Elezioni 2022

Monza, coalizione centrosinistra: il programma di Possibile parte dai diritti umani

Il partito fondato da Giuseppe Civati ha presentato una piattaforma programmatica per rendere la città più inclusiva e meno discriminatoria nei confronti della comunità LGBTQIAP+, dei disabili e delle persone fragili.

Possibile programma
Da sinistra: Oscar Innaurato, Chiara Andreotti, Alessandro Beretta, Margherita Piazza

Monza. Aderire alla rete RE.A.DY., la Rete italiana delle Regioni, Province Autonome ed Enti Locali impegnati per prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.

Riconoscere all’anagrafe i bambini nati dentro una coppia di genitori dello stesso sesso come giuridicamente figli di entrambi i genitori. Adottare la neutralità di genere nel linguaggio usato dal Comune. Concedere il patrocinio agli eventi culturali e sociali della comunità LGBTQIAP+.

Sono alcune delle 8 proposte contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere che Possibile  pone alla base della piattaforma programmatica “Orgoglio in Comune – Monza città europea, queer, transfemminista e inclusiva” in vista delle elezioni amministrative previste probabilmente nel prossimo giugno.

Idee e proposte per i diritti umani e per la promozione dell’uguaglianza che il partito politico, fondato nel 2015 dall’ex deputato monzese, Giuseppe Civati, che ne è stato anche primo segretario nazionale, ha presentato al Circolo Libertà di Monza.

Possibile

All’iniziativa, frutto di un percorso condiviso e ancora aperto con le associazioni tra le quali Brianza oltre l’Arcobaleno, i comitati, i quartieri e i cittadini, che sarà seguita nelle prossime settimane da altre su scuola e cultura, ambiente, salute, servizi e sport, ha assistito anche Marco Lamperti, uno dei due candidati sindaco, l’altro è Paolo Pilotto, alle primarie del centro-sinistra del prossimo 13 marzo.

“Abbiamo ragionato a lungo sull’opportunità di presentare un nostro candidato alle primarie, ma abbiamo deciso che ci confronteremo con Lamperti e Pilotto sui punti del programma” afferma Chiara Andreotti, una dei referenti, insieme ad Oscar Innaurato, Alessandro Beretta e Gianmarco Capogna, per l’agenda politica di Possibile, che farà parte della coalizione di centro-sinistra alle prossime elezioni comunali a Monza con il Partito Democratico, Italia Viva, LabMonza, Azione e MonzAttiva.

marco lamperti pd monza
Marco Lamperti

COSA FARE

Tra le priorità individuate da Possibile per rendere la Monza del prossimo futuro una città europea, c’è quella di creare una delega specifica per la piena diffusione di una cultura dei diritti umani che operi in maniera trasversale e coordini una serie di iniziative.

“Si tratta, ad esempio, di garantire realmente l’uguaglianza tra le donne e gli uomini in tutte le politiche del capoluogo della Brianza e di istituire le identità alias, quelle che consentono alle persone transgender di usare il nome d’elezione in attesa di cambiarlo, in tutti gli uffici e le strutture di competenza del Comune di Monza” continua Andreotti.

“Inoltre bisogna finanziare la formazione volta alla sensibilizzazione sul tema LGBTQIAP+ dedicata al personale all’interno della Pubblica Amministrazione e costruire una Monza accessibile a livello universale per tutte le persone con diversa abilità ed esigenze speciali – spiega la referente di Possibile Monza per i diritti umani – vogliamo anche promuovere lo sviluppo del turismo LGBTQIAP+ nella nostra città incrementando la rete di servizi di accoglienza e intercettando il turismo inclusivo già presente a Milano”.

Possibile programma

COSA MANCA

Se queste sono alcune delle proposte che Possibile immagina per Monza, qual è la condizione attuale del capoluogo della Brianza su temi così sensibili? La risposta degli attivisti locali del partito fondato nel 2015 è radicale. “Siamo all’anno zero – scrivono nella loro piattaforma programmatica per le comunali – Monza non fa parte della rete RE.A.DY, anzi, recentemente, il Comune, che non concede il patrocinio al Brianza Pride, ha deliberato di non aderirvi”.

“Il Comune non predispone politiche sociali efficaci e non interagisce con la associazioni presenti sul territorio attive nella lotta alle discriminazioni contro la disabilità e la fragilità, la violenza di genere, le migrazioni e l’orientamento sessuale” continuano.

Tra le sollecitazioni di Possibile, allora, c’è l’attivazione di un Help Center sulle discriminazioni contro la disabilità e la fragilità, la violenza di genere, le migrazioni e l’orientamento sessuale gestito da associazioni esterne e di una Casa Arcobaleno, un appartamento dedicato all’accoglienza per tutti coloro che dopo il coming out si ritrovano senza una casa e senza una famiglia.

pride monza 2021 mb

LE PROPOSTE

“Vogliamo costruire una proposta culturale queer e femminista diffusa su tutta la città e distribuita lungo tutto l’arco dell’anno che non si limiti al Pride Month – afferma il documento di Possibile – Monza è ben lontana dall’essere realmente inclusiva per chi ha difficoltà motorie o sensoriali, per gli anziani, per chi si occupa di bimbi piccoli o per gli stranieri”.

“Ecco perché per la piena indipendenza di queste persone – aggiungono – chiediamo l’eliminazione delle barriere architettoniche da edifici, uffici pubblici ed esercizi commerciali, il decentramento in varie aree della città di alcuni dei servizi e una Commissione permanente che coinvolga le associazioni cittadine”.

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Tra le cose da cambiare a Monza secondo il partito che fa parte della coalizione del centrosinistra per le prossime comunali, c’è l’assenza di corse serale dei mezzi pubblici e di bagni negli esercizi pubblici pensati per le esigenze di chiunque e di spazi per mostre aperti a chi ha diverse abilità motorie o sensoriali (la vicenda Arengario dovrebbe insegnare).

Se alcune di queste mancanze diventeranno presenze nel prossimo futuro di Monza non dipenderà solo da Possibile, ma riuscire ad inserirle tra gli argomenti di discussione della campagna elettorale appena iniziata sarebbe già un buon risultato.

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