Nuova rubrica

Donne, che impresa! Ecco i dati che parlano oggi di donne e lavoro

Al via la rubrica che approfondisce la questione lavorativa dal punto di vista delle donne. Scopri le storie e le interviste raccolte per te.

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Che ironia: “impresa” è un sostantivo femminile, ma “fare impresa” è un’espressione associata quasi automaticamente al mondo maschile.

Non dovremmo stupirci della nostra resistenza ad associare le donne all’imprenditoria. La realtà cambia più velocemente di quanto facciano il pensiero e il linguaggio. Non è un caso, infatti, che ancora oggi si parli di “lavori da uomini” e “lavori da donne” con accezioni differenti, benché nella realtà le professioni non abbiano (o non dovrebbero avere) una connotazione di genere.

“Donne, che impresa!” è la nuova inchiesta di MBNews sul rapporto tra donne e lavoro. Una rubrica settimanale che racconta storie di donne del nostro territorio, che hanno creato la loro attività e ideato nuovi modi di fare business. Donne che fanno impresa, anche e soprattutto in ambiti normalmente considerati “da uomini”: per necessità, soddisfazione o ambizione personale, regalandoci uno spunto di riflessione su come sta evolvendo il mondo del lavoro.

Donne e lavoro: i dati di Assolombarda

Una ricerca effettuata nel 2021 da Assolombarda ha evidenziato che nel mercato del lavoro lombardo persistono elevati divari di genere. L’occupazione femminile è concentrata in alcuni settori e professioni (amministrative, intellettuali e connesse alla vendita), per un terzo a part-time (spesso involontario) e in una condizione di precarietà. Una situazione pre-esistente alla pandemia, che ha poi aggravato i problemi strutturali del mercato del lavoro. Il covid-19, anche se in Lombardia non ha penalizzato in modo particolare le donne rispetto agli uomini, ha infatti colpito soprattutto i settori di alberghi e ristoranti, commercio, industria manifatturiera, servizi, ma soprattutto ha penalizzato i lavoratori a termine, a tempo parziale e autonomi.

Le conseguenze si sono viste soprattutto sulla difficoltà di conciliare lavoro e cura della famiglia, un’incombenza che tradizionalmente pesa maggiormente sulle donne: infatti nel 2020 il tasso di occupazione femminile è diminuito soprattutto per le donne con responsabilità di cura. Più concretamente: le donne che vivono in coppia con un figlio in età prescolare hanno registrato una riduzione del tasso di occupazione di ben 3,9 punti percentuali, passando dal 63,3% del 2019 al 59,7% del 2020.

In più, lockdown e distanziamento sociale hanno reso ancora più difficile cercare un lavoro: molte donne hanno così smesso di cercarlo, anche tra le più giovani: i dati 2020 relativi ai NEET (Not in Education, Employment or Training) per la nostra regione, pur inferiori alla media nazionale, sono del 21,8% per l donne contro il 13,7% degli uomini.

Donne e piccole imprese: i dati di Unione Artigiani

Eppure forse sono state proprio le difficoltà legate alla pandemia a dare la spinta alla piccola imprenditorialità femminile. Secondo le recenti osservazioni di Unione Artigiani, basate su dati aggiornati al 31.12.2021, le imprese artigiane del nostro territorio, che pure in generale confermano l’andamento negativo a livello di quantità cominciato nel 2019, mostrano una tendenza positiva per i settori legati a una conduzione per la maggior parte femminile, come per esempio quello della cura della persona (con imprese guidate da donne nel 69% del totale della provincia di Monza e della Brianza) o i servizi di pulizia (35%). Importante anche l’apporto delle donne straniere, che prevalgono nei settori della cura della persona, del tessile e dell’abbigliamento.

Per quanto riguarda le imprese individuali, la pandemia, se pure non le ha favorite, non è nemmeno riuscita a eliminarle: dal 2020 al 2021 le imprese femminili mostrano una tendenza invariata, con una crescita dell’1% per le ditte individuali straniere.

I settori a prevalenza femminile restano sempre cura della persona (72%), tessile e abbigliamento (53%) e servizi di pulizia (41%). Vista la richiesta, inoltre, da circa un anno Unione Artigiani mette a disposizione delle hobbiste che vogliono diventare microimpresa un servizio dedicato, insieme alla Consulta Femminile di Milano.

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