Attualità

Cesano: il 19 marzo la posa di due nuove Pietre d’Inciampo

Saranno dedicate al binzaghese Ettore Diotti e a Mario Romanò, di Cascina Gaeta

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Il comune di Cesano Maderno

Cesano. Con una cerimonia ufficiale, sabato 19 marzo due nuove Pietre d’Inciampo saranno posizionate a Cesano Maderno a ricordo del sacrificio di Ettore Diotti e di Mario Romanò, cesanesi, vittime della persecuzione nazifascista. La prima cerimonia si svolgerà alle 10.00 in via Manzoni 20, dove era residente Ettore Diotti, mentre la seconda farà seguito presso il Monumento ai Caduti di Cascina Gaeta, che la famiglia di Mario Romanò ha contribuito a realizzare, dove alle 11.00 verrà collocata la Pietra lui dedicata.

Entrambe le celebrazioni, nel corso delle quali verrà anche scoperta una targa a memoria delle vittime, si terranno con la partecipazione del Primo Cittadino Maurilio Longhin, di un rappresentante del Comitato Pietre Inciampo, di Valentina Tagliabue in qualità di Presidente ANPI e di Fernando Bucchioni, cultore della memoria storica cesanese, oltre che dei familiari.

“Con la cerimonia del 19 marzo si conclude il programma varato dall’Amministrazione Comunale per la Giornata della Memoria, che ha preso avvio nel 2019 con la posa della prima Pietra dedicata al perseguitato politico Arturo Martinelli presso la sede municipale di Palazzo Arese Jacini e che è proseguita, l’anno successivo, con quella dedicata alla nostra concittadina ebrea Clara Levi, una delle vittime di Auschwitz-Birkenau poi deceduta a Bergen-Belsen, ricordata con la pietra collocata pressa la scuola primaria Martin Luther King”.

Con queste parole l’Assessora alla Cultura Silvia Boldrini, dopo l’anno di stop imposto dalla pandemia che ha costretto a sospendere ogni manifestazione pubblica, ha spiegato che nel gennaio di quest’anno sono state riprese le cerimonie con la posa della Pietra d’Inciampo dedicata a Leontino Bertaggia, Internato militare condannato per essersi rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò.

“La cerimonia di sabato – ha concluso l’Assessora Boldrini – prosegue il cammino di memoria e di riflessione intrapreso da anni, che rappresenta il coronamento di Percorsi di Pace e di Memoria al quale come Amministrazione abbiamo aderito. Una scelta che si sta dimostrando particolarmente densa di significato in questo momento storico, in cui l’angoscia della guerra torna a farsi viva anche in Europa con un conflitto che rischia di propagarsi al mondo intero: la dimostrazione di quanto sia fondamentale interiorizzare la memoria del passato per evitare di ripeterne gli errori. Ricordare il binzaghese Ettore Diotti, operaio che prese parte agli scioperi antifascisti del marzo 1944 che lo condussero alla deportazione a Mauthausen dove morì, e Mario Romanò di Cascina Gaeta, internato Militare Italiano catturato deportato dopo l’8 settembre, morto per le conseguenze della prigionia, significa allargare lo sguardo a quelli che furono gli orrori della guerra, che colpìsce indiscriminatamente coloro che si oppongono alla logica delle sue assurde leggi e della sua violenza” .

Ettore Diotti (22 aprile 1908 – 3 aprile 1945)

Nato a Cesano Maderno il 22 aprile 1908, come quasi tutti i Diotti di Binzago faceva il falegname prima di essere assunto alla Breda di Sesto San Giovanni come operaio nella Sezione 5, dove si producevano i componenti meccanici degli aeroplani militari. Proprio perché dipendente di uno stabilimento di produzione bellica, nel 1942 venne esonerato dal servizio militare, ma questo non gli impedì di entrare nella Resistenza: fece parte della 108^ GAP a partire dal 10 settembre 1943 con la qualifica di partigiano combattente.

Alla Breda partecipò agli scioperi antifascisti del marzo 1944, quelli che per una settimana bloccarono la produzione di tutte le grandi aziende del nord Italia. La reazione dei tedeschi e delle forze repubblichine fu particolarmente dura: per espresso ordine di Hitler migliaia di operai vennero prima arrestati e poi deportati in Germania.

Ettore Diotti venne fermato a Binzago, in via Manzoni, mentre si trovava nella bottega di famiglia, con ancora addosso il grembiule da falegname. Alla Breda gli avevano concesso una settimana di congedo perché, prossimo al matrimonio, stava lavorando alla sua futura camera da letto. Il Diotti venne incarcerato prima a San Vittore e successivamente nella caserma Umberto I di Bergamo. Da Bergamo il 5 aprile 1944 fu caricato su un carro bestiame con destinazione Mauthausen, dove giunse tre giorni dopo e dove venne registrato con il numero di matricola 61623. Da Mauthausen Ettore fu spostato a Gusen, uno dei 49 distaccamenti del campo centrale, dove le condizioni di vita e di lavoro erano altrettanto dure e impietose. Nel marzo del 1945 venne nuovamente spostato a Mauthausen, dove morì il 3 aprile 1945, alcune settimane prima della liberazione del campo da parte degli americani.

Il nome di Ettore Diotti è inciso su una lapide del comune di Sesto San Giovanni a ricordo dei caduti di Mauthausen, in via Clerici. A Cesano Maderno il suo nome è ricordato nel Famedio del cimitero cittadino e sul Monumento ai Caduti di Cesano Maderno.

Mario Romanò (15 luglio 1914 – 13 novembre 1945)

Nato a Cascina Gaeta (Cesano Maderno) nel 1914, da Luigi e Laura Romanò. Richiamato alle armi nel 1941, venne mandato sul fronte Greco-Albanese con il 63° Reggimento Fanterie “Cagliari” , con la speranza di tornare il prima possibile dalla moglie Luigia che aveva da poco sposato, ma che purtroppo non avrebbe più rivisto.

Dopo l’armistizio dell8 settembre 1943 l’Esercito Italiano si trovò privo di direttive. Abbandonati a se stessi, preoccupati solo della propria salvezza, i militari italiani dovettero fronteggiare l’organizzata reazione tedesca. Mario Romanò fu catturato dai tedeschi e venne deportato in Germania. Morì il 13 novembre 1945 in Moravia (ex Cecoslovacchia), nell’ospedale Sternberk, per malattia contratta durante la prigionia. I RESTI MORTALI DI Mario Romanò rientrarono in Italia il 20 gennaio 1996 e vennero tumulati nel Cimitero di Cesano Maderno, dove riposano accanto ai suoi cari.

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