Riqualificazione

Monza, rivive il Centro di via Tazzoli: da fine maggio punto di aggregazione per San Fruttuoso

Al sopralluogo dei lavori sono intervenuti anche alcuni esponenti della Consulta di quartiere, che hanno lamentato l'assenza del coinvolgimento dei cittadini.

centro polifunzionale via tazzoli San Fruttuoso mb

Monza. Lavori in corso al Centro di via Tazzoli a San Fruttuoso. Al centro del restauro la chiesa, o meglio lo spazio da 210 posti che ha un carattere polifunzionale: civico e religioso. Oggi, 3 marzo, c’è stato il sopralluogo al cantiere con il sindaco, Dario Allevi, l’assessore alle Politiche del Territorio, Martina Sassoli, i tecnici del comune, i titolare dell’azienda privata Proedil e i rappresentanti della Consulta di San Fruttuoso che intervenuti hanno voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

I lavori erano attesi da anni dal quartiere, quasi sette. Con la giunta precedente si era andati vicino alla riqualificazione grazie al bilancio partecipato del 2017, ma poi i fondi non sono mai arrivati. Oggi l’investimento è di 70mila euro e riconsegnerà a San Fruttuoso un spazio completamente ristrutturato e a norma. “Un intervento light, ma importante – ha commentato l’assessore Sassoli -. Le risorse sono derivate da permesso di costruire convenzionato, una risorsa aggiuntiva nuova che l’amministrazione ha trovato e deciso di investire in questo progetto richiesto dal quartiere. Era per noi un obiettivo, che abbiamo raggiunto in collaborazione con il privato con cui è stato trovato un un punto di equilibrio sia dal punto di vista economico, che di realizzabilità dei lavori”.

I LAVORI

centro via tazzoli san Fruttuoso Monza mb

“Gli interventi primari sono quelli di consolidamento statico, lo spazio non poteva essere usato perchè c’erano problemi di accesso. Poi ci sarà la ristrutturazione vera e propria della sala, fino ad oggi inagibile, con la sostituzione dei serramenti e la riqualifica degli impianti con un occhio al risparmio energetico. Al termine dei lavori la struttura otterrà la certificazione di conformità dell’impianto”, assicura  l’architetto del Comune Alberto Gnoni. L’altare in fondo alla sala verrà mantenuto così come l’ampia vetrata a tema religioso. La fine dei lavori è prevista per fine maggio.

Soddisfatto anche il primo cittadino: “È stato un percorso tortuoso, nel bilancio partecipativo c’era l’idea, ma mancavano le risorse che abbiamo cercato e trovato tramite un rapporto tra pubblico e privato. Siamo riusciti a chiudere il cerchio per far che fra sì che fra un paio di mesi questo luogo potrà tornare a vivere con tanti eventi”.

LA POLEMICA  

Presenti alcuni rappresentanti della consulta di quartiere e il responsabile del progetto vincitore del bilancio partecipato, Fabrizio Mauri che se da una parte hanno ringraziato per il risultato raggiunto, dall’altro hanno voluto puntualizzare alcune mancanze, fra tutte l’assenza del coinvolgimento dei cittadini nel progetto. “Benissimo perchè si è riusciti a trovare i soldi, anche se da un privato, per realizzare questo bilancio partecipativo che attende da 4 anni, ma adesso rinnovo la richiesta di essere coinvolto. Ho già mandato diverse e-mail e ieri abbiamo anche consegnato 482 firme che lamentavano questa mancanza di sinergia fra cittadini e amministrazione” racconta Mauri. Ma non è tutto, i rappresentanti vogliono vederci chiaro anche sui i lavori in corso e se rispecchieranno quanto chiesto dal quartiere, come un’uscita di sicurezza per i disabili in caso di emergenza.

LA STRUTTURA NEL SUO COMPLESSO

La chiesa è situata al fianco della Casa di Accoglienza «Giovanni Paolo II», una struttura destinata ad housing sociale, che offre residenze temporanee riservate ai giovani tra i 18 e 35 anni presenti sul territorio per motivi di studio e lavoro, oltre che a persone socialmente ed economicamente fragili in situazione di necessità o disagio familiare. Lo scorso anno è stato anche riaperto il ristorante, un servizio per gli ospiti dell’edificio che possono usufruirne a tariffe convenzionate. La prospettiva futura è una riqualificazione complessiva dello stabile: da una parte, risistemare il teatro e la chiesa, dall’altra, stipulare un accordo di project financing con la Cooperativa «Monza 2000», che oggi si occupa della gestione della struttura. All’orizzonte anche un progetto con la Casa Circondariale, per aprire un panificio nel carcere monzese che possa diventare fornitore stabile del ristorante.

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