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“Sono nato così ma non ditelo in giro”. Applausi per il primo libro di Mattia Muratore

Mattia Muratore
Mattia Muratore insieme a Raffaele Mantegazza e Martina Garancini

“Di disabilità si parla spesso, usando anche frasi fatte sulla sfortuna della malattia o sull’eroismo. Io ho voluto raccontare la storia di una persona che vuole semplicemente vivere al meglio la propria vita quotidiana. Cosa vuol dire nel 2022 vivere nel mondo della disabilità?”. Mattia Muratore, nato a Monza nel 1984, arcorese da sempre e campione mondiale di hockey in carrozzina nel 2018, convive da quando è nato con l’osteogenesi imperfetta, la cosiddetta “malattia delle ossa di cristallo”. Con il suo primo libro dal titolo “Sono nato così, ma non ditelo in giro”, edito da Chiarelettere con la prefazione del cantante Luciano Ligabue, ha voluto raccontare con l’ironia che lo contraddistingue l’intenso, a tratti spietato viaggio della sua vita. Una vita come quella di tutti, ma anche da quella di tutti straordinariamente diversa.

La presentazione del libro, organizzata dalla libreria Lo Sciame Libri, si è svolta al Cineteatro Nuovo di Arcore la sera di sabato 29 gennaio, davanti a oltre un centinaio di arcoresi, ai familiari di Muratore e ai rappresentanti dell’Amministrazione, tra cui il sindaco Maurizio Bono, l’assessore alla cultura e all’istruzione Elvira De Marco e la presidente del Consiglio comunale Laura Besana. A mediare l’incontro con l’autore, oltre a Martina Garancini, anche il Professor Raffaele Mantegazza, docente di Pedagogia interculturale presso l’Università Bicocca di Milano e grande amico di Muratore.

Mattia Muratore

“Oggi, più che in passato, abbiamo una cultura dell’inclusività e leggi che garantiscono l’inserimento delle persone con disabilità nella scuola e nel mondo del lavoro – ha esordito Mantegazza. “Ma leggere il libro di Mattia lascia sempre un pò di amarezza per il fatto che non siamo ancora arrivati a fare in modo che le persone disabili “interroghino” la nostra quotidianità. Facciamo fatica a capire che il problema non è tanto tollerare o includere ma piuttosto chiederci come ognuno di noi, disabile o no, vive la propria quotidianità. Questo comunque non è un libro di un autore disabile, ma di un autore che racconta la propria vita. Sensibilizzare sul mondo della disabilità è quasi un secondo fine, davanti al racconto del diritto a vivere le proprie emozioni e esperienze”.

Un’autobiografia? No, una raccolta di racconti

Il libro del trentasettenne laureato in giurisprudenza, 274 pagine, non è né un’autobiografia “ma una raccolta e mescolanza di diverse esperienze di vita, sia personali che di altri amici”, né un semplice fluire cronologicamente ordinato di eventi. Come ha ricordato lo stesso autore, gli piace vedere l’opera come una raccolta di racconti, ciascuno con “la sua anima, il suo mood, la sua storia e la sua musicalità. Tanto è vero che ad ogni racconto ho voluto associare la traccia di una canzone che potesse farne intuire il ritmo”.

Presentazione libro Mattia Muratore

E il legame di Muratore con la musica, in particolare quella rock ‘n’ roll del suo amato Ligabue, si è costruito con il tempo ma è nato durante l’infanzia. “Sono cresciuto ascoltando Ligabue. Il primo concerto l’ho visto che avevo otto anni. Successe così: mio zio Dario aveva portato a casa una cassetta con i primi due album e me li fece sentire. Da quel momento fu amore a primo ascolto e così a otto anni costrinsi i miei genitori a portarmi a un concerto”.

Presentazione libro Mattia Muratore

Ogni capitolo del libro è un racconto diverso. A volte le storie narrate sono intime, a volte piene di emozioni forti, come la pazza vacanza fatta a Ibiza in compagnia di alcuni amici. Altre volte, ancora, momenti di dura lotta contro sé stessi e la malattia portano a scelte forti, come quella promessa fatta allo stadio di San Siro mentre assisteva a una partita dell’Inter, squadra che ama. “Esultando per un gol fatto mi ruppi un femore. È stato il momento in cui dissi a me stesso che intraprendere un’attività sportiva non sarebbe andato tanto d’accordo con la mia costituzione. Ma guardando San Siro promisi che quel momento sarebbe stato superato e che avrei continuato a cercare il mio sport“.

E in effetti, la storia di Mattia Muratore è un pò come un uccello a cui dolori e sofferenze non riescono a tarpare le ali. La narrazione della quotidianità, fatta, come per tutti, di primi appuntamenti, concerti e derby, non manca mai di autoironia ed è condita da quei frequenti momenti tragicomici tipici della vita di chi, come l’autore, si trova immerso dentro il mondo della disabilità.

Presentazione libro Mattia Muratore

Una vita di passioni (e l’amore per Arcore)

Tante passioni popolano la vita dell’autore arcorese. Quella della scrittura, coltivata fin da piccolo, della musica, che lo porta spesso (nonostante l’angoscia di amici e parenti!) a partecipare attivamente ai concerti. Ma nel cuore di Muratore ci sono, tra i tanti, due amori dal sapore speciale: quello verso la fidanzata Erika Micheletti e quello per l’hokey, lo sport che lo ha portato a diventare nel 2018 campione mondiale insieme alla nazionale di powerchair hockey (hockey su carrozzina elettrica). Oggi è capitano e presidente degli Sharks Monza, squadra in cui gioca da quasi 25 anni.

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“Nei primi anni, soprattutto dopo l’episodio di San Siro, provai a cercare uno sport adatto a me, ma non riuscivo a trovarlo – racconta l’autore. “Per puro caso il mio professore di educazione fisica delle medie, Prof. Enea Spilimbergo, anziché farmi fare l’arbitro si mise lì e cercò un sistema per farmi fare qualcosa. Mi mise in mano una mazza da hockey e sorprendentemente mi trovai bene anche nel gioco con i miei compagni, stando fermi. Caso volle che nemmeno un mese dopo vidi un banchetto di una squadra di hockey in carrozzina e da lì iniziò la mia avventura”.

Ma tra gli amori di Muratore c’è anche quello per la sua città, Arcore, della quale parla nel libro ricordando gli scorci di Villa Ravizza e, tra l’altro, le tante passeggiate con uno dei suoi più grandi amici di sempre, Nico, scomparso qualche mese fa. Dedicate a lui le parole commosse dell’autore che ha spiegato come l’unico suo rimpianto sia che l’amico non abbia fatto in tempo a leggere il libro.

“Sono nato così ma non ditelo in giro” è già acquistabile sulle principali piattaforme e in libreria. Tutte le info si trovano nello spazio dedicato sul sito della casa editrice Chiarelettere.

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