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In cinquecento in piazza a Lissone per dire no alla guerra. Già arrivati i primi 22 profughi

In piazza IV Novembre si sono trovati cittadini ucraini e lissonesi insieme uniti per chiedere la pace in Ucraina. Fino a domenica 13 marzo sarà possibile donare cibo e farmaci da inviare in Romania. L'appello del sindaco: "Servono case per accogliere donne e bambini in fuga". Attivo dal 7 marzo un indirizzo mail del Comune per l'accoglienza

Generico marzo 2022

Lissone. La città è scesa in piazza per dire no alla guerra. Oltre cinquecento persone si sono date appuntamento nel tardo pomeriggio di venerdì 4 marzo, in piazza IV Novembre, davanti alla Biblioteca civica, per chiedere l’immediata fine della guerra in Ucraina e il ritorno della pace in Europa.

Una manifestazione promossa dall’amministrazione comunale a cui hanno partecipato diverse associazioni della città: Anpi, Emergency, Apa Confartigianato, Cilrcolo don Bernasconi e il Circolo culturale Galimberti.

Sono 307 i cittadini ucraini che vivono a Lissone: 238 sono donne. Quaranta i cittadini di nazionalità russa.

La lunga bandiera gialloblu è stata sorretta da alcune donne ucraine, mentre i bambini agitavano i palloncini del colore della loro bandiera nazionale. “Desideriamo far sentire la vicinanza della nostra città ai cittadini ucraini – ha detto il sindaco, Concetta Monguzzi -. Questa guerra fa paura e ci fa arrabbiare, ma restiamo profondamente convinti che le uniche via da perseguire siano quelle del dialogo, anche se fino ad oggi non ha portato i risultati sperati”.

La testimonianza

Generico marzo 2022

La manifestazione è stata anche l’occasione per dare voce proprio ai cittadini ucraini che vivono a Lissone. Tra loro c’è Ivan Batzala. “La propagando russa giustifica questa guerra spacciandola come una battaglia di liberazione dai nazisti, ma è una carneficina. Tutti vediamo le nostre città rase al suolo con l’assurdo pretesto di liberarci dal regime. Ai nostri bambini è stata rubata l’infanzia, e nulla sarà più come prima. L’Ucraina è Europa e la guerra è in Europa, una guerra che purtroppo è il risultato dei lunghi anni di silenzio delle altre nazioni, che non hanno mai alzato la voce di fronte alle invasioni russe: in Moldavia, in Georgia, nel sud del nostro Paese”.

Lacrime e commozione quando si levano le note dell’inno nazionale ucraino.

La macchina della solidarietà

Lissone si è dimostrata ancora una volta una città votata alla pace e solidale. Sono già tanti gli aiuti che sono stati raccolti. A raccontarlo c’era Alessandro Ferrari, titolare di Ape Social wear. Fino a domenica 13 marzo nella sede del negozio in via Loreto 47 (dalle 10 alle 12) e a Casa Betania, in via Montenero 9 (dalle 17 alle 19.30) verranno raccolti generi alimentari in scatola e farmaci da inviare tramite il Sermig di Torino in Romania, dove sono stati allestiti nella città di Baia Mare dei centri di accoglienza dei profughi ucraini in fuga.

Sono tanti anche i cittadini che si sono mobilitati per mettere a disposizione alloggi o camere per accogliere i primi profughi che sono già arrivati in città.

Già arrivati i primi profughi

Sono 22 i cittadini ucraini che sono arrivati a Lissone ma altri ne attendiamo nei prossimi giorni – ha aggiunto il primo cittadino -. Mi appello a chiunque possa aiutarci ad accogliere queste persone, soprattutto mamme con bambini”. Da lunedì 7 marzo sarà operativo un indirizzo di posta elettronica del Comune, dedicato proprio alle necessità e alle comunicazioni legate all’accoglienza.

Secondo le norme indicate dalla Prefettura e dalla Questura, in profughi che arrivano in città devono essere registrati presso gli uffici della Polizia locale entro 48 ore dall’arrivo con una dichiarazione di presenza e di ospitalità. I documenti verranno poi inviati in Questura.

Per 90 giorni i cittadini ucraini in fuga dalla guerra potranno risiedere senza alcun altro permesso in territorio italiano. “Si verrà a creare una banca dati che sarà poi condivisa anche con l’Ats e con gli uffici scolastici, per assicurare il diritto all’istruzione ai bambini, qualora la loro permanenza dovesse protrarsi oltre i tre mesi”.

Generico marzo 2022
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