Green pass

Obbligo di Green pass dal 1° febbraio: i tabaccai (anche a Monza) sono pronti allo sciopero

Gandolfi (FIT Monza e Brianza): "speriamo che il Governo faccia marcia indietro su questa scelta".

Generico gennaio 2022

Sono pronti ad incrociare le braccia i tabaccai italiani, per protestare contro l’obbligo di controllo del Green pass. A dirlo è la Federazione Italiana Tabaccai (FIT), che ieri, lunedì 24 gennaio, ha annunciato con una nota ufficiale che se le regole per l’accesso alle attività non cambieranno indiranno uno sciopero nazionale.

Le nuove indicazioni contenute nel decreto approvato il 21 gennaio dal Consiglio dei ministri prevedono infatti l’obbligo di esibire il Green pass (base non rafforzato) anche per entrare nelle tabaccherie a partire dal 1° febbraio. Inizialmente, sembrava che le tabaccherie potessero rientrare tra le categorie esentate dall’obbligo della certificazione, alla fine però così non è stato. Almeno per ora: il Presidente Nazionale della Federazione Italiana Tabaccai, Giovanni Risso (in foto), ha annunciato che la FIT ha iniziato un’interlocuzione col governo e che a breve incontrerà il Sottosegretario alla Salute Andrea Costa, il quale “ha mostrato attenzione alle nostre rivendicazioni”.

Generico gennaio 2022

FIT: “Il rischio? Il mercato clandestino”

“Capiamo l’importanza del Green Pass come ostacolo al diffondersi dei contagi e, soprattutto, come stimolo alla vaccinazione anche per i più recalcitranti non ne facciamo quindi una questione di principio ma di buonsenso – spiega la Federazione. – Buonsenso, sì, perché nelle tabaccherie entrano 13 milioni di italiani al giorno non solo per comprare le sigarette ma, soprattutto, per pagare le bollette, ritirare un pacco o comprare i biglietti dei bus locali. Clienti che già ora, con le regole attuali e date le ridotte dimensioni delle tabaccherie italiane, entrano uno alla volta, rispettando pazientemente il proprio turno. Come si può non immaginare il caos che l’obbligo di controllo del Green Pass porterà? Come si può non vedere che piuttosto che fare la fila per acquistare un pacchetto di sigarette legali ci si rivolgerà al mercato clandestino, in mano a chi certamente non è interessato al possesso del Green Pass? Come si può non tenere nella giusta considerazione il rischio cui si dovranno esporre i tabaccai uscendo dal bancone, spesso blindato per motivi di sicurezza?”.

“Le tabaccherie sono negozi di vicinato, presidiano il territorio su cui sono storicamente radicate ed i tabaccai tutti hanno assicurato, pur nell’infuriare della pandemia, durante il lockdown, servizi essenziali per tutti i cittadini. Un impegno, quello della categoria, che ora viene disconosciuto. Ma non ci stiamo, il lavoro dei tabaccai, il loro senso di responsabilità devono essere tenuti in considerazione. Come FIT lo ribadiremo con assoluta determinazione al Governo che, ci auguriamo, comprenderà le nostre ragioni. Se così non fosse, e non ascoltasse la nostra voce, lo sciopero sarà inevitabile“.

Gandolfi (FIT Monza e Brianza): “Siamo allineati con la posizione nazionale: il Governo non arrivi ad una rottura”

A sposare la causa nazionale sono anche i tabaccai brianzoli. A dircelo è Silvio Gandolfi, presidente territoriale FIT a Monza e Brianza, federazione che rappresenta circa 580 tabaccherie associate in 55 comuni.

“Le tabaccherie non sono solo il luogo in cui si comprano le sigarette – spiega Gandolfi a MBNews – sono anche un centro servizi. A Monza questo è evidente, considerando che dal 30 novembre 2020 i residenti monzesi possono richiedere presso 10 tabaccherie cittadine i certificati anagrafici, grazie alla convenzione sottoscritta tra Comune di Monza e FIT. Siamo allineati alla posizione nazionale e speriamo che il Governo faccia marcia indietro su questa scelta. Ci siamo sempre dimostrati disponibili e abbiamo rispettato le norme di sicurezza. Mi auguro che su questa ultima cosa non si consumi una rottura”.

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