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Una folla enorme per il funerale di Riccardo Riva che amava il calcio e la montagna

Una folla enorme, commossa e composta, ha dato l’ultimo saluto a Riccardo Riva, il giovane ventiduenne di Desio mancato nella notte tra Natale e Santo Stefano.


Una folla enorme, commossa e composta, ha dato l’ultimo saluto al funerale di Riccardo Riva, il giovane ventiduenne di Desio mancato nella notte tra Natale e Santo Stefano. La chiesa parrocchiale di San Giorgio, a Desio, alle 14 era già stracolma di amici, familiari, compagni della Pro Lissone e dell’oratorio, amici di scuola e dell’università. Troppi per poter trovare posto tutti in chiesa. E così tanti altri hanno seguito la cerimonia funebre dal sagrato e tantissimi altri ancora, più di 260, in diretta streaming, sul canale YouTube della parrocchia.

“Non tropo tempo fa qualche dolore addominale e una stanchezza ricorrente hanno iniziato a manifestarsi, ma dentro Ricky c’era troppa vita tra l’università, il calcio, l’oratorio, le uscite, l’amata montagna per fermarsi. Quella che all’inizio sembrava una semplice stanchezza si è presto rivelata una malattia inesorabile – ha detto don Fabio durante l’omelia -. Durante la malattia Riccardo ha voluto condividere alcune parole e qualche scritto. Vedeva dalla finestra della sua stanza di ospedale la Madonnina illuminata. Una figura che gli dava speranza. Quando i medici gli hanno detto che la battaglia che avrebbe dovuto combattere sarebbe stata lunga e difficile, Ricky ha accolto la sfida”.

Parole che hanno profondamente commosso i tantissimi amici che a stento sono riusciti a trattenere le lacrime risentendo le parole del giovane calciatore. “Questa posizione del cuore – ha aggiunto don Fabio – ha permesso a Ricky di vivere questi anni e la sua malattia in maniera determinata, avendo più a cuore gli altri che se stesso”.

Sua l’idea di regalare a mamma Anna, papà Emiro e alla sorella Federica un braccialetto con il simbolo dell’albero della vita. “Si sono fatti la foto dei loro quattro polsi con indosso il braccialetto di Riccardo, pe ricordare che sarebbero stati per sempre insieme. E davvero questa non è una promessa tradita dalla morte. Ricky – ha continuato il sacerdote – amava la montagna e dalla cima ora ci guarda. Amava il calcio e ora che ha sudato la partita della sua vita passa la palla a noi, e a ciascuno chiede che di giocare al massimo la partita della propria vita”.

Al termine della funzione tanti amici di Riccardo hanno voluto salire sull’altare per dire un ultimo ricordo, un saluto all’amico e al compagno di scuola e di squadra. “A scuola non sei mai stato un sentimentale, ma ci hai lasciato parole per affrontare questa sfida, chiedendoci di non abbandonarci alla disperazione”. E ancora. “Non eri mai banale: una persona stupenda. Hai lasciato un ricordo indelebile nei nostri cuori”.

I famigliari hanno voluto ringraziare tutto il personale medico e assistenziale “per le amorevoli cure prestate a Riccardo”, con uno speciale messaggio scritto sulle carte funebri.

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