Il commento dell'esperta

La nuova differenziata a Monza? Legambiente: “La strada è quella giusta, ma è mancata la comunicazione”

Lo sostiene Laura Brambilla, nome noto a Monza per il suo impegno green e Responsabile Campagne Puliamo il Mondo per Legambiente nazionale. Le abbiamo chiesto un parere sulla nuova differenziata a Monza.

Generico febbraio 2022
Laura Brambilla

La strada è quella giusta, ma i modi sono stati totalmente sbagliati“. Non ci gira intorno Laura Brambilla, dirigente di Legambiente, a cui abbiamo chiesto un parere sulla questione della nuova raccolta differenziata a Monza che da qualche settimana sta mettendo in subbuglio i monzesi. Da giorni domande, dubbi e hashtag polemici, uno fra tutti #Monzapiùsporca, riempiono le pagine social. A ciò si somma un ferrato botta e risposta tra amministrazione e opposizione che sa già di campagna elettorale. Tradotto, il tema è caldo e nella confusione si rischia di cadere in analisi frettolose e superficiali.

Ma tra le critiche arrivate cosa c’è di vero? Lo abbiamo chiesto alla rappresentante di Legambiente, che sui temi della differenziata ha una lunga esperienza. Il verdetto, in breve, è che la strada intrapresa dall’amministrazione è giusta e anche un po’ obbligata, ma il mancato coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni green nel momento del lancio della nuova raccolta può essere un boomerang pericoloso.

Intende che potrebbe peggiorare il livello di raccolta differenziata in città?

“No, le persone devono comunque fare la differenziata. Anzi il nuovo metodo va incontro a modelli già provati in altre aree d’Italia che si sono dimostrati virtuosi. Dove sta il cortocircuito allora? A mio parere nel fatto che la nuova raccolta non è stata accompagnata da un percorso condiviso con i cittadini. Io, ad esempio, come Legambiente e come Laura Brambilla ci avrei messo la faccia su questa cosa e mi sarei messa volentieri a disposizione nello spiegare ai cittadini cosa cambia e come si può fare meglio. Ma nessuno, a quanto mi risulta, è stato coinvolto”.

Manca quindi l’aspetto comunicativo qui? O non è stato fatto bene?

“Non puoi dare a delle persone un manuale di 48 pagine, cambiare loro i bidoni e dirgli che dalla data X le cose cambieranno. Anche se il sistema è giusto, loro si arrabbiano e la rabbia genera l’ira e il nervosismo a cui stiamo assistendo sui social. Nel 1997 ricordo che a Monza avevamo fatto come Legambiente un’assemblea pubblica per raccontare la raccolta differenziata. I cambiamenti devono essere inseriti piano: all’inizio c’è sempre resistenza, ma se poi le persone capiscono che è giusto si adattano e comprendono, anche con maggior rapidità”.

Ad essere criticato soprattutto è l’ormai celebre “sacco rosso”, pensato per la raccolta indifferenziata. Sacchi troppo grandi, dicono i cittadini, da 70 litri. Lei cosa ne pensa?

“Un sacco così grande crea effettivamente delle difficoltà. Capisco la frustrazione di chi ha usato parole pesanti. Ci sono dei rifiuti che vanno nell’indifferenziata che hanno cattivi odori o possono avere un peso elevato se tenuti per svariati giorni. Penso, una cosa fra tutte, la lettiera del gatto, per cui comunque so che in questi giorni è stato fatto un “correttivo” dopo alcune segnalazioni e ora la lettiera può essere portata all’isola ecologica. Non voglio ripetermi ma ci tengo a chiarire il concetto: è questo un modello che vuole incentivare una più efficiente raccolta differenziata, ma andava tutto accompagnato con una comunicazione fatta prima e meglio. Si è sbagliato l’approccio”.

Ci sono dei rischi concreti di vedere ancora più rifiuti abbandonati ai margini della strada o nei cestini comuni?

“Secondo me sì, c’è questo rischio. E sarebbe molto negativo. È il passo dopo la lamentela: ci si lamenta e poi si trova una “scappatoia”. Questa però fa un danno a tutta la comunità”.

Come si incentivano le persone a fare la raccolta differenziata?

“Con premialità e sanzioni. Secondo me è importante che passi l’idea che fare bene premia. Poi uno può sbagliare, certamente, e allora gli si va incontro per correggere lo sbaglio. Ma se è recidivo o peggio, deturpa l’ambiente perchè fare la raccolta differenziata è troppo stancante, allora lì devono scattare le multe. Le amministrazioni poi devono fare altre due cose, a mio parere: puntare sulla qualità della raccolta differenziata e lavorare su azioni che possano ridurre gli abusi, tradotto devono fare prevenzione”.

La questione differenziata a Monza sta entrando anche nel dibattito politico. L’opposizione proprio ieri ha chiesto un consiglio comunale ad hoc. Lei cosa ne pensa? Sarà quello dell’ambiente terreno di scontro per le prossime elezioni amministrative?

“Sta già succedendo. Io sono in Legambiente da tanti anni e nel mio lavoro ho premiato molti comuni virtuosi sul tema della differenziata. Anni fa c’era anche Monza, che ha iniziato bene e poi si è seduta sui successi iniziali senza migliorare particolarmente. Era inevitabile che bisognava cambiare qualcosa. Tutto quello che ho visto nel mio lavoro mi fa pensare che l’ambiente non dovrebbe essere un tema né di destra, né di sinistra. Tutti dovremmo averlo a cuore e guardare all’obiettivo dell’effettivo riciclo. A Monza, dopo questi errori di partenza, penso che i problemi di ritorceranno contro l’attuale amministrazione”.

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