Politica

Riforma sanità: fischietti e cartelloni in aula. Clamorosa protesta del M5S in Consiglio Regionale

Dopo il taglio degli ordini del giorno, il movimento pentastellato ha deciso di protestare. Tutti espulsi tranne uno.


Sospesa. Si chiude così la seduta del Consiglio Regionale di questa mattina, 29 novembre,  a causa della protesta del Movimento pentastellato che ha deciso di far sentire la propria voce portando tra i banchi della giunta fischietti e cartelloni  in seguito al taglio degli ordini del giorno presentati dal gruppo pentastellato.

“Per chiuderci la bocca hanno dovuto cacciarci dall’Aula. Abbiamo lottato per due settimane contro questa (NON)riforma, per scoprire oggi che non solo il centrodestra, che ieri ha disertato i lavori d’Aula, non ha ascoltato una parola, ma ha cestinato le nostre proposte tagliando 3500 dei nostri ordini del giorno – si legge risposta nella nota stampa divulgata poco fa dal capogruppo Massimo De Rosa (M5S) – Mai la Presidenza aveva fatto ricorso a un simile taglio degli atti presentati da un gruppo politico. Un pericoloso precedente per il dibattito democratico in Regione Lombardia”.

E aggiunge il capogruppo dopo l’espulsione dall’aula sua e di tutto il gruppo, ad eccezione del Consigliere segretario Dario Violi: “Per questo motivo abbiamo deciso di protestare occupando i banchi, vuoti della Giunta e quelli della presidenza, mostrando con i cartelli le proposte che non hanno voluto ascoltare: meno liste d’attesa, stop nomine politiche, pubblico e privato uguali diritti e uguali doveri”.

Per Raffaele Erba “è stata scritta una pagina nera per il Consiglio Regionale”. E infatti così commenta l’accaduto: “Dopo una lunga battaglia in aula per difendere i diritti dei cittadini e far  emergere tutti i punti deboli della revisione della Legge Sanitaria voluta dalla  maggioranza, che non risolve assolutamente il problema delle liste di attesa e rischia di rendere accessibili rapide cure solo ai più ricchi, sono stati eliminati  molti degli atti di modifica che avevamo presentato per correggere questa  pericolosa riforma”.

Continua: “A seguito del pesante stralcio dei nostri atti, abbiamo protestato perché di fatto  ci sono stati sottratti gli unici strumenti democratici che avevamo a disposizione  per apporre modifiche urgenti e necessarie alla nuova Legge Sanitaria.  Abbiamo trovato un muro soprattutto sui temi delle liste di attesa, della  prevenzione, del riequilibrio del rapporto tra pubblico e privato e del  miglioramento della sanità territoriale. Un atteggiamento inaccettabile che ha  sollevato le nostre proteste: da qui è nata l’espulsione che ci ha privato della  possibilità di esercitare il ruolo fondamentale della minoranza nell’ambito di un dibattito democratico”.

Non è tardato ad arrivare anche il commento di Federico Romani (Fratelli d’Italia): ““Ancora una volta assistiamo all’ennesima azione violenta in aula di un movimento che oggi è al governo è ha sempre imposto misure senza coinvolgere le aule parlamentari, decretando dossier e decisioni”.

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