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Arcore, il sindaco conferma: “Niente distributori, l’ecuosacco deve essere consegnato ai cittadini nelle sedi dei comitati di quartiere”

La distribuzione dell'ecuosacco è iniziata a Cascina del Bruno e proseguirà anche negli altri quartieri dopo l'elezione dei rappresentati.

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Arcore. Una polemica, quella arcorese, che gira tutta intorno all’ecuosacco. Da una parte l’opposizione che chiede di modificare la gestione della distribuzione dei sacchi per il secco. Dall’altra la Giunta Bono che spiega le cifre che andrebbero messe a bilancio per un eventuale acquisto di distributori automatici e la volontà anche politica di andare avanti con la distribuizione all’interno delle sedi dei comitati di quartiere. L’operazione comporterebbe, infatti, un investimento di circa 90mila euro per l’acquisto di quattro distributori.

Il tutto è finito anche in Consiglio Comunale con la sinistra all’attacco anche su questioni di privacy e la risposta del sindaco circa la bontà dell’iniziativa anche dal punto di vista del rispetto dei dati sensibili.

La nostra volontà è quella di continuare a distribuire l’ecuosacco nelle sedi decentrate– ha spiegato il sindaco Maurizio Bono-. Abbiamo iniziato con Cascina del Bruno e sta andando molto bene con un’affluenza di circa 200 persone in due settimane. La gente  sta dimostrando di apprezzare questo servizio e vogliamo certamente riproporlo anche nelle altre sedi, una volta che verranno eletti i rappresentati di quartiere”. Votazioni che ancora non sono state fissate in attesa della validazione della richiesta del Comune da parte della Prefettura.

“Oltre alla comodità per gli arcoresi di ritirare i sacchetti della differenziata senza doversi recare in centro, c’è anche la volontà politica di cercare di riavvicinare la gente alla “cosa pubblica”– ha proseguito il sindaco Maurizio Bono- e questo servizio certamente viaggia su questa strada. Senza contare la parte economica. Comprare dei distributori per i sacchetti rossi è dispendioso. Abbiamo verificato e l’investimento, per quattro distributori, si aggirerebbe intorno ai 90mila euro. Decisamente troppo per le casse comunali quando lo stesso servizio può essere fatto a costo zero con anche un importante aspetto sociale di incontro”.

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