Emergenza profughi

Ucraina, primi rifugiati a Besana Brianza. L’appello del Cisom: “Crescono le partenze di madri con bambini, servono più spazi”

Il dramma dei profughi ucraini visto da Vincenzo Lucisano, capogruppo dell'Ordine di Malta per Monza e Brianza: "Ci scrivono a decine, serve l'impegno di tutti".

Generico marzo 2022
Volontari del Cisom di Monza Brianza

Besana in Brianza. Tra i capannoni industriali, la sede provinciale del Cisom – Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta – è diventata un punto di prima accoglienza per profughi di guerra in fuga dall’Ucraina. Massimo e Rino, due volontari, scaldano il termos del caffè e apparecchiano la tavola. Il turno di notte è appena cominciato e loro aspettano di accogliere gli ospiti in viaggio da Est.

Mezzanotte, l’una, non sanno bene a che ora arriveranno: donne con bambini piccoli al seguito si sono messe in viaggio lasciando tutto a casa mentre i mariti sono rimasti in patria a combattere. “Abbiamo fatto la notte in bianco perché sono arrivati all’una e mezza e abbiamo portato due madri con i bambini a Malpensa dove avevano il volo per la Spagna da connazionali pronti ad accoglierle”, racconta Vincenzo Lucisano, capogruppo provinciale del Cisom Monza Brianza. “Ucraini dall’Italia vanno a prendere queste madri al confine e le portano qui in salvo. In questa fase ci contattano come ponte di passaggio”. A Besana si è fermata una madre con un bambino di sei mesi: la paura è tanta ma c’è il sollievo di essere riuscita a fuggire dai bombardamenti.

Generico marzo 2022

RETE DI ACCOGLIENZA CAPILLARE

Anni di volontariato alle spalle, l’imprenditore brianzolo affronta questa emergenza umanitaria ricordando la guerra in Jugoslavia negli anni Novanta. L’impegno è lo stesso di allora così come il timore di non riuscire ad accontentare le richieste di tutti. “Stamattina una signora ucraina di Como ci ha implorato di andare a prendere la madre con la figlia disabile di 18 anni.” – dice Lucisano – “E’ disperata perché l’ambasciata non le risponde e loro abitano vicino alla centrale nucleare di Zaporizhzhia”.

Il Cisom sta ricevendo decine di richieste per trasferimenti e accoglienza  tramite intermediari o in chat dai gruppi di contatto in Ucraina. L’accoglienza impone a tutti di ripensare spazi e logistica per garantire i corridoi umanitari in poco tempo. In Italia, comuni, protezione civile e associazioni caritatevoli sono al lavoro per rispondere all’emergenza profughi ma la rete non è ancora capillare sul territorio. Alcune parrocchie ad esempio non hanno ancora dato la loro disponibilità. Più il conflitto sarà lungo, più civili saranno costretti a lasciare il paese e sempre più l’accoglienza si misurerà su vasta scala. Bisognerà farsi trovare pronti il più possibile.

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