Tragedia a lissone

Lissone. Morto a 50 anni schiacciato da una piattaforma elevatrice: chi era Luca Blondi

50 anni, giardiniere di professione, Luca Blondi è deceduto dopo essere rimasto schiacciato da una piattaforma elevatrice, mentre lavorava nel giardino di un condominio in via Evangelista, a Lissone, ieri pomeriggio.

Luca Blondi morte sul lavoro lissone
Luca Blondi (foto Facebook)

50 anni, giardiniere di professione, sposato e padre, Luca Blondi è deceduto dopo essere rimasto schiacciato da una piattaforma elevatrice, mentre lavorava nel giardino di un condominio in via Evangelista, a Lissone, ieri pomeriggio. Il giardiniere viveva a Osnago, in provincia di Lecco.

L’incidente mortale di ieri pomeriggio si è verificato a Lissone. La vittima è rimasto schiacciato da una piattaforma elevatrice mentre era impegnato in un’operazione di potatura nel giardino di un condominio. Trasportato al San Gerardo, è morto poco dopo l’arrivo nell’ospedale monzese.

È successo alle ore 17.00. Immediata la chiamata al 118, che si è precipitato sul posto con un’automedica e un’ambulanza, preallertate in codice rosso. In loco, sono giunti anche i vigili del fuoco e una pattuglia della polizia locale.

Le condizioni del 50enne, giardiniere co-titolare dell’impresa di giardinaggio Le Tre Querce, residente con la famiglia a Osnago, sono apparse sin da subito gravissime: è stato rinvenuto dai soccorritori in arresto cardio circolatorio ed è stato trasportato con manovre di rianimazione in corso, al pronto soccorso dell’ospedale San Gerardo di Monza.

Purtroppo, a nulla sono serviti tutti i tentativi di salvargli la vita. È deceduto al nosocomio monzese, a distanza di un’ora dall’incidente.

“La tragedia accaduta ieri pomeriggio a Lissone, in via Torricelli, scuote la nostra quotidianità. È oggi il tempo del silenzio e della riflessione. Ieri, a Lissone, una persona ha perso la vita mentre stava svolgendo il proprio lavoro.
Era un giardiniere, aveva appena concluso la potatura di alcuni alberi in un giardino condominiale. Era ormai il tempo di rincasare nella sua Osnago quando è accaduto il drammatico incidente. Spetterà alle autorità competenti ricostruire l’esatta dinamica, individuare eventuali responsabilità, colpe, fattori tecnici, errori umani. A noi resta il dramma per una vita spezzata. Resta amarezza e confusione davanti alla scomparsa di una persona uscita di casa per lavorare e poi non più tornata.
Una “morte bianca” che non può lasciarci indifferenti e che deve, necessariamente, accendere ancor di più i riflettori sul mondo del lavoro, sulla sicurezza, sulla formazione. La nostra città piange una morte che non può e non deve rimanere un numero. Le statistiche dicono che, ogni giorno, in Italia tre persone perdono la vita sul posto di lavoro mentre stanno svolgendo la professione per la quale hanno studiato, per la quale spesso sono stati fatti sacrifici. Ma dietro ogni numero, c’è una storia. Una storia di donne e uomini, giovani e anziani, con il loro bagaglio di sogni, speranze, emozioni, vittorie, sconfitte. Ogni morte sul lavoro è una tragedia che sconvolge le rispettive famiglie, le amicizie, le conoscenze. Ma ogni morte sul lavoro è un fatto drammatico che deve scuotere le nostre coscienze. Chiederci perché, oggi, avvengono così di frequente fatti drammatici.
Solo ponendoci questi interrogativi affronteremo il tema degli incidenti sul posto di lavoro come un argomento che deve interessare la nostra società e la nostra quotidianità, senza ridurlo ad un elenco di numeri che spoglia ogni vittima della propria storia personale” questo il messaggio di cordoglio del sindaco di Lissone, Concetta Monguzzi.

 

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