Dati

Emergenza “mal’aria”: in un solo mese, per 23 giorni, Monza ha superato i parametri europei

Gennaio 2022: rispetto all'anno precedente, segna un peggioramento severo, di oltre il 35% come media riferita alle concentrazioni misurate nei capoluoghi di provincia nel loro complesso.

inquinamento free web
- Foto d'Archivio

Il 2022 si apre con una condizione dell’aria allarmante in Brianza, così come a Milano e in buona parte della Pianura Padana. Secondo il dossier Mal’aria di Legambiente, “per rientrare nei parametri dell’Oms le città dovrebbero ridurre mediamente del 33% le attuali concentrazioni di pm10. Monza è già a quota 23 giorni su 35 di superamento dei parametri europei. Milano è a 25. “Così non va. Le misure di emergenza, applicate a posteriori, non servono”, afferma Legambiente.

Nel mese di gennaio, i dati relativi all’inquinamento da polveri sottili misurati nei capoluoghi lombardi si pongono in decisa controtendenza rispetto al 2021: il mese di gennaio 2022 ha presentato, complessivamente, un conto dell’inquinamento che fa segnare rispetto all’anno precedente un peggioramento severo, di oltre il 35% come media riferita alle concentrazioni misurate nei capoluoghi di provincia nel loro complesso, con dati particolarmente negativi nelle città di Monza e Milano, seguite dalle città della bassa pianura. Solo Sondrio, Varese e Lecco sono riuscite a mantenere un dato medio di qualità dell’aria all’interno dei valori richiesti dalle norme europee (40 microgrammi/mc), ma comunque molto superiore alla raccomandazione OMS (15 microgrammi/mc).

Il fenomeno di accumulo delle polveri sottili è stato preoccupante anche in termini di durata, sempre maggiormente a Monza e Milano, dove nell’arco di un solo mese sono stati ‘consumati’, rispettivamente, ben 23 e 25 dei 35 giorni annui in cui le norme europee consentono di eccedere la soglia limite per la salute, costituita dalla concentrazione di 50 microgrammi di PM10 per metro cubo di aria.

“Polmoni messi a dura prova”

“I polmoni dei lombardi, proprio durante il picco dei contagi COVID, sono stati messi a dura prova dallo smog – dichiara Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia – con una Regione che ha assistito impotente alla crescita degli inquinanti, attivando misure di contenimento inefficaci presenti nel Protocollo firmato dalle Regioni del Nord, che però si sono rivelate tardive e a macchia di leopardo. Le limitazioni a traffico e sistemi di riscaldamento sono necessarie per cercare di limitare i danni dello smog alla salute, ma devono essere attivate in modo tempestivo, con una comunicazione istituzionale adeguata e mobilitando le polizie locali per prevenzione e controlli”.

“Se è vero che, guardando ai trend di lungo periodo, nei decenni abbiamo assistito ad un indiscutibile miglioramento della qualità dell’aria respirata dai cittadini lombardi, – chiosa Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – è anche vero che il miglioramento non scalza il primato negativo che la Lombardia, e in generale, la Pianura Padana, detengono rispetto al resto d’Europa. Basta un’annata con condizioni atmosferiche come quelle vissute a gennaio e a vanificare ogni passo in avanti. Forse di passi, ne servono molti e molti di più”.

Necessaria riduzione del 68% a Monza

Appare evidente che anche di fronte alla revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria, che avrà parametri più vicini a quelli dell’OMS, occorra mettere in campo azioni trasversali a tutti i settori della vita quotidiana per rientrare in tabelle più stringenti, in particolare nei settori che maggiormente contribuiscono allo smog con le loro emissioni: motori diesel, allevamenti intensivi e combustione di biomasse.

Per raggiungere gli obiettivi raccomandati dall’OMS, Milano dovrebbe ridurre le concentrazioni annuali di PM10 del 50%, così come Brescia, Lodi, Mantova e Cremona. Per il PM2,5, particolato più fine che maggiormente desta preoccupazione per la salute, l’obiettivo di riduzione per città come Milano e Cremona dovrebbe essere addirittura tra il 75 e 80% su base annua. Stessa sorte per il biossido di azoto, NO2, con una riduzione ipotizzata al 74% per Milano, seguite da Como, Bergamo, Pavia e Monza che dovranno ridurre le concentrazioni annuali del 68%.

La strada da fare per mettere fuori legge i veicoli inquinanti, riqualificare il patrimonio edilizio e renderlo meno inquinante, vietare lo spandimento invernale di liquami sui campi, ridurre il numero di capi allevati e ridurre il traffico automobilistico e congestione stradale nelle città è ancora tanta, e gli obiettivi di buona qualità dell’aria sono ancora lontani, ma non impossibili da raggiungere.

Cattaneo: “Contano i fatti, non le letture strumentali”

Sul tema della qualità dell’aria e sull’efficacia delle politiche regionali per il contenimento delle emissioni è intervenuto l’assessore regionale all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo: “Più che le letture strumentali, contano i fatti”, sottolinea l’assessore rispondendo alle polemiche sollevate da Legambiente.

“La qualità dell’aria in Lombardia – rimarca Cattaneo – è in miglioramento. Legambiente fa finta di ignorare che Regione Lombardia è rispettosa da anni dei valori limite imposti dell’Unione Europea per le medie, indicando i valori dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che non hanno valore normativo, e che tecnicamente hanno valori non raggiungibili a meno che non si chiuda l’intera regione Lombardia e si spostino tutta la popolazione e le attività altrove”.

“Ricordiamo – spiega l’assessore Cattaneo – che le politiche regionali agiscono sulle emissioni e non sul meteo. E le emissioni sono in continua diminuzione da anni. Infatti, nel triennio 2018-20 la Lombardia ha conseguito un’importante riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera e si conferma in linea con l’obiettivo del Piano Regionale Interventi (PRIA) per la qualità dell’Aria di rientrare in tutti i limiti nel 2025. Al 2020, ad esempio, si è registrata una riduzione degli ossidi di azoto pari a 4.364 tonnellate su un target previsto al 2025, per rientrare nei limiti posti dall’unione europea, pari a 6.356 tonnellate”.

“Inoltre – prosegue Cattaneo – nel 2021 è stato confermato un trend di generale diminuzione per il PM10, con valori che in diverse città sono risultati migliori o uguali al dato più basso mai registrato (Monza, Brescia, Cremona, Pavia, Lecco, Varese). Anche il numero di giorni di superamento del valore limite giornaliero di PM10 (50 µg/m³), benché in buona parte della regione ancora sopra al limite che la normativa fissa in 35 giorni, ha confermato il trend complessivamente in diminuzione registrato per la media annua, con un marcato miglioramento rispetto al 2020″.

MBNews è anche su WhatsApp. Clicca qui per iscriverti al canale e rimanere sempre aggiornato.
commenta