Lavoro

Servizi protezione e sicurezza: i sindacati denunciano tagli al Psal, Ats Brianza rassicura

L'accentramento dei presidi a Monza, con la chiusura delle sedi di Ornago e Desio, pone interrogativi sul controllo di un territorio ricco di imprese dove infortuni e morti bianche non mancano.

Infortuni lavoro

Il tema è di quelli che, letteralmente, possono diventare di vita o morte. Perché gli infortuni e le morti bianche sul lavoro a Monza, in Brianza, come nel resto d’Italia, sono da tempo una piaga difficile da guarire. Tanto che anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo recente discorso di insediamento bis al Quirinale, ha collegato il concetto di dignità all’azzeramento delle morti sul lavoro.

Anche per questo, dietro una sigla forse non molto conosciuta all’opinione pubblica, Psal (Protezione e sicurezza negli ambienti di lavoro), si nasconde la grande responsabilità di persone impegnate nella verifica dell’ottemperanza alle norme di sicurezza, nell’attività di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, negli interventi programmati e non programmati di ispezione e sorveglianza e, a seguito di infortuni sul lavoro, nelle indagini di polizia giudiziaria.

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Gigi Ponti

A Monza e in Brianza, dopo la paventata chiusura dei presidi Psal di Desio e Ornago e l’accentramento delle funzioni e del personale a Monza, i sindacati denunciano i pericoli di un territorio ricco di imprese sempre meno sorvegliato. Il consigliere regionale del Partito democratico, Gigi Ponti, ex presidente della provincia di Monza e Brianza, in una interrogazione ha chiesto spiegazioni alla vicepresidente di Regione Lombardia e assessore al Welfare, Letizia Moratti.

L’Ats Brianza, dal canto suo, cerca di buttare acqua sul fuoco. Rivendica una necessità logistica di riorganizzazione dei presidi presenti sul territorio e allontana, con decisione, l’idea di una volontaria riduzione del numero di operatori e delle prestazioni del Psal.

I SINDACATI

I primi a sollevare la questione relativa ad un ridimensionamento dei servizi di protezione e sicurezza negli ambienti di lavoro in Brianza sono stati la Cgil, Cisl e Uil. Che nel mese di febbraio si sono mostrati preoccupati per un accentramento delle funzioni che, a partire dalla chiusura delle sedi Psal di Ornago e Desio, nascerebbe da una carenza di personale.

“È inconcepibile la scelta di scoprire un territorio ricco di imprese obbligando il personale dello PSAL a muoversi quotidianamente da Monza verso l’est della Brianza, ridimensionando conseguentemente il tempo dedicato alla propria mansione e la capacità ispettiva dell’Ats” affermano Giulio Fossati, Roberto Frigerio e Abele Parente, rispettivamente segretari di Cgil, Cisl in Brianza e segretario generale della Uil territoriale.

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Giulio Fossati

I sindacati, che temono anche la futura chiusura parziale del SIAN (Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione) e del SISP (Servizio di Igiene e Sanità Pubblica) che oggi hanno sede a Usmate Velate, non si sono poi sentiti tranquillizzati dall’incontro avuto con l’Ats Brianza il 16 febbraio.

“La cosa che temiamo di più è che l’attuale personale Psal vedrà una riduzione a causa dei pensionamenti e, se non ci dotiamo degli strumenti necessari, rischiamo il progressivo indebolimento dei servizi di sorveglianza e prevenzione degli infortuni sul lavoro” sostengono le parti sociali che chiedono, per questo, il potenziamento del sistema scolastico universitario e delle scuole di specialità.

L’INTERROGAZIONE

Negli ultimi giorni la vicenda Psal è arrivata anche in Regione Lombardia. Dove il consigliere del Pd, Gigi Ponti, si è rivolto direttamente alla vicepresidente Moratti per chiedere come il Pirellone intenda rimediare alla carenza di personale dei presidi territoriali di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro che avrebbe portato alla decisione di chiudere le sedi di Desio e Ornago.

La risposta dell’assessore Moratti mi ha deluso – spiega Ponti – ha ignorato la chiusura dei presidi di Desio e Ornago, ma non ha neppure mostrato la necessaria attenzione politica per un problema serio come quello degli infortuni sul lavoro”.

“Non ha tracciato un percorso di lavoro – continua l’ex sindaco di Cesano Maderno – resta la nostra richiesta che sosterremo con determinazione e l’auspicio che si ripensi la decisione di chiudere i presidi di Desio e Ornago, una decisione sbagliata per tutto il sistema produttivo della Brianza che ha la necessità di essere rilanciata dopo i due anni di pandemia”.

LA REPLICA

L’Ats Brianza, oltre ad aver incontrato i sindacati, ha provato a fare chiarezza sulla spinosa questione. “La carenza di personale delle Unità Operative di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (PSAL) è connessa a due fenomeni che concorrono tra di loro – spiega in una nota – la quiescenza di numerosi operatori, anche per effetto del termine della possibilità di ricorrere alla cosiddetta “quota 100” nel 2021 e il rapido turn over di nuovi assunti, che dopo breve tempo hanno lasciato il servizio per trasferirsi in altre sedi a seguito di numerosi concorsi effettuati in altre regioni”.

L’origine del problema parrebbe legata ad un contesto di generalizzata carenza di professionisti sanitari, medici e non, per il numero insufficiente a coprire gli attuali bisogni di laureati. “La sostituzione del personale cessato è risultata al momento soltanto parziale, principalmente perché i concorsi sono andati deserti, in particolare per la figura di medico del lavoro o i candidati in graduatoria hanno rifiutato l’assunzione per vari motivi e tra questi vi è sicuramente l’assegnazione a sedi da loro ritenute disagiate” sostiene l’Azienda di tutela della salute della Brianza.

“Dopo centinaia di chiamate, sono state del tutto esaurite le graduatorie di Ats Brianza – continua – anche la concorrenza sul piano retributivo, esercitata dai privati che utilizzano le stesse figure professionali, ha condizionato notevolmente la partecipazione ai bandi di concorso”.

Sul trasferimento della sede di Ornago, l’ente di viale Elvezia a Monza parla di una scelta più generale di opportunità. “Considerando che la pianificazione dei controlli viene effettuata partendo dai bisogni del territorio connessi al numero di aziende e di lavoratori, oltre che alla graduazione del rischio correlato alla tipologia delle imprese – si legge in una nota dell’Ats Brianza – lo spostamento di sede consente complessivamente una riduzione dei tempi di spostamento e il miglioramento dell’efficienza del gruppo di lavoro”.

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Carmelo Scarcella

LE PROSPETTIVE

Se il 2022 dovrebbe vedere un deficit di posti per il personale Psal di 19 posti rispetto al 2018, avrebbero accettato l’incarico a tempo indeterminato, ritenendo positiva l’assegnazione alla sede di Monza, numerosi tecnici della prevenzione e altre assunzioni dovrebbero essere effettuate nelle prossime settimane.

“Ats ritiene fondamentale l’attività di prevenzione nei luoghi di lavoro e il cambio di sede non sottintende una riduzione del numero di operatori e delle prestazioni – afferma Carmelo Scarcella, direttore generale di Ats Brianza – rappresenta una necessaria riorganizzazione, anche attraverso il riaccorpamento delle equipe, tesa non solo ad aumentare l’efficienza operativa, bensì a migliorare la qualità degli interventi in conseguenza della multidisciplinarietà delle relative squadre di ispettori”.

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