. Solidarietà simbolica ma soprattutto pratica. Nelle metropoli così come nelle città si provincia la macchina dell’accoglienza si è messa in moto con il pensiero comune di come dare riparo a flussi di civili mai visti prima: oltre 3.3 milioni quelli già fuggiti dal paese secondo l’Unhcr. La maggior parte sono donne con bambini piccoli che si sono messe in viaggio verso ovest con ogni mezzo a disposizione. Dall’altra parte del confine, centinaia di pullman hanno iniziato ad arrivare in tutta Europa, in Italia, a Monza e in Brianza.

A Seregno, il grido di allarme di Oksana Kolotynska portavoce della comunità ucraina che conta oltre 400 residenti: “Servono spazi di prima accoglienza per i connazionali in fuga”, l’appello al sindaco Alberto Rossi dopo l’incontro in comune poche ore dopo lo scoppio del conflitto. La città ha risposto rapidamente con l’invio di aiuti umanitari e il coordinamento con parrocchie ed enti assistenziali per ospitare gli sfollati.

Degli oltre 150 ucraini arrivati a Seregno, la onlus Casa della Carità ha allestito 40 posti letto sparsi tra la parrocchia di Sant’Ambrogio, la comunità del Lazzaretto e il centro Don Orione. Il direttore Gabriele Moretto conferma che la maggioranza delle persone arrivate “sono donne con più figli minori, l’unico padre era qui perché vedovo, tutti gli altri sono rimasti in patria a combattere”. Canoniche, aule vuote, convitti: dove è possibile si fa spazio per un letto in più dove far dormire una madre con i suoi bambini. Primo passo compiuto ma ancora insufficiente.

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L’Oratorio di San Rocco diventerà un hub per lo smistamento delle persone in arrivo in attesa di alloggio con un servizio mensa. “Negli altri punti trattandosi di appartamenti viene dato in gestione alle famiglie ospitate”, racconta Moretto. Volontari di Casa della carità offrono assistenza quotidiana ai profughi. Da settimana scorsa li accompagnano in auto per le visite al centro medico di Giussano e per fare i tamponi d’ingresso anti Covid al drive in di Limbiate. La vaccinazione dei bambini è fondamentale per permettere l’inserimento dei più piccoli in scuole e oratori. L’impressione è che la macchina dell’accoglienza che si è messa in moto dovrà marciare ancora a lungo. Così come sembra ancora lunga la marcia verso la pace.

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