Il progetto

Monza, scuole Citterio e Buonarroti nell’area dell’ex Macello: l’ipotesi del Comune con i fondi del Piano Lombardia

La giunta ha approvato lo scorso 14 marzo il documento preliminare per la realizzazione di una nuova scuola primaria. L'area da oltre un decennio aspetta un intervento di riqualificazione urbana.

Ex macello Monza mb
L'Area dell'Ex Macello di Monza

Monza. È una storia matrioska quella dell’area dell’ex Macello. Una storia con dentro altre storie, unite da un progetto di riqualificazione infinito, che fatica ogni volta a trovare un epilogo felice e mai venuto alla luce. Da almeno 15 anni anni l’area è una maledizione per gli amministratori locali, di destra e di sinistra: gli ultimi quattro sindaci del capoluogo brianzolo – Faglia, Mariani, Scanagatti, Allevi – non sono riusciti a sbrogliare i fili di quell’area in stato di forte degrado che si trova tra via Buonarroti, Procaccini e Mentana. Anzi: lo spazio è stato oggetto anche di forti attriti tra pubblico e privato, finiti anche per vie legali.

Se ne ritorna a parlare in questi giorni perchè l’attuale giunta ha approvato il documento preliminare per la realizzazione di una nuova scuola primaria. Si tratterebbe di un nuovo polo in grado di ospitare le scuole primarie Citterio di via Sangalli e Buonarroti. Obiettivo, una nuova idea di spazio educativo, un “civic center” – come lo chiama l’amministrazione – che vada oltre la logica monofunzionale della scuola tradizionale e che contribuisca al miglioramento della qualità del tessuto urbano circostante, attraverso la possibilità di utilizzare gli spazi in modo fluido, ben oltre gli orari della didattica.

I due plessi si andrebbe ad aggiungere alla scuola di secondo grado Bellani che dovrebbe sorgere anche essa negli spazi dell’area dismessa liberi dal vincolo con il privato. La partita su questa, però, ci conferma il Comune, segue un iter tutto suo, iniziato nel giugno 2021.

Area ex Macello, un po’ di storia 

Si aggiunge un nuovo tassello nella lunga e complessa storia dell’area dell’ex Macello di Monza. Abbandonata a se stessa dalla metà degli anni Ottanta, l’area dell’ex Macello, è situata in una posizione strategica a pochi passi dal centro storico, dall’Urban center e dalla stazione ferroviaria nel cuore del quartiere San Donato/Buonarroti. Negli anni è finita al centro di un numero imprecisato di progetti di recupero.  Nel 2012, alla fine del suo mandato, l’ex giunta targata centro destra di Marco Mariani decise di affidare a una società di Torino il compito di intervenire con un piano di riqualificazione. Sembrava che qualcosa si stesse muovendo, ma al turno elettorale di primavera il centro destra perse e al governo cittadino salì una giunta di centro sinistra guidata da Roberto Scanagatti. E uno dei suoi primi atti fu quello di revocare l’incarico. Il motivo: l’interesse del privato era prevalente a quello pubblico e l’obiettivo della nuova amministrazione era di sfruttare il lotto per realizzare un nuovo polo scolastico.

La revoca, tuttavia, ha scatenato una serie di attriti legali, che si sono concretizzati (tra le altre cose) in un risarcimento danni a favore del privato per il mancato intervento di 2 milioni e mezzo di euro. Gli ultimi aggiornamenti risalgono al giugno 2021, quando la Giunta comunale guidata da Dario Allevi ha approvato il provvedimento che sblocca parzialmente il progetto per la costruzione del nuovo polo scolastico. Parzialmenteperché il privato detiene ancora il diritto di superficie su una parte dell’area e quindi la nuova scuola andrebbe a sorgere nell’area libera dal vincolo.

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Ex macello Monza mb

Il passato recente: i comitati chiedono la realizzazione della Bellani, Citterio e Porta

Recentemente il dibattito sull’annosa questione è tornato ad accendersi. Lo scorso ottobre il comitato Saicosavorremmoincomune – quartiere San Donato Regina Pacis, ha indetto un flash mob davanti all’area per chiedere spazi pubblici e non residenze private. Il Comitato aveva chiesto nel dettaglio che gli spazi oggetto di riqualificazione fossero pensati per ospitare i plessi scolastici, Bellani, Citterio e le 10 classi suppletive del C. Porta. 

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la foto del Flash mob del 27 ottobre 2021

“Questa amministrazione vuole costruire, costruire e ancora costruire – avevano spiegato al sit-in. – Da tempo aspettiamo che l’area dell’ex macello diventi il luogo per ospitare alcuni nostri plessi scolastici, Bellani e Citterio, che oggi sono situati in strutture vecchie e pericolose costruite in cemento e amianto, e alcune classi del liceo Porta. Ci chiediamo quali siano le priorità dei nostri amministratori e li invitiamo al confronto: un’idea di città loro ce l’hanno, ma a quanto pare non è quella che i cittadini del quartiere vogliono”.

Negli anni anche Legambiente si è espressa più volte per chiedere alla politica un intervento definitivo sull’area. Recentemente la sezione locale ha scritto alla sovrintendenza e al Comune per conoscere l’iter di avanzamento dei lavori. “Non avendo avuto risposte – spiegano a MBNews – abbiamo scritto direttamente al Prefetto”.

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Oggi: l’idea del nuovo polo

Ed arriviamo ad oggi. Il 14 marzo la giunta Allevi ha approvato il Documento Preliminare alla Progettazione (DPP) per l’area ex Macello: l’obiettivo è realizzare un polo scolastico che ospiti le scuole primarie Citterio di via Sangalli e Buonarroti. È il primo passo per la richiesta di un co-finanziamento dell’opera attraverso la partecipazione al bando regionale “Spazio alla scuola”, che prevede risorse finanziarie da destinare all’attuazione di edifici scolastici innovativi sul territorio lombardo. L’iniziativa rientra nel Programma degli interventi per la ripresa economica (previsto dalla Legge Regionale 9/2020), meglio noto come ‘Piano Lombardia’.

Nelle intenzioni dell’amministrazione, il polo dovrà essere elaborato con l’obiettivo di dare forma ad una nuova idea di spazio educativo contraddistinto da: ambienti per l’apprendimento arricchiti di nuove funzioni (quali ad esempio centri di servizi per il territorio); non solo luoghi per la formazione, ma anche ambiti finalizzati alla costruzione di legami tra generazioni e culture diverse, spazi e occasioni per il dialogo tra pubblica amministrazione e cittadini; luoghi per bambini e ragazzi, oltre a punti di riferimento per le associazioni che operano nel sociale e gravitano nella realtà urbana; edifici scolastici in continua trasformazione con attenzioni pedagogiche per accogliere tutto il potenziale di una società in divenire; spazi flessibili che permettano l’integrazione tra progettazione e didattica, tra territorio e comunità; ambienti che rispondano ai requisiti di sostenibilità ambientale in termini di tecnologie all’avanguardia in ambito energetico, di utilizzo di materiali innovativi, di adozione di strategie passive di controllo del confort interno.

Un nuovo capitolo nella “storia infinita” dell’area? Forse definitivo? Staremo a vedere.

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