Emergenza covid

Pronto soccorso sotto pressione in Brianza, il sindacato infermieri attacca: “Siamo al collasso”

La sigla NurSind denuncia il ripetersi di problemi con l'ondata di Omicron. Asst replica: "Grande professionalità dei nostri operatori"

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L'ingresso del Pronto soccorso dell'ospedale di Vimercate

Gli ospedali sono tornati sotto pressione con l’impennata di contagi portata dalla variante Omicron, una situazione che si fa sentire anche sulle strutture di Asst Brianza. E secondo i dati degli ultimi giorni gli accessi complessivi nei tre Pronto soccorso di Vimercate, Desio e Carate sono sempre costantemente attorno ai 450 al giorno (di cui circa 200 solo a Vimercate) e tra questi sono in aumento i casi Covid, o sospetti Covid, arrivati a essere almeno il 10% ogni giorno.

Un situazione difficile che ha portato subito dopo Natale NurSind Monza e Brianza, il sindacato delle professioni infermieristiche, a denunciare problemi per il personale impegnato soprattutto nei Pronto soccorso brianzoli. “Gli infermieri, sempre sott’organico, trasformati in tuttofare – si legge nella nota diffusa da NurSind -, costretti a dividersi tra l’abituale lavoro e l’esecuzione di tamponi. Casi estremi quelli dei pronto soccorso dell’Asst Brianza dove in alcuni non esiste un luogo protetto per l’esecuzione dei tamponi e gli utenti, in attesa di ricevere l’esito dell’esame, possono girare liberamente entrando in contatto con altre persone. E spesso per mancanza di posti letto rimangano oltre 24 ore in pronto soccorso”. Il sindacato ha mandato una lettera alla direzione di Asst Brianza il 23 dicembre per segnalare queste mancanze e inoltre, aggiunge Donato Cosi, segretario territoriale NurSind, “al pronto soccorso dell’ospedale di Vimercate manca un filtro di ingresso così che gli utenti sottoposti al tampone, ma in attesa di ricevere l’esito, possono muoversi senza problemi nelle diverse aree (sala visite, triage, sala d’attesa interna al Ps, radiologia)”.

Uno scenario a cui ha replicato Asst Brianza che, a sua volta, ha diffuso una nota di smentita su situazioni di promiscuità tra persone infette e non nei suoi pronto soccorso. L’azienda ribadisce che per ogni accesso “è sempre necessario sottoporsi al test antigenico rapido o molecolare” e inoltre “all’interno di ciascun Pronto soccorso dell’Asst sono state identificate aree dedicate all’effettuazione dei tamponi (destinate ai pazienti sintomatici e a quelli asintomatici) con l’obiettivo di ridurre la possibilità di contagio e al fine di indirizzare i pazienti verso i percorsi dedicati”. Viene aggiunto che viene applicato uno specifico protocollo dei percorsi dei pazienti e “per ridurre al minimo le possibilità di contagio, all’interno del Pronto soccorso sono mantenuti distinti e funzionalmente separati i percorsi di gestione e cura dei pazienti con e senza sintomi sospetti Covid (percorso standard e percorso grigio) e i percorsi puliti. Tale organizzazione è consolidata da ormai due anni”.

Infermiera durante emergenza Covid al Pronto soccorso di Vimercate
Un'infermiera all'ingresso del Pronto soccorso di Vimercate all'inizio dell'emergenza Covid

La nota del sindacato prosegue segnalando le difficoltà degli infermieri e denunciando come le strutture brianzole restino sotto organico: “Siamo ancora al collasso, perché come due anni fa il carico di lavoro viene messo sulle spalle sempre dei soliti – prosegue Cosi -. Continuo a ricevere segnalazioni di colleghi che negli ospedali del territorio lavorano in condizioni estreme. Esemplare la denuncia degli infermieri che lavorano al freddo al drive through di Monza e di Desio. Peraltro i colleghi che lavorano al centro tamponi di Desio mi hanno segnalato che nella sola giornata di lunedì 27 dicembre hanno individuato 577 persone positive. I colleghi sono allo stremo, ma questa volta non si può più parlare di emergenza. Si poteva prevenire, si poteva evitare l’ennesimo collasso della sanità pubblica”.

La pressione delle ultime settimane viene riconosciuta anche da Asst Brianza e spiega che “il personale sta oggettivamente vivendo un disagio, legato a diversi fattori: tra questi vi sono certamente la stanchezza conseguente ad un periodo di emergenza ormai prolungato e che anzi si sta nuovamente acuendo; la turnistica del periodo feriale, per cui si aggrava il carico di lavoro di chi è in servizio; la difficoltà estrema di reclutare nuove risorse mediche e infermieristiche disponibili a lavorare nell’urgenza e, spiace dirlo, i comportamenti – di una parte non maggioritaria di pazienti – non rispettosi della professionalità del personale sanitario e delle esigenze dei pazienti critici”. Asst conclude riconoscendo “il grande impegno e la professionalità messi in campo dagli operatori nel corso delle diverse ondate pandemiche” e ringraziando  “tutti i suoi collaboratori per il senso di responsabilità che quotidianamente manifestano nella loro attività”.

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