La lettera

Scuola e Green Pass: tutto ciò che non va. Lettera di un professore

Pubblichiamo integralmente la lettera scritta dal Prof. Marco Redaelli al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

lettera generica
- Foto d'Archivio

Pubblichiamo qui di seguito la lettera che un professore ha scritto direttamente al rieletto Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella sul tema Green Pass e scuola.

 

LA LETTERA

Egregio Presidente della Repubblica Sergio Mattarella,

sono un docente di un istituto comprensivo e le ultime decisioni del governo in materia di frequenza scolastica e green pass mi spingono a scriverLe in prima persona.

Il 4 febbraio 2022, l’Osservatorio Nazionale sulla salute nelle regioni italiane – Università Cattolica, ha pubblicato un’analisi comparata del rischio di morte per COVID-19: sulla base dei dati dell’Istituto Superiore di Sanità, nella fascia 0-19 anni è stato rilevato un tasso di mortalità massimo di 0,2 per 100.000 abitanti (ad oggi, 6 febbraio 2022, i morti totali da inizio pandemia in questa fascia di età sono 44); l’analisi comparata mette in evidenza che, in questa fascia di età, è più facile morire di incidenti stradali di ben 17,5 volte (3,5 contro 0,2); che le malattie respiratorie in generale, nella fascia 10-19 anni uccidono il doppio (0,4 contro 0,2) e nella fascia 0-9 anni 4,5 volte di più; che i tumori mietono 16 volte più vittime (3,2 contro 0,2); che è 4,5 volte più probabile che un adolescente muoia di infarto (0,9 contro 0,2). Si tenga poi in considerazione che lo studio riporta i dati dei decessi da COVID al 24 febbraio 2021, quando ancora eravamo alle prime armi con cure e vaccini e la variante Omicron, ritenuta meno letale, non aveva ancora visto la luce.

La maggior parte dei paesi intorno a noi sta, più o meno lentamente, allentando restrizioni e utilizzo di certificati: ad oggi, ad esempio, la Danimarca e Israele hanno completamente abbandonato l’uso del Green Pass, nonostante un’incidenza media di nuovi casi nell’ultimo periodo, quattro volte superiore alla nostra.

Alla luce di tutto ciò Le scrivo per chiederLe: perché fino alla scuola primaria viene chiesta l’esibizione del Green Pass rafforzato per poter garantire la frequenza in presenza, nel caso ci siano più di quattro casi di positività, mentre dalla scuola secondaria di primo grado in poi viene chiesto già a partire dalla seconda positività? Perché ci stiamo ostinando a non permettere una frequenza regolare e in presenza delle attività scolastiche in tutti i gradi di scuola?

Ai professionisti della scuola era già evidente l’insensatezza sul piano didattico della compresenza simultanea, nella stessa classe, di didattica in presenza e a distanza; la nuova normativa renderà ancora più frequente che ciò accada, obbligando i docenti a scegliere chi privilegiare nella preparazione delle attività da proporre: chi è a casa o chi è a scuola?

Ai professionisti della scuola è inoltre già da molto tempo evidente che le chiusure passate e l’attività didattica in presenza continuamente interrotta, abbiano causato e stiano continuando a causare un abbassamento generale dei livelli di apprendimento, senza contare il crescente aumento dell’abbandono scolastico (nella scuola secondaria di primo grado in cui insegno ho ben presente almeno tre casi con forte rischio di dispersione; non ricordo di averne mai visti prima, di questa gravità, in vent’anni di insegnamento).

Da docente ho già ascoltato più volte dei genitori sostenere che avevano paura di mandare i figli a scuola per timore del contagio: tanti di quei genitori, terrorizzati dalla situazione (verrebbe da dire incomprensibilmente, visti i dati di cui sopra), avranno un’occasione in più per tenere a casa i propri figli, magari perché ancora non li hanno vaccinati; insieme a loro, come già succede, resteranno però a casa anche quei ragazzi che invece sono stati vaccinati appena possibile, ormai più di 120 giorni fa.

Le scuole saranno chiamate a controllare giornalmente centinaia di Green Pass a dei minorenni che non hanno titolo per scegliere se vaccinarsi o no, subendo le scelte dei genitori; e questo, unico paese europeo, come requisito di accesso alla scuola dell’obbligo!

Le chiedo, egregio Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, se è così importante dividere le classi (e dalle scuole medie già incomprensibilmente dal secondo caso di positività) ai fini del controllo dell’epidemia: sulla base di quali dati sono state fatte queste scelte? Davvero il legislatore crede che in tal modo possa essere garantito un accesso all’istruzione nel rispetto dell’art. 34 della nostra Costituzione di cui Lei è garante?

Egregio Presidente della Repubblica, la scuola ha urgenza di avere una risposta perché è vero, siamo ancora in stato di emergenza: quella, però, che interessa il futuro del Paese, quella relativa alla formazione dei nostri figli!
Grazie per l’attenzione.

Marco Redaelli

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