Lavoro

Pubblica Amministrazione, Nidil Cgil MB: “Per i somministrati stop agli abusi”

Il sindacato denuncia la situazione di chi da anni si vede rinnovare contratti a tempo determinato nonostante ci sarebbe la necessità di assunzioni stabili. Finché non cambia la legge, possibili solo risarcimenti.

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La precarietà nel mondo del lavoro è una piaga che rischia di allargarsi sempre di più in questa epoca segnata dalle incertezze dovute al Covid-19. Ma c’è precarietà e precarietà. Quelle dei somministrati nelle Amministrazioni Pubbliche ha delle particolarità che la rendono ancora più difficile da accettare e dura da sopportare.

Perché i lavoratori che negli ospedali, ma anche in altri enti del nostro territorio, come la Provincia di Monza e Brianza, l’Afol e da ultima la Questura, vengono assunti tramite le agenzie per il lavoro con contratti a tempo determinato, rinnovati svariati volte anche per anni, subiscono un chiaro abuso. Ma, a differenza di chi è impiegato nel settore privato, i somministrati nelle Amministrazioni Pubbliche scontano anche il fatto che possono essere assunti solo per concorso e, quindi, nella sostanza, restano personale precario, a tempo determinato, praticamente senza alcun limite.

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Una pratica che Nidil (Nuove identità lavoro) Cgil di Monza e Brianza, il settore sindacale che si occupa di lavoratori precari (agenzie, collaboratori occasionali e continuativi, partite iva individuali), torna a denunciare attraverso un caso di attualità in cui il Tribunale di Monza ha dato ragione ad una educatrice che aveva lavorato per quasi nove anni, sempre nello stesso Centro Diurno, sempre con gli stessi disabili, ma con contratti a tempo determinato di tre/sei mesi continuamente prorogati.

UN CASO SIMBOLICO

L’educatrice si è dimessa e ha deciso di avviare una causa, con il sostegno di Nidil e dell’Ufficio Vertenze Legali della Cgil, contro un ente pubblico della provincia di Monza e Brianza. “Il giudice del Tribunale di Monza ha riconosciuto la presenza di un abuso nella reiterazione dei contratti di somministrazione a tempo determinato” spiega Lino Ceccarelli, Responsabile Nidil (Nuove identità lavoro) e dell’Area Giovani e Lavoro della Cgil di Monza e Brianza.

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Lino Ceccarelli

“Non potendo obbligare l’ente pubblico ad assumere la lavoratrice a tempo indeterminato, come sarebbe giusto, a causa della impossibilità delle Pubbliche Amministrazioni ad assumere se non per concorso pubblico – continua – ha condannato l’ente pubblico al pagamento di un risarcimento pari a poco più di cinque mensilità orientandosi, come prescrive la norma, tra un minimo di 2,5 e un massimo di 12”.

L’ente protagonista di questa vicenda ha sostanzialmente violato la disciplina sui limiti di ammissibilità delle proroghe e della durata massima dei contratti che, secondo le norme vigenti, prevedono un limite di 24 mesi complessivi per i rapporti a tempo determinato.

“Secondo il Tribunale di Monza, l’ente pubblico ha protratto per quasi nove anni i contratti a tempo determinato quando avrebbe invece dovuto ricorrere, stante la necessità strutturale di personale di quella mansione in quel Centro Diurno, ad una assunzione a tempo indeterminato – afferma Ceccarelli – si è trattato in sostanza, da parte dell’Ente, di una falsa rappresentazione: proporre contratti a tempo determinato come se si trattasse di un’esigenza limitata nel tempo, quando invece questa lavoratrice, come i suoi colleghi e colleghe, lavorava per strutture sociosanitarie aperte tutto l’anno, anno dopo anno, con, in gran parte, gli stessi utenti”.

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LA NORMA

Un caso come quello di cui si è occupato Nidil Cgil di Monza e Brianza, molto più comune di quello che si possa pensare nelle Amministrazioni Pubbliche, è possibile grazie all’art. 36, comma 5, del D. lgs. n. 165/2001.

“In ogni caso, la violazione di disposizioni imperative riguardanti l’assunzione o l’impiego di lavoratori, da parte delle pubbliche amministrazioni, non può comportare la costituzione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato con le medesime pubbliche amministrazioni, ferma restando ogni responsabilità e sanzione – recita il testo – il lavoratore interessato ha diritto al risarcimento del danno derivante dalla prestazione di lavoro in violazione di disposizioni imperative”.

Se non cambia la legge, anche la suprema magistratura non può fare di più. “Solo il Governo può modificare la situazione di un fenomeno di abuso nei confronti dei lavoratori somministrati diffuso anche nella nostra provincia – afferma il Responsabile Nidil (Nuove identità lavoro) e dell’Area Giovani e Lavoro della Cgil di Monza e Brianza – il nostro sindacato chiede da anni di consentire alla Pubblica Amministrazione di “stabilizzare”, con l’assunzione a tempo indeterminato, precari che lavorano per la P.A. da anni, maturando esperienze e professionalità che non può acquisire definitivamente”.

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LA PROPOSTA

Per i lavoratori somministrati nelle Amministrazioni Pubbliche c’è la speranza che qualcosa cambi nei prossimi mesi. Magari anche alla luce delle ingenti risorse in arrivo dall’Europa per il post Covid. “A seguito delle pressioni sindacali, con il Governo Renzi e l’allora Ministra della P.A. Marianna Madia, si arrivò ad un accordo che consentì la stabilizzazione a tempo indeterminato di quei precari che erano stati assunti direttamente dalle P.A., come tempi determinati o collaboratori cococo, ma da questo accordo sono rimasti esclusi i precari delle agenzie” ricorda Ceccarelli.

“Oggi, che il PNRR (Piano Nazjonale di Ripresa e Resilienza) ci consente di mettere mano anche alla Pubblica Amministrazione, e soprattutto al Servizio Sanitario Nazionale, che durante la pandemia ha rivelato al tempo stesso le sue eccellenze, la sua capacità di sacrifico, ma anche le sue antiche carenze, di strutture e soprattutto di personale – continua – è necessario che si avvii un grande piano di risanamento del lavoro pubblico, estromettendo le precarietà, e riconoscendo finalmente alle migliaia di lavoratrici e lavoratori della sanità pubblica, circa 4.000 in Lombardia, di cui oltre 200 in Provincia di Monza, l’assunzione a tempo indeterminato”.

“Noi continueremo a tutelare i loro interessi – conclude Ceccarelli – non solo battendoci per l’assunzione definitiva, ma anche continuando a sostenere, con il nostro Ufficio Legale, chi vorrà chiedere il giusto risarcimento per l’ingiustizia subita”.

CONTATTI

Nidil Cgil Monza e Brianza 039/2731214

nidilbrianza@cgil.lombardia.it

lino.ceccarelli@cgil.lombardia.it

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