La protesta

M5 sino al nord di Monza, Associazione HQMonza: “Tre anni di ritardi senza motivo”

Sono ormai 3 anni che il progetto (finanziato) per prolungare la M5 sino al nord di Monza è fermo al palo. La nostra protesta dell'Associazione HQ Monza.

Isabella-Tavazzi
Isabella Tavazzi, portavoce dell’Associazione HQMonza

La realizzazione della M5 lilla da Bignami al nord di Monza è al palo, con un ritardo inspiegabile, e sui tempi non si sa nulla. Parliamo di un progetto che dispone di 1 miliardo e 250 milioni di euro già stanziati da Stato, Regione e Comuni, una linea di trasporto pubblico urgente e indispensabile, anche per ragioni ambientali e di qualità della vita. Avevano addirittura promesso la fine dei lavori in tempo per le olimpiadi invernali del 2026, ma purtroppo erano fantasie”. A parlare è l’Associazione HQMonza che da anni si batte per portare la metro dino alla città di Teodolinda.

L’ultimo cronoprogramma, già per due volte modificato e allungato nei tempi, prevedeva entro il novembre 2021 il via libera al progetto definitivo con approvazione della VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) e la validazione del PAUR (Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale) e quindi da gennaio di quest’anno 2022 l’avvio della gara di appalto.

Invece siamo fermi al semplice progetto preliminare, che è del 2018. In sostanza, in tre anni non è stato fatto un solo passo avanti. Ricordiamo che la costruzione vera e propria della linea, con gallerie scavate in sotterranea da “talpe” meccaniche, richiede 5 anni, verrebbe da dire “soltanto”. Sono i tempi della burocrazia ad essere esagerati, dilatati, insostenibili. Tra l’altro, era stato promesso che il progetto avrebbe usufruito di una procedura d’urgenza, una corsia preferenziale proprio per accorciare i tempi burocratici, ma questo non è mai stato formalizzato. Se cercate di capire il perché di questi ritardi, le risposte sono vaghe e inconcludenti. Se insistete, qualche addetto ai lavori più disponibile risponde in via ufficiosa che la “colpa” è dei Comuni, che hanno chiesto variazioni al progetto preliminare. Come Monza, che ha domandato modifiche al deposito treni previsto in zona Bettola e alla stazione terminale Polo Istituzionale, vicino alla sede della Provincia e della Questura. Danno a intendere che i Comuni avrebbero “pretese”, quando in realtà si tratta di rimediare ad errori e incongruenze del progetto preliminare, non certo di ottenere chissà quali vantaggi o migliorie” dice Isabella Tavazzi, portavoce dell’Associazione HQMonza.

Non comprendiamo e non accettiamo questi ritardi infiniti e l’assenza di informative puntuali e periodiche all’opinione pubblica. E’ un modo di procedere che manca di trasparenza e di assunzione di responsabilità di fronte ai cittadini, un metodo che va cambiato. Tra l’altro, proprio in questi giorni viene data grande evidenza ad altri progetti ancora in fase preliminare, come il prolungamento della M2 sino a Vimercate, quello della M1 sino a Baggio, quello della M4 sino a Segrate. Tutti utili e tutti essenziali, siamo i primi a dirlo. Ma in questo modo, bisogna saperlo, stanno solo aumentando il fumo a danno della sostanza, se persino un progetto del 2018 interamente finanziato, quello della M5 sino al nord di Monza, resta sospeso senza soluzione nel limbo fumoso della burocrazia”.

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